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Ambiente ed Energia
dal 18/5 al 7/7

 

Ass. Tommasi: “Necessario un rapporto sinergico con il Corpo Forestale dello Stato”

07/07 Il rapporto sull' attivita' operativa del Corpo forestale dello Stato per l' anno 2004, che fa emergere dati ''allarmanti'' per quanto riguarda i reati in Calabria ''e' la conferma di una situazione drammatica in cui versa la Calabria e per questo che ci stiamo accingendo ad affrontare un Piano d' emergenza estiva ed una serie di iniziative di sensibilizzazione dei cittadini''. A sostenerlo e' stato l' assessore regionale all' Ambiente, Diego Tommasi. ''Diventa quanto mai necessario - ha detto inoltre Tommasi - un rapporto sinergico con il Corpo forestale dello Stato cui auspichiamo una forte e proficua collaborazione nel prossimo futuro e per questo ho gia' incontrato a Roma il Capo del Corpo forestale, l' ing. Cesare Patrone, per un' analisi attenta delle svariate problematiche inerenti il territorio calabrese''. ''Gli incontri - ha concluso Tommasi - sono stati il preludio di un' intesa istituzionale molto proficua per la riduzione dei reati ambientali in Calabria''.

Mad: “Grave la situazione del depuratore di Cirella”

07/07 ''Vogliamo segnalare la situazione gravissima nella quale versa il depuratore di Cirella in contrada Vaccuta. Una situazione al limite del collasso e che in piena stagione turistica potrebbe dare un duro colpo all' economia locale''. E' quanto scritto dal Movimento Ambientalista di Diamante e del Tirreno (Mad) in una lettera inviata all'assessore regionale all'ambiente, Diego Tommasi e all'assessore provinciale Luigi Marrello. ''Il depuratore - ha sostenuto il Mad - sul quale sversano i comuni di Cirella, parte di Diamante, Maiera', Santa Maria del Cedro e Grisolia, costruito appena l' anno scorso e costato circa dieci miliardi di vecchie lire e' in tilt. Dall' impianto che non si conoscono i motivi per cui e' bloccato, escono liquami che finiscono nell' alveo del Torrente Vaccuta, per fortuna, in piena secca, formando a circa quindici metri dal mare un lago sul quale convergono insetti, topi e altri animali. Il lago di fogna rappresenta un serio pericolo per la salute dei tanti abitanti della zona oltre che un insopportabile e continuo puzzo che aleggia per l' intera giornata allontanando sia i turisti che le persone stesse che vi abitano''. ''Siamo a conoscenza - prosegue la lettera - anche dei continui e ripetuti inviti fatti dall' Amministrazione Comunale alle varie autorita' per un intervento urgente e sappiamo anche che sono in corso indagini da parte dei carabinieri per stabilire le cause e le responsabilita' di quanto sta avvenendo. Le responsabilita' giudiziarie sono importanti, ma al momento servono interventi risolutori del problema''. ''Per questi motivi - conclude il Mad - chiediamo alla Regione ed alla Provincia un intervento risolutivo sull' impianto, che venga messo immediatamente in attivita' eliminando subito tutti gli inconvenienti possibili ed immaginabili''.

Come risparmiare il 10% d’acqua nelle case con soli 10 euro. A Bagnocavallo lo fanno.

06/07 C'e' un paese che applicando un dispositivo frangiflutti ai rubinetti delle case di 1921 famiglie, ha ridotto i consumi medi procapite di acqua del 10%. E' Bagnacavallo, nel Ravennate, dove dal dicembre 2003 all'aprile di quest'anno e' stata avviata una sperimentazione di risparmio idrico che ha coinvolto quasi 5.000 persone. Nelle loro case sono stati applicati i dispositivi, che costano circa 10 euro. Al termine della sperimentazione sono stati confrontati i consumi registrati con quelli nell'anno precedente, scoprendo cosi' che era stata versata un decimo di acqua in meno. Il risparmio e' stato ulteriormente verificato, con una sorta di 'prova del nove', analizzando i consumi di un gruppo di controllo a Fusignano, paese vicino e simile, dove non erano stato distribuiti i dispositivi. Ebbene, in questo secondo paese, i consumi non hanno subito alcuna flessione. Il progetto e' stato avviato da Regione e Legambiente, in collaborazione con il Comune romagnolo, la Provincia di Ravenna, la multiutility Hera e l'universita' di Parma. Il risultato viene considerato importante, anche in considerazione del fatto che i dispositivi operano solo sul 42% dell'acqua usata in una abitazione; ne sono escluse, per esempio, lavatrici e lavastoviglie. Il frangiflutti (ne sono stati distibuiti quasi 12.000) e' infatti efficace soprattutto in rubinetti e docce utilizzati per lavarsi: si tratta di una specie di tappo con piccoli forellini, che va inserito nel becco di uscita del rubinetto, o nel giunto del tubo della doccia. L'acqua, spinta tra i fori, si mescola ad aria. Il getto che esce e' dimezzato rispetto a quello originario, ma la sensazione 'lavante' e' identica. Non solo si risparmia acqua, ma anche l'energia usata per riscaldarla o distribuirla, ed e' stato calcolato un risparmio di energia elettrica pari a 45 tep (tonnellate di petrolio equivalenti) all'anno. ''Funziona: ora bisognerebbe estenderlo a tutta la regione - ha spiegato Luigi Rambelli di Legambiente - se lo facessimo, risparmieremmo il 10% dei 400 milioni di metri cubi che usiamo ogni anno per usi civili. Cioe' 40 milioni di metri cubi, piu' dei 33 di capacita' della diga di Ridracoli (quella che rifornisce 49 comuni delle province di Forli'-Cesena, Ravenna, Rimini e della Repubblica di San Marino ndr)''. L'assessore regionale all'Ambiente Lino Zanichelli ha spiegato che obbiettivo del Piano di tutela delle acque regionale e' una riduzione del 12% dei consumi regionali entro il 2016, per portare da 170 a 150 i litri usati al giorno da ogni abitante per usi domestici, da 249 a 219 per quelli civili. Non a caso da domani partira' la nuova campagna di sensibilizzazione per spiegare ai cittadini 'buone prassi' di risparmio idrico. Al progetto ha partecipato anche Jacopo Fo, con la sua Libera universita' di Alcatraz. Alcatraz, attraverso la societa' Merci Dolci, ha costituito un gruppo di acquisto per dispositivi per risparmio idrico e energetico (tra cui i frangiflutti) che consente un abbattimento del costo dell'apparecchio, e ha partecipato alla campagna di sensibilizzazione per le vie di Bagnacavallo. ''Questa e' un Regione straordinaria, con amministratori che stanno facendo una rivoluzione - ha spiegato - abbiamo proposto questo sistema a tutte le Regioni d' Italia, anche a quelle come Sicilia e Calabria dove manca sempre l'acqua. Solo qui e a Bolzano hanno capito''.

Ass. Tommasi: “In Calabria l’eolico si può fare se si rispettano le condizioni ambientali”

07/05 ''In Calabria l'eolico si puo' fare, purche' si basi su accordi preventivi con la Regione e vengano rispettate le condizioni di equilibrio e sostenibilita' ambientale''. E' quanto ha detto stamane a Roma l'assessore all'ambiente della Regione Calabria, Diego Tommasi, coordinatore del settore per conto della conferenza delle regioni, nel corso del convegno organizzato da Legambiente in collaborazione con l'Associazione nazionale Energia del Vento. ''La Calabria - ha aggiunto - a differenza di tante altre regioni italiane e' un esportatore di energia elettrica ed ha adottato un proprio Piano energetico regionale. Nonostante questa particolare realta' siamo ben consapevoli che per rispettare gli impegni del protocollo di Kioto e ridurre le emissioni inquinanti nell'atmosfera, per tutelare maggiormente la salute dei cittadini, occorre puntare sulle energie rinnovabili: dall'eolico al solare, al termico pulito. Pero', con onesta', occorre anche dirci che anch'esse hanno un costo socio-ambientale, e nel caso dell'eolico, anche paesaggistico''. ''Basta partire - ha proseguito Tommasi - da una politica di concertazione con ogni Regione interessata, rispettando almeno una serie di condizioni minime e di base per la tutela ambientale, che possono essere sintetizzate in cinque punti: costruire preventivamente una carta dei venti; approvare un piano regolatore dell'eolico; assicurare il ripristino dei siti utilizzati nel momento della dismissione degli impianti; garantire le necessarie fideiussioni a copertura dei costi del ripristino ambientale; obbligare la societa' installatrice delle pale ad avere la sede fiscale nella regione in cui sono localizzati gli impianti''. A margine del convegno di Legambiente e Anev, l'assessore Diego Tommasi ha avuto un primo incontro con il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli, durante il quale ha scambiato una serie di riflessioni sui principali problemi da affrontare sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni, e fissato una prima agenda di incontri con il rappresentate del Governo.

Legambiente: “L’eolico in Italia va a fatica”

05/07 Le pale degli impianti eolici, in Italia, continuano a ruotare a fatica. I MW installati sono ormai 1.400 ma lo stacco che ci danno i cugini europei e' ancora considerevole. L'eolico e' oggi la fonte energetica con il maggior tasso di crescita a livello mondiale, con un aumento della potenza installata pari al 20% nel 2004, per una capacita' totale di 43.317 MW. Ma l'energia del vento e' anche la strada per rispettare gli impegni di Kyoto e rilanciare il sistema energetico italiano. E proprio questo e' stato il tema del convegno organizzato da Legambiente in collaborazione con Anev- l'Associazione nazionale energia del vento, che raccoglie le principali imprese nel campo dell'eolico- che si e' svolto a oggi a Roma. Un appuntamento al quale hanno partecipato, oltre a Francesco Ferrante e Oreste Vigorito, rispettivamente direttore di Legambiente e presidente Anev; anche Altero Matteoli, ministro dell'Ambiente, Antonio Martusciello, vice ministro dei Beni culturali; Diego Tommasi, assessore Ambiente della regione Calabria e coordinatore Ambiente Conferenza delle regioni; Ermete Realacci presidente onorario di Legambiente. Al centro del dibattito la capacita' dell'Italia di investire nelle energie rinnovabili. L'eolico, appunto, e' oggi la fonte energetica con il maggior tasso di crescita a livello mondiale, con un aumento della potenza installata pari al 20% nel 2004, per una capacita' totale di 43.317 MW: "Una sfida che il nostro Paese non puo' perdere- spiega Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente- Non solo perche' l'Italia arranca nel rispettare gli impegni del Protocollo di Kyoto, ma ancora di piu' e' lo stesso sistema energetico nazionale ad essere in crisi. Il nostro Paese ha tutte le carte in regole per investire nelle rinnovabili a cominciare dal vento e dal sole".

La UE indagherà sulla vicenda del Mercure

05/07 La Commissione europea contattera' le autorita' italiane per indagare in merito alle questioni sollevate dall' interrogazione di Monica Frassoni, del gruppo Verde-Ale, relativa alla correttezza dell' iter autorizzativo, anche a livello di normativa europea, della Centrale Enel di Laino Borgo. Lo hanno reso noto il Comitato salute ambiente del Pollino (Cosa) e l' associazione ambientalista ''Il Riccio'' di Castrovillari. ''Sono dunque apparsi fondati, anche a livello del Parlamento europeo - hanno sostenuto le due organizzazioni in un comunicato - i dubbi piu' volte espressi da comitati e associazioni, sul rispetto delle norme comunitarie. Dopo il recente pronunciamento del Ministero dell' Ambiente e della Regione Calabria sulla necessita', non evasa dall' Enel, della valutazione di incidenza, questa indagine della Commissione europea conferma tutte le perplessita' sollevate da popolazioni della Valle e ambientalisti sul mancato rispetto di diverse e importanti leggi per la tutela del territorio e dei suoi abitanti. E, d' altra parte, i ripetuti interventi della magistratura e della forze dell' ordine, loro si vigili e attenti, gia' avevano puntato il dito su una situazione che tutto e' meno che trasparente''. ''Ci chiediamo adesso - prosegue la nota - cosa aspettino ancora il Sindaco di Laino Borgo, Mele, il Presidente dell' Ente Parco, Fino, e il Presidente della Giunta provinciale di Cosenza, Oliverio, a intervenire, revocando immediatamente le autorizzazioni concesse ad un progetto che, e' sotto gli occhi di tutti, fa acqua da tutte le parti''. ''Le commissioni, i tavoli di concertazione e quant' altro - hanno concluso le due associazioni ambientaliste - sempre promessi e mai realizzati, rischiano di rivelarsi solo un utile stratagemma per consentire all' Enel di proseguire indisturbata nei lavori''.

Giovedì 7 Convegno contro il Ponte sullo Stretto alla Casa delle Culture

05/07 “Un Ponte....per Chi?” è il titolo del convegno dibattito promosso dall’Associazione G.E.N.S- Generazione Europea Nuovo Sud- ed in programma per il prossimo giovedì 7 luglio alle ore 17:00 presso la Casa delle Culture di Cosenza sul tema sempre più imminente della potenziale realizzazione del Ponte sullo Stretto. L’incontro, aperto a tutta la cittadinanza, avrà come relatori i docenti universitari Prof. Osvaldo Pieroni , sociologo dell’Università della Calabria , ed il Prof. Alberto Ziparo , urbanista dell’Università degli studi di Firenze. Sarà presente al convegno anche Filippo Callipo, Presidente degli Industriali calabresi e da sempre sensibile alle tematiche legate allo sviluppo socio-economico della nostra regione.
La ragione più diretta di questo incontro è quella di stimolare, anche in questa provincia e nel resto della nostra regione un dibattito ed una presa di posizione, anche da parte delle istituzioni politiche preposte a prendere delle decisioni chiare e trasparenti, sull’opportunità di realizzare un‘opera cosi “ingombrante”, e sulle sue molteplici e preoccupanti ricadute.
L’iniziativa si inquadra anche nel più ampio progetto di coinvolgere e creare una rete di associazioni e movimenti che sviluppi anche in questa provincia e, cosi, in tutta la regione, la partecipazione ed il dibattito intorno ad un evento, la cui realizzazione rischia di distogliere l’attenzione sulle tante e variegate priorità di questa regione. In quest’ottica, partecipano attivamente all’inziativa l’Associazione Bruzia, l’Associazione Diogene, , l’Associazione La Città Futura, l’Associazione Sant’Ivo, il Gruppo di cittadini “Amici della non Violenza”, tutte di Cosenza, il Movimento Vattimo di San Giovanni in Fiore, nonchè l’Associazione D.E.U. di Bologna.

L’Ass. Pirillo incontra i responsabili delle fabbriche a biomasse

07/02 L’assessore regionale all’agricoltura, foreste forestazione, caccia e pesca, Mario Pirillo, ha incontrato i responsabili delle fabbriche di biomasse calabresi di Strongoli, Cutro, (provincia di Crotone), e di Rende (provincia di Cosenza). Il colloquio è servito per approfondire l’argomento inerente la produzione di biomasse in Calabria, anche in relazione alla possibilità di una interconnessione con il settore della forestazione calabrese. Ciò segue le indicazioni fornite dall’assessore Pirillo, in sede di programmazione, in merito all’esigenza di rendere produttivo il comparto. La produzione di energia dall’utilizzo delle biomasse nelle centrali (da immettere sul mercato nazionale) sarà accompagnata dall’impiego degli operai forestali. “Il progetto inoltre - ha inteso evidenziare il titolare al dicastero, Pirillo - oltre che tutelare l’ambiente, consentirà vantaggi economici non indifferenti per le casse regionali. L’attuale fabbisogno di biomasse per le centrali è di un milione di tonnellate, di cui 500 mila vengono prodotte in Calabria, e l’altra metà viene importata. L’obiettivo sarà di garantire l’intera produzione nella nostra regione”.

Nasce un associazione nazionale per il risparmio energetico. Si chiama Asso Esco

02/07 Costituita la AssoEsco, l'associazione nazionale delle Energy Service Company, societa' che hanno come principale obiettivo il risparmio energetico e la conseguente riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera. Presidente della AssoEsco e' stato nominato Gianfranco Graziotti, amministratore delegato della Esco Tuscia di Viterbo. Vicepresidenti sono stati eletti Vincenzo D'Agostino della Enem (Energia Mediterranea) di Cosenza e Matteo Melloni, della Energie Alternative di Vicenza. La costituzione dell'associazione e' avvenuta a Roma in concomitanza con il seminario tecnico tenuto dal Gestore del mercato elettrico (Gme) sulla borsa dei titoli di efficienza energetica (certificati bianchi). In sede di costituzione e' stato anche definito il profilo che le aziende, alcune delle quali a capitale misto pubblico privato, debbano avere per rientrare nel novero delle Energy Service Company. Tra l'altro e' stato stabilito che le Esco debbono essere aziende di analisi, progettazione e realizzazione, con assunzione del rischio per il mancato conseguimento del risparmio energetico atteso. In altri termini qualora gli interventi eseguiti sugli impianti pubblici o privati non riuscissero a conseguire l'obiettivo prospettato i costi ricadrebbero per intero sulle stesse Esco. La AssoEsco, cui hanno aderito 25 aziende specializzate operanti in Italia, si e' posta come primo obiettivo la promozione d'interventi finalizzati al risparmio energetico attraverso l'efficienza degli impianti termici ed elettrici nonche' tramite l'adozione di sistemi alimentati con fonti rinnovabili (solare, eolico, geotermico, biomasse, eccetera), contribuendo cosi' al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto da parte dell'Italia.

In Calabria 4 incendi su 5 sono dolosi

02/07 Quattro su cinque degli incendi boschivi che si verificano ogni anno in Calabria sono di origine dolosa. A denunciarlo e' il presidente di Legambiente Calabria, Lidia Liotta, facendo riferimento alla campagna ''Non scherzate col fuoco'' promossa dalla stessa associazione ambientalista e dal Dipartimento della Protezione civile. L' iniziativa ha lo scopo di ''sensibilizzare amministratori locali e cittadini affinche' s' impegnino in prima persona nella difesa dei nostri boschi''. ''Gli incendi boschivi - afferma Lidia Liotta - continuano ad essere un fenomeno pressoche' costante nel nostro Paese. Anche se nel 2004 e' stata registrata una diminuzione del 30 per cento rispetto all' anno precedente, la situazione degli incendi, nell' ultimo quinquiennio, e' rimasta a grandi linee invariata. Il buon lavoro svolto dalle istituzioni e dal volontariato comincia a dare buoni risultati, ma per fermare significativamente il fenomeno occorre bloccare a monte la possibilita' di speculare sugli incendi boschivi. Sono soprattutto i Comuni ad avere le armi per fermare i roghi, come il catasto delle aree percorse dal fuoco per bloccare gli speculatori e le campagne informative in favore dei fruitori del bosco, strumenti fondamentali ancora troppo spesso disattesi''.

Firmato dalla Provincia di Cosenza il protocollo per il monitoraggio ambientale

01/07 E' stato firmato il protocollo di intesa tra la Provincia di Cosenza ed il Consorzio Valle Crati per l' avvio di un progetto di monitoraggio atmosferico nelle zone a forte conurbazione della provincia. All' incontro hanno preso parte il presidente della Provincia, Mario Oliverio, l' assessore all' Ambiente, Luigi Marrello, il presidente del Consorzio Valle Crati, Mario De Rose, il dirigente del settore Ambiente della Provincia, Toscano. Per effetto di quanto stabilito nel protocollo, l' Amministrazione sara' in grado di verificare i parametri piu' importanti dell' atmosfera in alcuni punti nevralgici del territorio ed avere quindi a disposizione una relativa, propria banca-dati. La rilevazione partira' la prossima settimana e verra' effettuata mediante una apposita centralina mobile che sostera' nei diversi punti individuati per un periodo di quattro giorni nelle diverse successioni stagionali. Le zone di rilevazione saranno monitorate per tutte le stagioni per complessive 384 ore. L' indagine, e' scritto in una nota, permettera' di mettere a fuoco la generale qualita' dell' aria valutata in relazione alla tipologia del centro urbano, controllando l' eventuale presenza o assenza di potenziali contaminanti. La sofisticata attrezzatura di cui sono dotate le centraline consentira' agli esperti di considerare dati relativi al monossido di carbonio, alle particelle sospese, agli ossidi di azoto, anidride solforosa, ozono, benzene ed altri idrocarburi. ''L' assessorato all' Ambiente - ha sostenuto Marrello - ha voluto fortemente questa azione di governo perche' l' Ente possa dotarsi di dati propri, grazie ai quali si possano concertare con altri soggetti istituzionali azioni di eventuali correzioni o di bonifiche. Questo il motivo perche' il primo step di azioni, che riguardera' comunque tutta la provincia di Cosenza, sara' particolarmente indirizzata alle aree piu' antropizzate ed a quelle meritevoli di particolare attenzione''.

Bevilacqua (AN) chiede all’Enel di rivedere il tracciato dell’elettrodotto. L’Enel replica; non c’entriamo

01/07 Rivedere i criteri di costruzione del nuovo elettrodotto da Laino Borgo a Rizziconi: a chiederlo, in una interrogazione al Ministro dell' Ambiente, e' il sen. Francesco Bevilacqua, di An, a giudizio del quale il nuovo elettrodotto sta provocando allarme nella popolazione dei territori interessati al passaggio della linea che prevede una potenza di una tensione di 380 mila volt. ''L' elettrodotto - afferma Bevilacqua - attraversera' la Calabria da nord a sud per circa 218 chilometri, attraversando 59 comuni distribuiti su quattro province: 31 nel cosentino, undici nel catanzarese, cinque nel reggino e 12 nel vibonese. Per la parte riguardante la provincia di Vibo Valentia, il tracciato scelto nel progetto sembra essere diverso da quello approvato in sede di conferenza dei servizi e, nel suo percorso, lambisce anche l' abitato di Filogaso. Questo allarma particolarmente i cittadini per i possibili danni alla salute causati da esposizione a campi magnetici''. ''Nel piano energetico ambientale regionale nella parte relativa al collegamento fra le stazioni elettriche di Laino e Rizziconi - prosegue Bevilacqua - la Regione impegna il gestore della rete, nelle zone antropizzate, a realizzare la rete di distribuzione sotto traccia e l' impossibilita' tecnica dovra' essere scientificamente provata e non dovra' essere dettata da criteri di economicita'. Il Ministero, pertanto, dovra' verificare se quanto contenuto nel piano regionale sia vincolante relativamente all' obbligo di interramento della linea, e quindi intervenire presso l' Enel per ottenere la modifica del progetto per renderlo rispondente agli impegni presi in sede di conferenza dei servizi''.
E la risposta di Enel è arrivata subito. “Terna, la societa' che sta realizzando l' elettrodotto Laino-Rizziconi, sta uscendo fuori dal governo dell' Enel”.Afferma, in una nota, l’ente elettrico nazionale facendo riferimento all' interrogazione presentata al Ministro dell' Ambiente dal senatore Francesco Bevilacqua, di An. Nella stessa nota l' Enel aggiunge che la progettazione dell' elettrodotto Laino Rizziconi e' a cura del Grtn, mentre la realizzazione dell' impianto e' stata affidata alla Terna.

Federcaccia chiede un piano per l’abbattimento dei cinghiali nel Parco della Sila

30/06 Il presidente Federcaccia della provincia di Cosenza, Vincenzo Martino ha scritto al presidente del Parco della Sila, Antonio Garcea, per sollecitare interventi (''pianificando e contenendo la densita' della specie'') allo scopo di ridurre i danni provocati alle aziende agricole dalla crscente presenza di cinghiali. Martino, nella lettera a Garcea, evidenzia inoltre ''la necessita' di elaborare un articolato piano sperimentale di abbattimento selettivo del cinghiale all' interno del Parco, utilizzando i cacciatori residenti ed opportunamente organizzati, al fine di ottenere efficaci risultati con costi zero''. Il presidente provinciale della Federcaccia di Cosenza sottolinea la necessita' di ''prendere in seria considerazione l'opportunita' di istituire all'interno del Parco stesso determinate strutture faunistiche consistenti nell' individuazione di apposite aree da destinare rispettivamente a zone addestramento cani ed a zone di ripopolamento e cattura, ricordando che analoghe iniziative sono gia' state da tempo avviate all'interno del Parco del Ticino ed in altri parchi d' Italia''.

Il 7 luglio alla Casa delle Culture convegno su “Un ponte per chi?”

30/06 “L’Associazione G.E.N.S - Generazione Europea Nuovo Sud-, - si legge in una nota del Presidente Francesco Precenzano- nata con il precipuo scopo di promuovere sul territorio una serie di azioni politiche, sociali e culturali dirette a sviluppare una coscienza ed una sensibilità sempre maggiore sulle reali potenzialità e risorse del nostro territorio e sulla necessità di uno sviluppo economico compatibile con la tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale e storico delle sue popolazioni rivolgendo, in particolare, la sua attenzione all’interazione della società civile ed all’individuazione di nuove forme di partecipazione democratica, ha inteso promuovere per il prossimo giovedì 7 luglio alle ore 17:00 presso la Casa delle Culture di Cosenza, un convegno- dibattito dal titolo “Un ponte… per Chi?”, aperto a tutta la cittadinanza, sul tema sempre più imminente della potenziale realizzazione del Ponte sullo stretto. Il convegno a cui prenderanno parte in qualità di relatori i docenti universitari Prof. Osvaldo Pieroni , sociologo dell’Università della Calabria , ed il Prof. Alberto Ziparo , urbanista dell’Università degli studi di Firenze, nasce appunto nello spirito di coinvolgere e creare una rete di associazioni e movimenti che unitamente ai vari comitati spontanei sorti nella città e nella provincia di Reggio Calabria e di Messina, città direttamente interessate dall’imminente opera, sviluppi anche in questa provincia e, cosi, in tutta la regione, la partecipazione ed il dibattito intorno ad un’opera la cui realizzazione, per le molteplici ricadute e problematiche che innescherebbe, richiede una riflessione profonda ed articolata. In tal senso, a tale iniziativa, promossa dall’Associazione G.E.N.S hanno aderito in modo attivo diverse altri soggetti e movimenti della società civile, quali l’Associazione Bruzia, l’Associazione Diogene l’Associazione La Città Futura, l’Associazione Sant’Ivo, il Gruppo di cittadini “Amici della non Violenza”, tutte di Cosenza, il Movimento Vattimo di San Giovanni in Fiore, nonchè l’Associazione D.E.U. di Bologna, con lo spirito di una piccola rete che su temi ed obiettivi condivisi possa cominciare a realizzare azioni ed iniziative comuni. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.”

Aumentano gli eco-mostri sulle coste italiane. Ecco le bandiere nere, anche al Ministro Martino

30/06 Un mare di illegalita'. In Italia i reati ambientali accertati nel 2004 dalle forze dell'ordine sono stati poco meno di 20.000, vale a dire cinque illeciti ogni due chilometri, il 7% in piu' rispetto al 2003 e concentrati soprattutto al Sud. E se la maggioranza delle acque italiane ancora gode di una discreta salute, la percentuale di mare inquinato e' comunque cresciuta del 7%. Raddoppiati i sequestri di strutture abusive sul demanio marittimo, passati dalle 760 alle 1367, pari ad un incremento dell'81% sul territorio nazionale e con punte massime del 122% in Sicilia. E' quanto emerge dal rapporto di Legambiente, Mare Nostrum 2005, presentato in occasione dei vent'anni di Goletta Verde, la storica campagna che ogni estate fa il punto sullo stato delle acque di balneazione, sulla salute dei parchi del mediterraneo e porta avanti la lotta ai pirati del mare e delle coste. Le cattive notizie non finiscono pero' qui. In aumento del 15% i reati nel settore dell'inquinamento e della cattiva depurazione (1.406 del 2004 contro i 1.224 nel 2003), mentre metalli pesanti, pesticidi e altre sostanze pericolose si trovano persino sui fondali delle aree marine protette, come si ricava dai dati del monitoraggio predisposto dal ministero dell'ambiente e che non a caso ha inserito oltre 85.000 ettari di mare nel Piano nazionale di bonifica. Un monito, dunque, a guardare anche a monte, secondo il direttore generale del ministero Aldo Cosentino, ''alle colline e alle montagne che sono spesso fonti di inquinamento delle nostre acque''. A essere responsabili del cattivo stato del nostro ecosistema non sono pero' solo le grandi industrie con i loro scarichi e la criminalita' organizzata ma anche i singoli cittadini. Sono infatti cresciuti anche le infrazioni del codice della navigazione e i reati di pesca di frodo, aumentati addirittura di un terzo (6.736 nel 2004 contro 5.060 nel 2003). Insomma per il presidente di Legambiente Roberto Della Seta siamo di fronte ad ''impunita' generalizzata e sempre piu' arrogante''. E su tutti colpisce ovviamente il boom dell'abusivismo edilizio. Il raddoppiamento del numero dei sequestri infatti se da una parte e' il segno di una maggiore efficacia delle forze dell'ordine e' anche la testimonianza che ''le violazioni diventano sempre piu' gravi'', ha spiegato Della Seta. Diffuso su tutta la penisola, l'abusivismo ha pero' una veste diversa al nord, dove perlopiu' si ristruttura, e al sud, dove invece si costruisce ex-novo. E' di nuovo comunque il mezzogiorno a vincere il triste primato con al primo posto la Sicilia con 696 infrazioni (+19%), seguita dalla Puglia con 489 notizie di reato, 617 persone denunciate e 200 sequestri effettuati, e dalla Campania con 437 infrazioni accertate, 632 persone segnalate all'autorita' giudiziaria ma il piu' alto numero di sequestri eseguiti, ben 259. Anche in questo caso non c'e' salvezza neppure per il mare protetto: lungo i 38 km di coste della Riserva di Capo Rizzuto gli inquirenti hanno scoperto una vera e propria spartizione tra cosche del territorio e delle abitazioni. E tra i tanti danni che di cui l'abusivismo e' responsabile, c'e' anche l'erosione delle coste, denuncia Legambiente. Delle 3734 chilometri di spiagge italiane la meta' e' soggetta a fenomeni di erosione, pari al 23% di tutte le coste della penisola. Molise, Basilicata, Calabria le regioni piu' minacciate e Liguria e Emilia Romagna sono intervenute solo sulla meta' dei tratti a rischio. E cosi' puntuali come ogni anno sono arrivate le Bandiere nere, un vessillo che viene consegnato da Legambiente ai 'pirati del mare'. Dodici colpevoli, tra cui due societa' liguri per la costruzione di un porto turistico alla foce del Bisagno per oltre 150 mila metri quadrati e per la costruzione di una decina di container-bungalow che ''hanno distrutto in maniera irreversibile'' la pineta della collina di Baia Blu (Spezia).
Le bandiere nere
Il rapporto di Legambiente 'Mare Mostrum 2005', come ogni anno assegna le cosiddette Bandiere Nere. Dodici i 'nuovi pirati del mare' scelti dall'organizzazione:
LIGURIA: due le bandiere nere nel giro di pochi chilometri. Una per la societa' Vivilmare, che ha proposto un porto turistico alla foce del Bisagno, di 150.000 mq per oltre 700 posti, ed un'altra alla societa' Baia Blu Stabilimento balneare di Lerici, per la costruzione di oltre una decina di container-bungalow nella collina della Baia Blu Lerici, (Sp) che ha distrutto in maniera irreversibile la caratteristica pineta.
FRIULI VENEZIA GIULIA: alla Regione per la manifesta volonta' di minimizzare la vicenda relativa alla bonifica della laguna di Marano e Grado che, dopo tre anni di reiterati stati di emergenza e' ancora ben lontana dalla messa in sicurezza.
MARCHE: alla Raffineria Api di Falconara (An), habitue' della Bandiera Nera di Legambiente. La motivazione e' la volonta' di realizzare altri due impianti di generazione di energia elettrica, uno di 400 e l'altro di 60 megawatt, accanto a quello gia' esistente di 290 megawatt di potenza.
VENETO: all'Enel per aver determinato i destini del Delta del Po negli ultimi vent'anni di attivita', inviando nell'atmosfera zolfo, azoto, metalli e altri materiali nocivi per la salute dei cittadini, come risulta dalle perizie giudiziarie richieste dai magistrati nel processo penale in corso a carico di Enel.
EMILIA-ROMAGNA: al Comune di Ravenna, per aver previsto nel piano regolatore la 'legalizzazione' del Villaggio di capanni e cottages abusivi costruiti alla foce del Torrente Bevano, all'interno della Riserva Naturale dello Stato e del Parco del Delta del Po, nell'ultimo tratto di costa naturale del ravennate (circa 7 km di litorale).
CALABRIA: alla Societa' internazionale 'Euro Paradiso', che vorrebbe realizzare un mega villaggio turistico alla Foce del Fiume Neto, a nord della citta' di Crotone. Il mega villaggio, progettato a detta della Societa' sul 'modello Las Vegas' dovrebbe interessare circa 1.000 ettari pari ad un quarto del territorio comunale di Crotone.
BASILICATA: alla Cit Holding (Compagnia Italiana del Turismo), per aver realizzato i villaggi Porto Greco e Torre del Faro, ad opera della Engeco spa, che oltre ad aver prodotto un alto impatto ambientale su uno dei tratti di costa scampati alla speculazione edilizia si trova ora a far vivere in forti disagi economici i dipendenti del complesso turistico jonico e le piccole imprese locali. Bandiera Nera anche alla Nettis Resort per aver portato avanti i lavori del Porto degli Argonauti (Pisticci) senza prendere in considerazione il provvedimento di inedificabilita' emesso dal gip del Tribunale di Matera nel luglio 2004.
SICILIA: alle Autorita' portuali di Trapani per i lavori relativi alla Coppa America all'interno della zona di protezione speciale delle Saline di Trapani.
Una bandiera, poi, anche al Ministro della Difesa Antonio Martino per non aver difeso la Sardegna e i suoi abitanti dalle servitu' militari cui sono sottoposti e per non aver mai dato risposte alle istituzioni sarde, oltraggiandole platealmente in più di un'occasione, negando il diritto all'informazione, noncurante della salute e dell'incolumita' dei sardi. Ed un'altra alla petroliera San Marco, come simbolo di tutte quelle navi che non rispettano le normative per la tutela ambientale. La petroliera, battente bandiera italiana, e' stata costretta a mettere l'ancora al porto dopo essere stata sorpresa a ripulire le cisterne in una zona ecologicamente protetta.

Parte “Goletta Verde 2005”, quest’anno in giro per tutto il Mediterraneo

30/06 Alla volta del Mediterraneo per difenderne acque, coste, parchi ma anche la biodiversita': Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente, compie vent'anni e festeggia avventurandosi per la prima volta nel cuore del mare nostrum con una nuova imbarcazione, Kalea, che tocchera' le coste di Francia, Spagna, Malta e Tunisia. Novita' che non vogliono dire pero' abbandono del consueto monitoraggio dello stato di salute delle acque, che in due decenni ha portato Goletta Verde a solcare 160.000 chilometri di mare, a ormeggiare le proprie navi in 800 diverse destinazioni e ad analizzare 8.000 campioni d'acqua, ne' significano che si allenteranno le maglie della lotta all'abusivismo e all'inquinamento attraverso l'identikit delle coste. La Pietro Micca e la Catholica, le due imbarcazioni storiche della campagna di Legambiente, dunque, continueranno a fare il loro mestiere di sentinelle del mare e a denunciare ''le illegalita' compiute ai danni delle coste'', sottolinea il presidente nazionale dell'associazione ambientalista Roberto Della Seta, ma da quest'anno Goletta Verde avra' ''un occhio di riguardo'' anche per gli altri mali ''che affliggono il Mediterraneo, dal petrolio agli scarichi da terra fino ai cambiamenti climatici''. Se, infatti, e' vero che il 7% delle specie vegetali presenti sulla Terra si concentra nei Paesi che si affacciano sul mediterraneo, qui si trova anche il 12% di quelle a rischio estinzione e la cultura delle aree protette non e' affatto diffusa omogeneamente lungo le coste del Mare nostrum, passando dal 15% di Israele e al 14% della Francia allo 0,1% della Libia. In mezzo, Italia, Spagna e Cipro che ne proteggono solo l'8%, seguiti da Croazia (7,4%) e Slovenia (5,9%), mentre a grande distanza si trovano Tunisia, Bosnia Erzegovina e Libano (0,5%). Nel mondo della comunicazione,infine, due i partner di Goletta Verde: Vodafone, che permettera' di ricevere informazioni sullo stato dei mari via internet o via sms, e l'Espresso che con un reportage in cinque puntate e quattro racconti di mare a firma di Mauro Kovacic, Giorgio Faletti, Salvatore Niffoi e Melissa P. informera' i lettori sulla salute delle acque e le attivita' di denuncia.

Convegno sul presidio idrogeologico integrato a Lamezia

29/06 Si e' svolto questa mattina al Grand Hotel Lamezia il convegno ''Verso il presidio idrogeologico integrato'' promosso dalla Why Not Management Consultants Srl, societa' che gestisce il servizio di sorveglianza idraulica nella regione Calabria. L'incontro di oggi, al quale hanno preso parte gli oltre 200 sorveglianti idraulici della Calabria, sono stati esposti i risultati raggiunti dal servizio di sorveglianza idraulica svolto dal 1999 ad oggi, da quando cioe' la Regione ha avviato un'attivita' di sorveglianza idraulica, istituendo in via sperimentale un servizio per il controllo dei corsi d'acqua della Regione, i cui dati rilevati sono risultati fondamentali per la redazione del Piano di assetto idrogeologico regionale. La Regione Calabria ha inoltre deliberato lo scorso dicembre, di concerto con l' Autorita' di Bacino regionale, di attivare i Presidi Territoriali Idrogeologici e Idraulici (PTII) nelle 13 aree programma gia' individuate e oggetto del servizio di Sorveglianza idraulica, al fine di attuare un servizio stabile e strutturato in grado di assolvere sia alle esigenze connesse alla manutenzione ed al controllo del territorio calabrese, sia connesso alla predisposizione di piani e di programmi finalizzati alla difesa del suolo. Ma a distanza di 6 mesi, la legge regionale non e' stata ancora attuata, ed attualmente il servizio di sorveglianza idraulica e' svolto dalla Why Not che gestisce il servizio in outsourcing per conto della Regione. L'attivita' dei presidi rientra nell' ambito dell' organizzazione di un sistema integrato per garantire la funzionalita' del bacino ed e' finalizzata al controllo ed al monitoraggio dei bacini idrografici, alla regolazione e al controllo delle attivita' antropiche e alla riduzione del rischio idrogeologico, cosi' come definito nel Piano Stralcio di Bacino per l' Assetto Idrogeologico (PAI). All' incontro ha preso parte l' assessore regionale ai lavori pubblici Luigi Incarnato: ''ho preso in esame la delibera della giunta che sara' attuata dopo uno studio accurato. Come assessorato mi sto preoccupando di mettere insieme il lavoro che si sta realizzando nei vari bacini, anche se ritengo che sui bacini bisogna avere una visione piu' sinergica, nel senso che occorre avviare una programmazione sinergica tra i settori, come l' agricoltura, l' ambiente, i lavori pubblici''. Per l' assessore regionale infatti occorre avviare una strategia comunitaria che coinvolga tutti gli attori: solo cosi' si potra' rendere un servizio utile al territorio''. Per Incarnato in Calabria ''e' mancata una programmazione sul ciclo integrato delle acque che spesso non solo ha avuto una negativita' dal punto di vista idrico ed idropotabile, ma anche una ricaduta negativa per quanto riguarda l' assetto idrogeologico''. Molti problemi che si sono verificati sono stati causati dalla natura ma spesso anche dall' uomo, ha sottolineato l' assessore ai lavori pubblici, ''naturalmente bisogna scindere le due cose, ma una cosa e' certa: avere 500 corsi d'acqua in Calabria, senza avere una manutenzione, senza sapere se ci sono abusi, discariche e quant'altro certo non funziona, questo provoca inondazioni, infiltrazioni di acqua in punti delicati del territorio che hanno poi provocato conseguenze disastrose, come Soverato o Cerzeto. Al convegno di oggi ha relazione il professore ordinario di costruzioni idrauliche all' Universita' della Calabria Franco Macchione, mentre i lavori sono stati moderati da Giancarlo Franze', amministratore delegato della Why Not. All' incontro hanno preso parte, tra gli altri, il rappresentante sindacale della Cisl, Aldo Libri, della Cisl Rosetta Raso e della Uil Antonio Verrino.

Martino (Federcaccia): “Affrontare il problema dei cinghiali nel Parco del Pollino”

28/06 ''Il problema dei cinghiali che vede confrontarsi il presidente del Parco del Pollino, Francesco Fino, gli agricoltori, i cacciatori e i sindaci dei paesi della Lucania e della Calabria, e' un problema i cui risvolti negativi, da noi ampiamente previsti e puntualmente denunciati in tempi non sospetti, non possono lasciare indifferenti chi come noi ha seguito e segue con particolare attenzione l' evolversi di un fenomeno la cui gravita' era stata gia' sufficientemente evidenziata in una deliberazione del Consiglio direttivo dell' Ente''. A sostenerlo e' stato Vincenzo Martino, presidente della sezione cosentina della Federazione italiana della Caccia (Fidc). ''Un lavoro, quello dell' Ente Parco - ha aggiunto Martino - fatto con indubbio rigore tecnico-scientifico, ma giunto con enorme ritardo. Gli stessi risultati del monitoraggio dei danni procurati dai cinghiali, e regolarmente risarciti dall' Ente sin dalla meta' degli anni '90 a tutto il 2003, suggeriscono provvedimenti efficaci che si sarebbero dovuti assumere gia' da molti anni. Oggi, - ha proseguito Martino rivolgendosi al Presidente dell' Ente Parco - non e' piu' consentito discutere. E' tempo di agire. Occorre affrontare il fenomeno con determinazione. La Federcaccia provinciale, con tutto il suo bagaglio di esperienze e professionalita' e' pronta a dare il suo contributo per affrontare l' emergenza''. Per Martino e' necessario predisporre ''gli strumenti amministrativi per la caccia di selezione nel Parco e fuori Parco e organizzare, con la collaborazione di tutte le associazioni venatorie, due forme di prelievi: il prelievo di selezione che si pratica con massimo due cacciatori su altane strategicamente scelte e il prelievo in girata che si pratica con squadre di sei cacciatori massimo e con l' ausilio di un limiere, opportunamente distribuiti sul territorio. Il tutto sotto il controllo diretto del personale del coordinamento territoriale per l' ambiente del Corpo forestale dello Stato o delle guardie venatorie della Provincia. Queste due forme di prelievo - ha concluso Martino - hanno un impatto ambientale molto contenuto e consentono di ottenere risultati sicuramente molto apprezzabili e senza spese per la comunita'''.

Zuccherini (Prc): “Grave situazione ambientale in Calabria, distribuiremo cartoline da inviare a Loiero”

26/06 “In questi giorni migliaia e miglia di cartoline saranno distribuite ai cittadini calabresi ai quali si chiederà di spedirle al Presidente della Giunta Regionale”. E’ quanto afferma in una nota il Commissario Regionale di Rifondazione Comunista, Stefano Zuccherini. “Con questa iniziativa – prosegue Zuccherini - Rifondazione comunista intende porre all'attenzione del Presidente Loiero ma, soprattutto dei cittadini calabresi, la grave situazione ambientale che sta interessando la regione. Una vera è propria campagna di massa - quella di Rifondazione - che si articolerà attraverso l'organizzazione di banchetti, assemblee, ordini del giorno presentati nelle assemblee elettive. Una mobilitazione per chiedere, innanzitutto, che venga al più presto ripristinata la gestione ordinaria del ciclo dei rifiuti e delle acque anche al fine di stabilire un consenso diffuso ed informato della popolazione, delle istituzioni locali, delle associazioni ambientaliste nelle scelte di politiche ambientali e nella gestione del proprio territorio. Per Stefano Zuccherini le politiche adottate in questi anni dall'Ufficio del Commissario per l'Emergenza Ambientale si sono dimostrate fallimentari sia nella gestione del ciclo dei rifiuti che in quello delle acque reflue. Le continue emergenze rifiuti e le stagioni estive puntualmente compromesse dalle condizioni delle acque di balneazione dimostrano che è necessaria al più presto una svolta in questo settore. Nel Ciclo dei Rifiuti - per Zuccherini - è necessaria una politica che punti al massimo sulla riduzione, la raccolta differenziata, il riciclaggio evitando la realizzazione di megaimpianti, nuove discariche, inceneritori. In questo quadro Rifondazione chiede una vera e propria moratoria nella costruzione di grandi impianti e di discariche il cui obiettivo è quello di fare a meno di impianti a rischio, di minimizzare volumi e rischi ambientali delle discariche, di risparmiare sull'uso di territorio e di perseguire, in sintonia con le stesse direttive della Comunità europea e della legislazione vigente, delle politiche che privilegino la riduzione della produzione di rifiuti, la raccolta differenziata e il riciclaggio in direzione di una economia "a rifiuto zero".
In Calabria, sostanzialmente, si è scelto, così come denunciato da tutte le associazioni ambientaliste calabresi (WWF, Amici della Terra, Legambiente, etc.) un sistema basato sulla costruzione di megaimpianti che trattano i rifiuti lontano dal loro luogo di origine. Un sistema che crea problemi (costi, impatti ambientali, viabilità) derivanti dalla movimentazione della enorme massa dei rifiuti. Tali scelte oltre a non fare uscire la regione dalle continue emergenze incidono in maniera negativa sui costi della gestione del ciclo dei rifiuti e conseguentemente sui bilanci della famiglie calabresi. L'ultimo rapporto dell'APAT (Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i Servizi Tecnici) dichiara: "La raccolta differenziata e la separazione delle frazioni umide dal rifiuto secco devono essere effettive. Il Rapporto Rifiuti 2003 ben evidenzia che i costi di gestione per la raccolta differenziata incidono sui costi totali per un 11%; mentre la indifferenziata incide per un 69%. L'analisi dei costi relativi alla raccolta differenziata in casi specificamente individuati (170) consente di affermare che la raccolta differenziata in nessun caso determina un aggravio dei costi di gestione". La Calabria,oggi, non raggiunge nemmeno il 10% di differenziata nonostante gli obiettivi prevedevano il 15% nel 1999, 25% nel 2001, 35% nel 2003. Per Rifondazione una nuova politica va realizzata ponendosi l'obiettivo di andare oltre le percentuali previste dalla legislazione vigente. Occorrono vere azioni positive che coinvolgano tutte le istanze sociali e produttive nell'attuazione di questi obiettivi. In particolare, la riduzione va prodotta intervenendo nei cicli merceologici e la raccolta differenziata deve essere "spinta" e non aggiuntiva. Questi obiettivi, inoltre, dimostrano la loro efficacia dal punto di vista occupazionale. Numerosi sono gli studi come quello del Massachussets Istitute of Techonology che dimostrano come la raccolta differenziata e il successivo riciclaggio produce un impatto occupazione notevolmente maggiore rispetto a quello prodotto dall'incenerimento e dal conferimento in discarica dei rifiuti, oltre, a garantire un risparmio energetico da tre a cinque volte superiore all'incenerimento.
Per Rifondazione, inoltre nel ciclo delle acque, in Calabria, negli ultimi anni si è assistito ad un peggioramento delle acque di balneazione che ha provocato numerose proteste delle associazioni ambientaliste, di amministratori locali, e di numerosi operatori turistici. Questa situazione in molti tratti della costa calabrese oltre a rappresentare un rischio per l'ambiente e la salute dei cittadini ha provocato e provocherà seri problemi all'economia turistica di intere aree.
Nulla è stato fatto per migliorare la gestione degli impianti di depurazione, nonostante le ripetute segnalazione dei sindacati dei lavoratori chimici (Filcea-Cgil, Flerica-Cisl e Uilcem-Uil) che hanno più volte denunciato numerose inadempienze, accertate anche dall'Ispettorato del Lavoro, dalla Guardia di Finanza, dalle ASL, dalla magistratura, da parte delle imprese che gestiscono i depuratori. A fronte della gravità della situazione ambientale e delle numerose e continue vertenze dei lavoratori, impegnati a difendere il loro posto di lavoro e a reclamare il pagamento degli stipendi loro dovuti, abbiamo assistito ad un irresponsabile rimpallo di responsabilità tra l'Ufficio del Commissario e alcune Province. In questo senso rifondazione chiede che venga costituita una commissione indipendente di esperti per una indagine dettagliata sulla gestione degli impianti di depurazione presenti sul territorio regionale. Una commissione che verifichi l'efficienza e l'efficacia degli impianti, il rispetto del capitolato d'oneri, il corretto rapporto addetti/impianto. Per Rifondazione, infine, si tratta di interrompere le pratiche che hanno privilegiato gli interessi privati rispetto a quelli generali. Una pratica alla quale non si è sottratto che ha gestito il settore in questi anni.”

L’ass. Tommasi e l’Anci aderiscono all’iniziativa di Oliverio sulla depurazione

25/06 “La posizione assunta dal Presidente della Provincia di Cosenza, on. Mario Oliverio, non può che non essere condivisa” afferma in una nota l’assessore regionale all’Ambiente, Diego Tommasi a proposito delle recenti prese di posizone del Presidente della Provincia di Cosenza sulla depurazione che ha indetto per lunedì una riunione a Catanzaro. “Il sistema depurativo calabrese – continua Tomamsi - versa in uno stato comatoso. La situazione che abbiamo ereditato ci preoccupa molto. Il completamento di alcune opere e la sistemazione di altre non doveva avvenire così in ritardo: oggi si è ridato il via ad una serie di interventi strutturali che consentiranno un miglioramento della situazione. L’impegno della Giunta regionale per l’emergenza depurazione in Calabria è grande e si è potuto addivenire all’elaborazione di un Piano per fronteggiare l’ emergenza grazie alla piena sinergia tra i vari assessorati. Parte integrante per l’attuazione di questi interventi sono stati il vicepresidente con delega al Bilancio, Nicola Adamo e dell’assessore ai Lavori Pubblici, Luigi Incarnato, tutto sotto l’egida del Presidente on, Agazio Loiero.
L’Ufficio del Commissario ha provveduto ad erogare le somme alle ditte appaltatrici dei lavori di completamento di alcuni sistemi di depurazione nei comuni di S. Maria del Cedro, Diamante, San Lucido, Falconara, Fiumefreddo, Longobardi, Belmonte-Amantea, Gizzeria, Villapiana, Cariati e Trebisacce e in altri comuni della Regione. L’impegno assunto dall’Ufficio del Commissario è quello di ultimare le opere per fronteggiare l’emergenza estiva.
Insieme alla mancata attuazione delle procedure d’emergenza, vi sono da registrare una serie di problematiche con le aziende che gestiscono gli impianti. Pur consapevoli che la Regione Calabria è commissariata e pertanto i rapporti amministrativi con gli ATO sono solo fra l’Ufficio del Commissario e le stesse, riteniamo debba prevalere la volontà di instaurare un clima di proficua collaborazione e di totale condivisione degli obiettivi da raggiungere.”
A far da eco all’assessore Tommasi è l’ANCI calabrese che in una nota ribadisce “in qualita'di associazione che da' voce alle aspirazioni, alle aspettative, alle esigenze dei Comuni'', ha aderito all' iniziativa del presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, relativa alla mobilitazione sulla questione della depurazione. ''Troppe volte, in passato come nel presente - e' scritto nella nota - i Comuni hanno pagato conseguenze pesantissime per ritardi, inefficienze, inerzia di altre istituzioni. Troppe volte i Comuni sono stati messi nel difficile angolo dell' impossibilita' di agire. Non fa eccezione l' essenziale capitolo della depurazione che sta creando oggettive fratture tra amministratori ed amministrati. Il terreno della depurazione si configura sempre piu' come minato, e rischia di far saltare equilibri che, al contrario, devono essere rinsaldati ogni giorno. Ben vengano, dunque, azioni come quelle promosse dall' on. Oliverio. E' ora di chiarire competenze e responsabilita'. E' ora che i cittadini sappiano perche' le cose non funzionano come dovrebbero e conoscano le reali configurazioni dei problemi''. ''Nel contempo - prosegue la nota dell' Anci - e' giunta l' ora di cambiare una pagina tra le piu' tristi della storia di una regione che tende al riscatto, ma che ha bisogno di tutti gli strumenti perche' questo possa realizzarsi. Un riscatto che certamente passa dalla salvaguardia di un ambiente che in Calabria, ancor piu' che altrove, si pone come risorsa. Far ordine sulla depurazione significhera' cominciare a ragionare in termini seri sul rilancio di un' intera regione oltre che sulla tutela di un patrimonio sin ora depredato, violentato, mortificato in tutti i modi''.

Rifondazione di Potenza contraria alla Centrale del Mercure

25/06 La costruzione della centrale a biomasse del Mercure e' ''una seria ipoteca contro l' ambiente e l' economia della zona del Mercure'': lo ha detto, in una nota, il segretario provinciale di potenzadel Partito della Rifondazione comunista, Angela Lombardi, secondo la quale, in Basilicata ''e in particolare in una zona come quella del Mercure, che e' praticamente nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, si puo' costruire un' economia che valorizzando le risorse ambientali, naturali e culturali possa essere una fonte di reddito per le popolazioni locali''. ''Siamo con le popolazioni locali che si oppongono alla centrale - ha aggiunto - e ci pare vergognoso da parte di alcuni il tentativo di creare un clima di contrapposizione con i lavoratori impegnati nella costruzione della centrale con cui siamo solidali ma che non possono essere usati come arma di ricatto per imporre la continuazione dei lavori''. ''Appoggiamo la richiesta - ha concluso Lombardi - che le istituzioni lucane, la Regione Basilicata e la Provincia di Potenza, hanno fatto di un incontro urgente con le omologhe istituzione calabresi e con l' Enel per trovare una soluzione che secondo noi debba impedire la realizzazione dell' ennesimo 'mostro' ''.

Numerose adesioni all’iniziativa del Presidente Oliverio sui depuratori. Lunedì conferenza a Catanzaro

24/06 Sono oltremodo numerose le adesioni all’iniziativa lanciata dal Presidente della Provincia di Cosenza, onorevole Mario Oliverio, che per Lunedì prossimo, 27 Giugno, alle ore 11,00, ha convocato una conferenza stampa a Catanzaro Lido, presso la sede del Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale, allo scopo di richiamare l’attenzione sui gravissimi ritardi che sulla depurazione fa registrare la gestione commissariale.
La forte presa di posizione ha già determinato il pieno sostegno da parte del Presidenti delle Province di Reggio Calabria, Fuda, di Catanzaro, Traversa, di Crotone, Iritale, di Vibo Valentia, Bruno, nonché di numerosi Sindaci delle fasce costiere calabresi ma anche dell’interno, così come dei Sindacati.
Anche l’ANCI Calabria ha espresso il pieno appoggio all’iniziativa ed ha assicurato la propria presenza nella conferenza stampa.
“Noto che il Commissario all’Emergenza Ambientale- ha commentato stamane il Presidente Oliverio- continua a scaricare, come ampiamente prevedibile, le proprie responsabilità su altri livelli istituzionali. Ci sarebbe da chiedersi come mai rimane in vita una istituzione come il Commissario stesso se le responsabilità sono di altre istituzioni.”
“Bisogna essere seri- ammonisce il Presidente della Provincia di Cosenza-. Ognuno deve assumere le proprie responsabilità. Se il Commissario, come continua a dimostrare, non è in grado di farlo, allora rinunci formalmente a questa importante, impegnativa funzione. Anche le iniziative positive intraprese dal presidente della Giunta Regionale, Loiero e dal neo Assessore all’Ambiente, Tommasi, in direzione di una problematica sulla quale grava come un macigno l’eredità di tanti anni di passività e malgoverno, rischiano di essere vanificate.”
“In queste prime settimane di governo della nuova Giunta regionale- stima ancora l’onorevole Oliverio- abbiamo finalmente avuto la possibilità di sederci intorno ad un tavolo e di aver avuto ascolto ed interlocuzione con i nuovi amministratori che hanno non solo mostrato sensibilità ed attenzione, ma assunto insieme a noi anche iniziative concrete nei confronti del Governo e del Parlamento e per far fronte ad una situazione di emergenza attraverso misure concrete ed interventi mirati a rimuovere ostacoli ed a sbloccare depuratori e completare reti fognarie, bloccati da anni di inerzia, passività, disinteresse.”
“Se a questa azione del nuovo governo regionale e delle istituzioni non si accompagna una azione coerente e conseguente del Commissario per l’Emergenza Ambientale- rileva il Presidente- questo impegno straordinario rischia di essere vanificato. Infatti, i poteri, le risorse, nel campo della depurazione come in quello dei rifiuti, in particolare per quanto riguarda la realizzazione e la messa in funzione degli impianti di depurazione e dei collettori fognari, sono del Commissario che può e deve esercitarli con poteri straordinari.” “La nostra iniziativa- chiarisce ulteriormente l’onorevole Oliverio- è volta esclusivamente alla soluzione di un problema che riteniamo vitale per lo sviluppo della nostra regione. In tal senso, ci siamo impegnati sin dall’inizio del nostro mandato e continueremo a farlo senza nasconderci dietro l’alibi delle competenze che, dinanzi a problemi strutturali, non dovrebbero costituire fattore di disinteresse e di passività per nessuno, meno che meno per le istituzioni.”
“Lunedì, con la conferenza stampa- conclude il Presidente della Provincia di Cosenza- ci faremo promotori del rilancio di una azione che sarà incalzante e si svilupperà nelle prossime settimane in modo mirato per risolvere nel concreto, Comune per Comune, il problema della depurazione. La campagna “Mare da Bere” sarà conclusa solo quando avremo fatto il nostro dovere di restituire pulizia alle nostre acque per rendere più attrattivo il nostro mare ed il nostro territorio”.

Rifondazione chiede iniziative per ripristinare la normalità del ciclo dei rifiuti e depurazione

24/06 L' immediato ripristino della gestione ordinaria del ciclo dei rifiuti e delle acque e' la richiesta posta a base di una mobilitazione che il partito della Rifondazione comunista avviera' a breve attraverso la distribuzione di migliaia di cartoline da spedire al presidente della Giunta regionale. La mobilitazione, e' scritto in un comunicato del partito, si articolera' con la realizzazione di banchetti, assemblee, ordini del giorno presentati nel Consigli elettivi. ''Le politiche adottate in questi anni dall' Ufficio del commissario per l' emergenza ambientale - sottolinea Stefano Zuccherini, commissario regionale del partito - si sono dimostrate fallimentari sia nella gestione del ciclo dei rifiuti che in quello delle acque reflue. Le continue emergenze rifiuti e le stagioni estive puntualmente compromesse dalle condizioni delle acque di balneazione dimostrano che e' necessaria al piu' presto una svolta in questo settore''. Per Zuccherini ''nel ciclo dei rifiuti e' necessaria una politica che punti al massimo sulla riduzione, la raccolta differenziata, il riciclaggio evitando la realizzazione di megaimpianti, nuove discariche, inceneritori. In questo quadro Rifondazione chiede una vera e propria moratoria nella costruzione di grandi impianti e di discariche il cui obiettivo e' quello di fare a meno di impianti a rischio, di minimizzare volumi e rischi ambientali delle discariche, di risparmiare sull' uso di territorio e di perseguire, in sintonia con le stesse direttive della Comunita' europea e della legislazione vigente, delle politiche che privilegino la riduzione della produzione di rifiuti, la raccolta differenziata e il riciclaggio in direzione di una economia 'a rifiuto zero'''. ''La Calabria, oggi - evidenzia ancora Zuccherini - non raggiunge nemmeno il 10% di differenziata nonostante gli obiettivi prevedevano il 15% nel 1999, 25% nel 2001, 35% nel 2003. Per Rifondazione una nuova politica va realizzata ponendosi l' obiettivo di andare oltre le percentuali previste dalla legislazione vigente. Occorrono vere azioni positive che coinvolgano tutte le istanze sociali e produttive nell' attuazione di questi obiettivi''. Nel settore della depurazione, infine, ''a fronte della gravita' della situazione ambientale e delle numerose e continue vertenze dei lavoratori impegnati a difendere il loro posto di lavoro e a reclamare il pagamento degli stipendi loro dovuti - sostiene Zuccherini - abbiamo assistito ad un irresponsabile rimpallo di responsabilita' tra l' Ufficio del Commissario e alcune Province. In questo senso Rifondazione chiede che venga costituita una commissione indipendente di esperti per una indagine dettagliata sulla gestione degli impianti di depurazione presenti sul territorio regionale''.

Si è dimesso il presidente della Comunità del Parco del Pollino

24/06 Il presidente della Comunita' del Parco del Pollino, Gaetano Palermo, si e' dimesso dal suo incarico per ''agevolare - e' scritto nella lettera di dimissioni - i componenti delle comunita' delle due regioni a ritrovare l' auspicata e necessaria unita' di gestione del Parco''. Le dimissioni sono state comunicate con una lettera che Palermo ha inviato componenti la Comunita', al Presidente e al Direttore dell' Ente Parco. ''L' esperienza da me vissuta in questi anni - ha scritto Palermo - sebbene svoltasi durante un periodo di grande difficolta', dettata da una lunga crisi politica della stessa Comunita', e' stata, comunque, esaltante e proficua in termini di risultati. Mi ritengo, infatti, soddisfatto degli obiettivi raggiunti. Tra quelli piu' rilevanti l 'approvazione della riperimetrazione e del regolamento per l'abbattimento selettivo dei cinghiali, approvati prima dalla Comunita' del Parco e poi dal Consiglio direttivo, l' avvio della discussione per l' approvazione del Piano per il Parco, gia' licenziato dal Consiglio direttivo. Importante e' stato il lavoro svolto dal Presidente del Parco e dall' esecutivo per cercare di ridurre in maniera determinante la giacenza di cassa prodotta da un'inefficiente gestione precedente. Un obiettivo conseguito che va ascritto alla sinergia e all' unita' d' intenti attuata per tale scopo''. ''Voglio ringraziare tutti coloro - ha concluso Palermo - che in ogni modo hanno sostenuto la mia opera e reso piu' facile e gradito il mio compito, attraverso la loro disponibilita' e la cordialita' dei rapporti, augurando loro un buon lavoro che, sono certo produrra' ulteriori importanti risultati da tutti attesi''.

La regione Basilicata e la Provincia di Potenza chiedono un tavolo istituzionale per la centrale del Mercure

24/06 Un tavolo istituzionale permanente nel quale affrontare i temi legati alla Centrale del Mercure e allo sviluppo sostenibile dell'area interessata al progetto: e' quanto hanno chiesto all'Enel l'assessore all'Ambiente della Regione Basilicata, Giovanni Rondinone, e il presidente della Provincia di Potenza, Sabino Altobello. Lo ha reso noto, con un comunicato, l'ufficio stampa della Giunta. Nella nota viene sottolineato che per il 28 giugno era stato convocato un incontro con la partecipazione della Regione Calabria e della provincia di Cosenza, ma l'Enel, all'ultimo momento, ha chiesto il rinvio per l'assenza dei propri rappresentanti. Rondinone e Altobello - conclude la nota della regione - preoccupati per l'ulteriore rinvio, hanno deciso una iniziativa incalzante nei confronti dell'Enel per la definizione e l'avvio del tavolo istituzionale di cui faranno parte anche i rappresentanti istituzionali della Regione Calabria e della Provincia di Cosenza.

Il Ministro Valentino firma fondi per tre milioni di euro a Reggio per lavori ambientali

23/06 ''Il Ministro dell'Ambiente ha firmato il decreto di finanziamento con il quale sono stati finanziati 1.758.000 euro per la messa in sicurezza del torrente Condorato e 1.137.000 euro per la sistemazione del suolo della localita' Malavenda di Reggio Calabria''. Lo ha reso noto il sottosegretario alla giustizia Giuseppe Valentino. ''L'iniziativa del governo - e' scritto in una nota - ribadisce l'attenzione nei confronti della citta' di Reggio Calabria e per tale ragione il sottosegretario alla giustizia Giuseppe Valentino ha inviato i suoi ringraziamenti al Ministro Matteoli. Valentino ha sottolineato, nella circostanza, quanto apprezzamento meriti l'impegno del Governo su un tema di grande attualita' come quello dell'ambiente, cosi' avvertito nelle aree calabresi dove, nel corso degli anni, si sono spesso verificati eventi con conseguenze gravissime per il territorio ed i suoi abitanti''. ''L'impegno del governo - conclude la nota - tende a realizzare maggiore sicurezza grazie a opere tese ad opporre e contenere eventi naturali altamente dannossi''.

La commissione Ecomafie, ora in Basilicata, rivela un traffico di plutonio verso Saddam

23/06 E' per traffico internazionale di materiale nucleare finalizzato all'armamento (probabilmente verso l'Iraq di Saddam) il fascicolo aperto nel 1999 dalla procura antimafia di Potenza sulle attività del Centro Enea di Trisaia di Rotondella (Matera). Lo ha rivelato stamani a Potenza il presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sui rifiuti, il deputato di Forza Italia Paolo Russo. La Commissione ha tenuto una conferenza stampa alla prefettura del capoluogo lucano al termine di una serie di audizioni, iniziate ieri, sul ciclo integrato dei rifiuti in regione. La trasferta in Basilicata, che rientra in un giro di audizioni in tutte le regioni d' Italia, e' stata anticipata dopo la pubblicazione su L'Espresso di un memoriale di un pentito della 'ndrangheta su di una presunta discarica di scorie nucleari del Centro Enea, nelle campagne fra Pisticci e Ferrandina (Matera). La Commissione ha sentito ieri fra gli altri il procuratore capo di Potenza, Giuseppe Galante, e il sostituto antimafia Felicia Genovese, titolari dell'inchiesta, e il direttore dell' impianto Itrec del Centro di Trisaia, Tommaso Candelieri, accusato dal pentito di smaltimento illecito di materiale radioattivo. I magistrati hanno spiegato di aver avviato ricerche capillari con metal detector nell' area indicata dal pentito per la discarica, e che serviranno mesi per completarle. Candelieri ha respinto tutte le accuse (ha gia' querelato L' espresso) e ha detto che e' tecnicamente impossibile portare via 600 fusti dall' Enea in una notte, come ha raccontato il pentito, e che non basterebbero due notti. La procura antimafia potentina ha aperto un' inchiesta sull' Enea di Rotondella nel 1999, su segnalazione di un presunto traffico di plutonio (materiale di uso esclusivamente bellico) dal Centro verso l' Iraq. ''Non e' stato accertato che sia passato del plutonio per la Trisaia'' ha detto il presidente della Commissione. L' indagine pero' non e' chiusa: ''La procura sta facendo un buon lavoro - ha aggiunto Russo - e ha le idee chiare su come inquadrare l' inchiesta''. Secondo il parlamentare, nell' ambito delle indagini i magistrati lucani avevano gia' avuto in passato segnalazione di una discarica di scorie radioattive dell' Enea fra Pisticci e Ferrandina, a Coste della Cretagna. ''Una parte di accertamenti erano stati fatti - ha detto Russo - con esiti non brillanti''. Poi alcune settimane fa e' arrivato il memoriale del pentito della 'ndrangheta pubblicato da L' espresso. Secondo il presidente della Commissione, il documento e' stato consegnato alla procura contemporaneamente alla pubblicazione. A quel punto la Dda ha incaricato il Corpo Forestale e l' Istituto di Geofisica di Roma di fare accertamenti accurati in zona, su di un' area di dieci chilometri quadrati. ''Vengono usati magnetometri in grado di sentire masse ferrose fino a trenta metri di profondita' - ha detto Russo -. Bisogna battere il terreno passo per passo e per completare i controlli serviranno ancora mesi''.

Verdi: "Le nuove tecnologie per un ambiente sostenibile e partecipato in Calabria "

22/06 "Le tecnologie aperte come l'open source e come le reti civiche consentono oggi un nuovo modello di partecipazione e di costruzione del consenso alle decisioni della pubblica amministrazione: a partire da Agenda 21 i Verdi nelle prossime settimane svilupperanno una iniziativa concertata nelle amministrazioni locali, provinciali e regionali per dimostrare come oggi sia possibile una nuova sintesi tra innovazione tecnologica, partecipazione dei cittadini, sviluppo sostenibile. " dichiarano Leo Autelitano, segretario regionale dei Verdi calabresi e il. sen. Fiorello Cortiana, presidente dell'Intergruppo Bicamerale per l'Innovazione Tecnologica. "La Calabria si candida ad essere un vero e proprio laboratorio nazionale affinché, attraverso Agenda 21, si sperimenti una sintesi nuova tra tecnologie e sviluppo sostenibile; pensiamo ad esempio all'esperienza delle reti civiche e a quello che hanno significato nella rivoluzione del rapporto tra i cittadini e le amministrazioni. I Verdi con una azione concertata ai diversi livelli in nelle prossime settimane metteranno questo al centro della propria azione." Concludono i due esponenti verdi.

La commissione ecomafie in visita in Basilicata dopo le rivelazioni del pentito

22/06 ''Noi siamo qui per conoscere, per fare un' azione di critica positiva a quanto accade sul fronte del ciclo integrato dei rifiuti. Nell' ambito di questa attivita', rappresentata in ogni regione italiana, affrontiamo la criticita' rispetto alle rivelazioni del presunto interramento''. Lo ha detto a Potenza il presidente della Commissione parlamentare d' inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attivita' illecite, il deputato di Forza Italia Paolo Russo, a margine delle audizioni presso la prefettura del capoluogo lucano sulle rivelazioni di un pentito della 'ndrangheta (citato da L' Espresso) su di una discarica di scorie nucleari nelle campagne tra Pisticci e Ferrandina (Matera). ''A noi interessa - ha aggiunto Russo - da una parte rasserenare le popolazioni, dall' altra parte individuare con certezza cio' che e' stato dichiarato, se e' vero, se non e' vero, e soprattutto dare prospettive di certezza ai percorsi istituzionali che consentono di migliorare le performances, per ottenere che le criticita' si riducano e che le eccellenze si esaltino''. ''I tecnici - ha concluso il parlamentare - stanno verificando sul posto se esistono questi fusti tossici. A noi interessa che ognuno faccia la propria parte. Tutte le istituzioni si devono mobilitare subito, sia dal punto di vista della qualita' dell' azione, sia dal punto di vista dei tempi''.
''La visita della Commissione sui rifiuti credo serva a chiarire un contesto quale quello dei rifiuti radioattivi che nel mezzogiorno e anche nella nostra regione desta sempre tanta preoccupazione''. Lo ha detto il Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, a margine dell' audizione presso la prefettura di Potenza con la Commissione parlamentare d' inchiesta sul ciclo dei rifiuti. ''Noi - ha aggiunto De Filippo - abbiamo messo in campo tutte le operativita' che servivano per una evenienza cosi' complessa. Stiamo facendo tutte le indagini possibili, con uno spirito di grande collaborazione. Noi vorremmo tranquillizzare la comunita' attraverso una esplicita manifestazione delle attivita' che stiamo svolgendo e che dovrebbero mettere in sicurezza i nostri cittadini''.

Il Presidente Oliverio: “Ora basta, sulla depurazione nessuno scaricabarile”

21/06 E’ una dura, precisa e circostanziata presa di posizione, quella del Presidente Oliverio in ordine alla situazione della depurazione ed ai gravissimi ritardi che su essa fa registrare la gestione commissariale, malgrado i continui solleciti che nella direzione della messa a regime del settore sono stati espressi da più parti, segnatamente dalla Provincia di Cosenza e dal suo Presidente.
Oliverio, in relazione a ciò annuncia infatti l’apertura di una fase di mobilitazione che avrà avvio Lunedì prossimo, 27 Giugno. Nella mattina, il Presidente della Provincia di Cosenza ha chiamato a raccolta Sindaci, Sindacati, ambientalisti per una azione di informazione che sarà simbolicamente tenuta presso la sede del Commissario per l’emergenza rifiuti della Regione Calabria, a Catanzaro.
Un azione volutamente plateale, eventuale precedente di una protesta più articolata, decisa quale forte richiamo di attenzione su un problema grave, agitato ormai da più di un anno senza che alcun tipo di risposta concreta, che pure doveva essere data, sia stata fornita. “Ora basta!” afferma in una nota l’onorevole Oliverio. “Sui problemi della depurazione e delle garanzie per il funzionamento del sistema della depurazione non può esserci scaricabarile. Il Commissario per l’emergenza ambientale che ha compiti, funzioni e risorse straordinari per intervenire anche in questo settore oltre che in quello dei rifiuti, deve agire in direzione della soluzione di problematiche che rischiano di mortificare le potenzialità di sviluppo della nostra regione.”
“Il balletto delle responsabilità- rileva Oliverio- non interessa le popolazioni che anche in questa stagione assistono incredule ad una discussione astratta e priva di efficacia. Se il Commissario per l’emergenza ambientale non è nelle condizioni e nelle capacità di far funzionare i depuratori, di sbloccare i lavori per il completamento dei collettori, di collegare la rete fognaria come avviene per alcuni Comuni, ai depuratori, allora significa che vi è un problema rispetto al quale non si può più indugiare.”. “Il Presidente della Giunta Regionale, verso il quale riconfermiamo il nostro apprezzamento per la sensibilità e l’azione dispiegata anche in questo settore- richiama Mario Oliverio- deve orientarsi in maniera ancora più forte per assumere direttamente le responsabilità del Commissario per l’emergenza ambientale, al fine di realizzare il coordinamento necessario nelle iniziative ed una maggiore efficacia nell’azione di governo di una situazione complessa e compromessa dalle gravi responsabilità delle passate gestioni. Se non si determinerà una svolta in termini di chiusura netta con anni di malgoverno e di incuria in questo settore, anche attraverso la completa liquidazione della struttura preposta alla gestione del commissariato per l’emergenza ambientale, difficilmente saranno fatti passi in direzione di una soluzione della situazione.” “Nei prossimi giorni- annuncia dunque il Presidente della Provincia di Cosenza- se non ci saranno segnali di una inversione di rotta, saremo davanti alla sede del Commissariato insieme ai Sindaci, ed a quanti hanno a cuore gli interessi della nostra regione. “Mare da bere” è una campagna che abbiamo lanciato lo scorso anno e che intendiamo sostenere aprendo ora una fase di mobilitazione, di denunzia, di proposte positive rispetto alle quali ognuno deve fare la propria parte. Lunedì mattina, su nostra iniziativa sarà organizzata una conferenza stampa davanti alla sede del Commissario per l’emergenza ambientale, cui saranno invitate le Organizzazioni Sindacali, i Sindaci, le organizzazioni ambientaliste.”

Insediato il direttore Pro tempore del Parco del Pollino

21/06 Si e' insediato il nuovo direttore pro-tempore del Parco nazionale del Pollino, Fabio Vallarola, che - e' scritto in una nota - restera' alla guida dell'Ente per i prossimi tre mesi. Vallarola e' stato nominato dal consiglio direttivo del Parco del Pollino nella seduta del 5 giugno scorso. Vallarola, 38 anni, di Teramo, era dipendente dell'Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, dove ricopriva il ruolo di responsabile dell'Ufficio tecnico, urbanistico-territoriale. La designazione per l'incarico temporaneo - prosegue la nota - e' avvenuta - in attesa della indicazione della terna da comunicare al Ministero all'Ambiente - tra gli idonei a ricoprire l'incarico di direttore che hanno risposto al bando dell'Ente Parco per il conferimento dell'incarico temporaneo.

Il Parco del Pollino andrà avanti con l’abbattimento dei cinghiali

21/06 Il Parco del Pollino e' fermamente intenzionato ad andare avanti nell' abbattimento selettivo dei cinghiali ed e' anche disponibile a lavorare ad una ipotesi che ampli il numero dei capi da abbattere. Una commissione tecnica permanente valutera' il da farsi. E' questo quanto e' emerso stamani al termine dell' incontro tra il Presidente dell' Ente Parco, Francesco Fino, e i rappresentanti dei sindaci lucani e calabresi della zona, recatisi all' Ente Parco per richiedere misure urgenti e straordinarie d' intervento. Dagli interventi dei sindaci e dei cittadini, per la maggior parte provenienti dal versante lucano del Parco e' emersa chiara l' emergenza. L' agricoltura, secondo gli intervenuti - e' in ginocchio e si rischia anche l' incolumita' pubblica. Non meno importante sarebbe, per alcuni, il conseguente problema sanitario.

Premi a chi investe in energia pulita: a Montalto premiata la Coretto

21/06 Festeggiare il sole nella giornata del suo massimo splendore, premiare chi decide di investire su fonti di energia rinnovabili, sensibilizzare la pubblica opinione e i partiti politici sui temi dell'ambiente e dello sviluppo eco-compatibile. Sono queste le finalita' del premio "Solstizio d'Estate" ideato dalla federazione dei Verdi e assegnato a cinque progetti che utilizzano fonti di energia pulita. L'iniziativa, presentata nell'albergo Nazionale di piazza Montecitorio, ha visto primeggiare per investimenti e innovazione il Sud. E' il caso dell'azienda zootecnica Coretto di Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza, che ha realizzato un impianto di produzione di biogas. "La nostra azienda produce latte di alta qualita' e biograno", spiega l'agronomo Lorenzo Garrafa, "rimaneva il problema del cosa fare degli scarti, molti dei quali altamente acidi, in una zona, il Cosentino, ricca di falde acquifere da salvaguardare. Abbiamo quindi pensato al digestore anaerobico, un impianto per la conversione dei rifiuti in energia". Una soluzione che fa risparmiare sui costi di smaltimento, sull'energia, ma anche sui fertilizzanti. "Possiamo pensare di emanciparci dalle aziende che producono fertilizzanti chimici come la Bayer", continua Garrafa, "utilizzando le deiezioni animali trattate e stabilizzate". Stabilimenti di questo tipo sono largamente utilizzati nei paesi del nord Europa, ma con una sostanziale differenza. Mentre in Austria il trasposto dagli stabilimenti dove i rifiuti si producono a quelli per la loro trasformazione avviene con l'utilizzo di camion, il sito di Montalto Uffugo si e' dotato di un sistema di condutture che trasportano i liquami direttamente nel digestore. Premiati anche il piccolo comune (duemila anime) di Valsinni, in provincia di Matera e il servizio edilizia scolastica della Provincia di Salerno. I premi sono stati consegnati per l'impegno nel settore della pianificazione energetica finalizzata al risparmio e all'uso di fonti rinnovabili. Un premio inoltre per l'agenzia della casa della Provincia di Torino, impegnata nella ristrutturazione di due quartieri, Arquata e Vinovo, che prevede di dotare le abitazioni di impianti fotovoltaici in grado di riscaldare gli ambienti d'inverno e rinfrescarli d'estate. Sistemi di raccolta dell'acqua piovana, inoltre, garantiscono l'irrigazione di orti e giardini pubblici a costo zero. Particolarmente significativo il premio assegnato all'ospedale Cto di Roma che, attraverso la creazione di un impianto di cogenerazione (produzione contemporanea di calore ed elettricita'), consente il funzionamento di due vasche per il recupero dei politraumatizzati ricoverati nella struttura.

Soddisfazione dei sindacati per la riapertura della Centrale del Mercure

20/06 Il sindacato regionale dei lavoratori elettrici, in una nota, ha espresso ''soddisfazione per il ritorno al lavoro dei 150 lavoratori addetti alla riconversione della Centrale del Mercure''. ''Avevamo ragione - e' scritto nel comunicato delle segreterie regionali Fnle, Flaei e Uilcem - ad avere piena fiducia nella magistratura ed i fatti ci hanno dato ragione. Il sindacato ha sempre messo al primo posto il rispetto per le misure di sicurezza e dell' ambiente, non barattandolo mai con nessun altro valore, neppure quello del lavoro. Sapevamo ed avevamo controllato attraverso le nostre strutture, le rappresentanze sindacali territoriali ed i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, che l' azienda aveva rispettato tutte le norme previste dalla vigente legislazione ed eravamo e siamo certi che i lavoratori e l' ambiente non corrono alcun pericolo. Adesso, com' e' giusto che sia, la magistratura, l' Azienda sanitaria, l' Arpacal completeranno le rispettive indagini, ma nel frattempo i lavoratori della Centrale possono tornare al lavoro''. ''Non si puo' non menzionare - hanno proseguito i sindacati - il grande esempio di solidarieta' che i cittadini della Valle del Mercure hanno dato a quei pochi soggetti il cui unico scopo era il blocco dei lavori. In tantissimi hanno aderito al presidio in maniera spontanea. Donne, giovani, bambini, pensionati elettrici, soggetti politici ed istituzionali, imprenditori, hanno vissuto, insieme ai lavoratori ed al sindacato, sempre presente, il dramma della perdita del posto di lavoro che significava anche una ricaduta ampiamente negativa per l'intero territorio. La solidarieta' e' ancora un valore importante ed al Mercure e' stato ampiamente dimostrato''. ''Adesso - conclude la nota dei sindacati - non bisogna lasciare spazio alla demagogia e disinformazione delle ultime settimane, esistono tutte le condizioni perche' si completi l' investimento compatibile con l' ambiente e nello stesso tempo si realizzino interventi di bonifica come ulteriore elemento cautelativo. Questo e' l' impegno che lavoratori e sindacato elettrico si assumono a parziale conclusione di questa triste vicenda''.

Il Presidente della Provincia di Cosenza, Oliverio, sollecita l’iter del decreto sulla depurazione

18/06 Il presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, anche a nome dei presidenti delle altre Province, in merito al decreto che estende alla Calabria i provvedimenti per l' emergenza ambientale gia' assunti per la Campania, ha sollecitato i presidenti delle Commissioni Affari costituzionali, sen. Andrea Pastore, ed Ambiente, sen. Emiddio Novi, nonche' il sottosegretario ai rapporti con il Parlamento, Cosimo Ventucci, investendo anche i Senatori calabresi, affinche' sia rapido l' iter per l' approvazione dell' estensione dei provvedimenti del decreto, in conversione al Senato, sia alle problematiche connesse al settore dei rifiuti che a quello della depurazione. In particolare, Oliverio ha chiesto che venga recepito un emendamento che sancisca la possibilita' per i Comuni di accendere mutui con la Cassa depositi e prestiti per il ripiano delle passivita' accumulate in materia di rifiuti e depurazione. ''Ritengo importante - ha sostenuto Oliverio - una correzione del decreto assunto dal Governo in materia di emergenza ambientale relativamente alle problematiche da noi poste di concerto con il presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, in direzione di una finalita' chiara che comprenda sia il settore rifiuti che quello della depurazione, cercando le condizioni per costruire un sistema efficiente e rispondente agli interessi del territorio dopo anni di ritardi e mancata organizzazione dei servizi''.

Dissequestrata la centrale del Mercure che ha ripreso l’attività

La Procura della Repubblica di Castrovillari ha revocato l' ordinanza con cui aveva disposto il divieto di accesso alla centrale del Mercure di Laino Borgo. L' attivita' dell' impianto, cosi', e' ripresa regolarmente. E' quanto hanno riferito la segreterie regionali dei sindacati confederali del settore energia, Fnle-Cgil, Flaei-Cisl e Uilcem-Uil, che hanno ricevuto una comunicazione in tal senso dai dirigenti dell' Enel, con l' annuncio che ''la decisione della Procura di Castrovillari determina le condizioni per una ripresa immediata dell' attivita' dell' impianto''. In una nota i sindacati esprimono ''la grande soddisfazione dei lavoratori, i quali hanno sempre sostenuto che nell'impianto sono rispettate tutte le condizioni di sicurezza del lavoro e ambientale. Gli stessi lavoratori, nel periodo di chiusura dell' impianto, avevano piu' volte espresso la loro fiducia nell' operato della magistratura''.

Fare Cerde contraria alla riapertura della Centrale del Mercure

18/06 ''Fare Verde, da sempre favorevole alla produzione di energia da fonti rinnovabili, e' contraria all' entrata in funzione della centrale Enel del Mercure perche' sorge in un' area protetta di particolare valenza paesaggistica ed ambientale a livello nazionale ed europeo, il Parco Nazionale del Pollino''. E' quanto afferma, in una nota, Francesco Pacienza, coordinatore provinciale di Cosenza dell' associazione ambientalista. ''In altre Regioni d' Italia - aggiunge Pacienza - le autorizzazioni alla costruzione di questi impianti sono concesse con limitazioni notevoli. Recupero dei rifiuti prodotti dalle segherie (industria forestale), dall' agricoltura e dalla silvicoltura. Consentire, quindi, di sfruttare le proprie risorse regionali in biomasse (scarti vegetali, strato di arbusti delle foreste, ecc.) e di far risparmiare all' industria del legname e all' amministrazione locale il costo dello smaltimento dei rifiuti, dato che i prodotti che compongono gli scarti dell' industria del legname presentano elevati costi di smaltimento e trasporto. In Calabria esistono tali presupposti in grado di garantire il funzionamento di un impianto della portata di 35 Mw come quello del Mercure? No. Esistono i seguenti presupposti per un corretto funzionamento della centrale del Mercure: materiale vegetale prodotto da trattamento esclusivamente meccanico di coltivazioni agricole non dedicate; materiale vegetale prodotto da interventi selvicolturali, da manutenzione forestale e da potatura; materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di legno vergine e costituito da cortecce, segatura, trucioli, chips, refili e tondelli di legno vergine, granulati e cascami di legno vergine, granulati e cascami di sughero vergine, non contaminati da inquinanti; materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di prodotti agricoli? Anche in questo caso no''. ''Per compensare gli alti costi di produzione - afferma ancora Pacenza - questi impianti devono far ricorso a finanziamenti pubblici e quando questi, di solito dopo 8 anni, non saranno piu' erogati questi impianti dovranno bruciare Cdr, che viene sempre accomunato al concetto di biomassa, come gia' avviene in Calabria per la centrale a biomasse di Cutro che e' stata autorizzata a bruciare Cdr dall' Ufficio del Commissario regionale all' emergenza rifiuti. Questi sono i fatti. Un impianto sbagliato nel posto sbagliato. Quanti posti di lavoro potrebbero essere realizzati attraverso la valorizzazione e la promozione del patrimonio naturalistico e paesaggistico del Pollino? Sicuramente molti di piu' dei 30 che occupa l' Enel''.

Annullata la conferenza dei servizi per la Centrale di Rossano prevista per il 24 a Roma

18/06 Non si terrà la prevista Conferenza dei Servizi indetta per giorno 24 giugno a Roma tra Ministero, Regione ed Enti locali che avrebbe dovuto discutere della trasformazione della centrale termoelettrica ad olio combustile e a gas naturale di Rossano in impianto alimentato a carbone, attraverso la realizzazione di due sezioni termoelettriche alimentate a carbone della potenza di 660 MW, in luogo delle quattro sezioni termoelettriche esistenti.
Il ministero dell’Industria infatti, ha reso noto che presso il dicastero non esiste alcun progetto alternativo all’utilizzo dell’impianto quale “riserva fredda”, sul quale progetto si sarebbe dovuta incentrare le discussione della riunione del 24. La Conferenza dei Servizi, è scritto nella comunicazione del Ministero, sarà convocata in altra data al fine di acquisire dall’Enel gli elementi utili e necessari in ordine all’ipotesi alternativa di utilizzo della centrale di Rossano e al fine anche di permettere alle Amministrazioni interessate di conoscere la proposta ed esprimere le proprie valutazioni. Come si ricorderà il dipartimento Ambiente con nota indirizzata al Ministero, aveva comunicato che il Consiglio regionale nel Piano energetico regionale aveva sancito il non utilizzo del carbone su tutto il territorio regionale. Posizione questa ampiamente condivisa da tutte le forze politiche.

Respinto il ricorso degli Ambientalisti sul ponte dello Stretto. Il WWF: “La battaglia continua”

16/06 Il Consiglio di stato ha respinto il ricorso presentato da alcune organizzazioni ambientaliste, tra cui Wwf e Legambiente e Italia Nostra, che chiedevano l' annullamento della delibera con cui il Cipe nel 2003 aveva approvato il progetto preliminare per la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina. Dopo che il ricorso era stato respinto nel 2004 dal Tar del Lazio le organizzazioni ambientaliste avevano proposto appello al Consiglio di stato che e' stato nuovamente respinto dalla quarta sezione, concludendo cosi' la vicenda. Il Tar del Lazio si era pronunciato negativamente sul ricorso degli ambientalisti nel febbraio dello scorso anno. Oltre al Cipe le organizzazioni ambientaliste avevano chiamato in causa i ministeri competenti (Ambiente, Economia, Infrastrutture Beni Culturali), l'Anas, Fintecna, Rete Ferroviaria Italiana, la societa' dello Stretto di Messina e le Regioni Sicilia e Calabria. Nel ricorso si sosteneva che l'opera presentasse, tra l' altro, la violazione della normativa in tema di tutela dell'ambiente, con carenze nella valutazione di impatto ambientale e nella normativa sui lavori pubblici, oltre a lacune del progetto in tema di studi sismici e di geotettonica, ma anche dubbi sulla sostenibilita' economica, e sul mancato coinvolgimento dei comuni interessati.
''Prendiamo atto della legittima decisione da parte del Consiglio di Stato'', ma il Wwf ''continuera' sia davanti alla Commissione Europea che in sede penale a chiedere le dovute verifiche sulla laicita' delle procedure che hanno portato all' autorizzazione per la realizzazione del ponte'' sullo stretto di Messina. L' organizzazione ambientalista commenta cosi' la decisione con cui il consiglio di stato ha respinto il ricorso che contestava la delibera con cui il Cipe aveva approvato il progetto preliminare per la realizzazione dell' opera. ''Per noi la decisione e' comunque sbagliata nel merito perche' siamo convinti delle nostre ragioni sia sul gravissimo impatto ambientale che l'opera Ponte provocherà nell'area, sia perche' il progetto posto a base di gara ha ancora molti aspetti contestabili'', prosegue il Wwf in una nota nella quale si ricorda fra l' altro che la procura di Roma ''ha aperto un'indagine in cui si ipotizza il reato di falso in atto pubblico per tre componenti della Commissione speciale di Valutazione di Impatto Ambientale in relazione ad alcuni aspetti del parere positivo di compatibilita' ambientale del progetto preliminare al ponte''.

A Pisa si è parlato della centrale del Mercure, prima autorizzata e poi bloccata. Troppi ostacoli per l'energia pulita.

16/06 Nell'elenco delle stonature della situazione delle rinnovabili in Italia, presentate dall'Enel, ce n'e' anche per le biomasse, sebbene stavolta la questione riguardi un impegno piuttosto circoscritto per la societa'. Oggi a Pisa, per l'incontro "Rinnova" sulle fonti pulite, e in particolare si e' parlato della centrale di Mercure, in provincia di Cosenza, capace di 35 Mw, prima autorizzata alla conversione da lignite a biomasse, e poi bloccata da comitati locali. "Attualmente utilizziamo biomasse per alimentare parzialmente alcuni impianti a carbone- segnala la societa'- vogliamo pero' aggiungere un impianto specificamente progettato per quelle vegetali, ma anche questo progetto si sta rivelando soprendentemente problematico". La centrale di Mercure, inattiva negli ultimi anni e precedentemente alimentata a lignite e olio combustibile, "ha ottenuto tutte le autorizzazioni previste per la conversione sin dal 2002- spiega l'ad Enel Fulvio Conti- eppure ora, a lavori ultimati, e' avversata da comitati locali di 'salvaguardia del Pollino', e gli enti locali hanno rimesso in discussione perfino questo impianto destinato a valorizzare i residui forestali della Calabria". Tutto cio' "mentre abbiamo siglato contratti con consorzi locali per la fornitura di 100 mila tonnellate di biomassa", segnalano alla societa' elettrica. Enel ha in programma nei prossimi quattro anni ''investimenti per 1,7 miliardi di euro, di cui circa due terzi in Italia'' sul fronte delle energie rinnovabili. Lo ha detto il neo amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti. Questo consentira' di aggiungere ''circa 750 MW di potenza rinnovabile - ha spiegato - sufficienti ad alimentare i fabbisogni energetici di una citta' come Napoli e il suo hinterland''. Senza dimenticare che ''cio' consentira' di evitare l'emissione di circa un milione di tonnellate di Co2''. Ma Conti ha lanciato anche un appello perche' in Italia ''vi sono ancora troppe criticita' e troppi ostacoli sul rinnovabile''. ''Se leggi, opinione pubblica, protocollo di Kyoto ci chiedono di fare piu' rinnovabili'' e Enel ''ha competenze, mezzi e volonta' di realizzarli'', al momento clou ''qualunque sia la fonte o la tecnologia proposta - ha spiegato - l'iter autorizzativo e' in molti casi scoraggiante''. Conti, intervenendo al convegno organizzato in collaborazione con Legambiente, giovani industriali di Confidustria e il Kyoto club, ha fatto l'elenco di quelle che sono ''le criticita', gli ostacoli''. A cominciare - ha detto - dai comitati e da certe associazioni ambientaliste sull'eolico ''a cui si sono aggiunte di recente opposizioni ben piu' forti, rappresentate da nuove leggi regionali che hanno reso quasi impossibile l'attuazione dei programmi di sviluppo''. Problemi ci sono anche per la produzione di energia idroelettrica, ''che si scontra con il cosi' detto 'minimo deflusso vitale''. Eppure, nonostante tutto questo, Conti si e' detto ''ottimista'', perche' ''Enel vuole fare un grande sforzo di investimento per il proprio successo e per il Paese''.

Giovanardi risponde al question time su rifiuti tossici: “Nessun rischio radioattivo”

16/09 Controlli compiuti dal comando dei carabinieri per la tutela ambientale nel 2004 nel sito di Rotondella (Matera), nell'ambito di una piu' ampia campagna nazionale, non hanno ''portato a rilevare violazioni normative vigenti in materia di radiazioni ionizzanti''. E' uno dei passaggi con cui il ministro per il Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, ha risposto oggi, nel question time della Camera, ad un'interrogazione Ds sul caso del presunto traffico e smaltimento illegale di rifiuti tossici e radioattivi in Basilicata, emerso dal memoriale di un pentito della 'ndrangheta pubblicato di recente dall''Espresso'. Nel 1997, ha detto ancora il ministro, era stata compiuta ''una campagna di monitoraggio della radioattivita' ambientale in Basilicata e Calabria, e le analisi condotte nelle aree costiere, nei sedimenti e nei campioni di pescato non hanno messo in evidenza nulla di anormale rispetto ad altre regioni italiane. E questo lo dico anche per tranquillizzare l'opinione pubblica''. La Direzione distrettuale antimafia di Potenza - ha detto ancora Giovanardi - dal 1999 ha iscritto ''alcuni personaggi'' per vari reati tra cui traffico di armi. Le indagini - ha proseguito - sono ora affidate alla polizia giudiziaria della Procura e al corpo forestale dello Stato. Per quanto riguarda l'interramento dei bidoni - ha proseguito - la Procura ha chiarito di aver gia' svolto estese indagini mirate nel 2004, che hanno dato ''esito negativo''. ''Analoga attivita' di ricerca sempre del pool inquirente - ha concluso - e' ora in corso in altri luoghi. Se emergessero riscontri positivi il ministro dell' Ambiente si attivera' per ottenere il risarcimento del danno e tutte le azioni di tutela ambientale''. Al ministro ha risposto l'esponente dei Ds Luciano Violante, che si e' detto non soddisfatto, ma ''preoccupato per le sue dichiarazioni''. ''Noi abbiamo posto una questione relativa alla salute dei cittadini - ha sottolineato - e lei non ci ha risposto su questo punto''. ''Sulla base delle dichiarazioni del pentito - ha concluso - in ordine a questa materia si sono mossi tutti, dalla 'ndrangheta ai settori deviati dei servizi, ma sono state messe da parte istituzioni che invece devono occuparsi di questo tema''. Violante ha chiesto quindi al governo lo stesso impegno gia' profuso dalla Regione Basilicata, che ha avviato un' inchiesta sul tema.

La natura italiana ha la sua mappa. Catalogati animali e piante nella ‘Carta della Natura’

15/06 Natura italiana tutta in una mappa. Animali e piante di un quarto di territorio nazionale, pari a 7 milioni di ettari, sono stati registrati e messi in ordine nella 'Carta della Natura', il prezioso strumento di informazione e valutazione dell'ambiente naturale. Presto sara' coperto l' intero stivale. E contro il rischio estinzione via libera ai piani d'azione nazionali per la tutela di camoscio appenninico, lupo, gabbiano corso, lepre italica, pollo sultano e chiurlottello. L'annuncio da parte del ministero dell'Ambiente al summit mondiale sulla Biodoversita' nei parchi, in corso fino al 17 giugno a Montecatini. ''La conoscenza e il monitoraggio dello stato di salute del nostro patrimonio di flora e fauna - ha detto il Ministro dell' Ambiente e della Tutela del Territorio, Altero Matteoli- e' il primo ed essenziale passo per avviare azioni incisive di tutela. Il pacchetto di interventi in corso ci permetteranno il raggiungimento dell'obiettivo strategico del contenimento della perdita di biodiversita' entro il 2010 cui l'Italia ha dato formalmente la sua adesione a Montecatini''. Per tutelare la natura il ministero ha messo a punto anche un inventario sullo stato della Biodiversita' e delle strategie per salvarla. In particolare, la Carta della Natura e' una sorta di 'mappa stradale' che permette di orientarsi nel ricco patrimonio naturale italiano: 57.000 specie animali e oltre 6.000 vegetali. La Carta infatti identifica e posiziona geograficamente lo stato dell'ambiente naturale in Italia, stimando il valore naturalistico e la vulnerabilita' territoriale dell'intero Paese. L'obiettivo, rileva il ministero dell'Ambiente, quello di definire le linee di assetto del territorio e identificare reti ecologiche, per le valutazioni di impatto ambientale, le valutazioni ambientali strategiche e per le valutazioni di incidenza e per studi sulla biodiversita'. Tre i tipi di mappa: una a scala regionale (1:250.000), l' altra di maggior dettaglio (1:50.000) e la scala 1:250.000 per tutto il territorio. Attualmente la Carta della Natura alla scala 1:50.000 e' stata realizzata - e' stato riferito - per 7 milioni di ettari, cioe' il 23.3% del territorio nazionale. Diversi i programmi e i progetti gia' avviati con il coinvolgimento di numerosi Enti locali (le Arpa e le Regioni) che, mediante una formazione e un' assistenza continua da parte dei tecnici Apat, stanno proseguendo la realizzazione della Carta sul restante territorio nazionale scoperto. Sicilia, Friuli Venezia Giulia e Lazio le regioni coinvolte nel progetto. Le Arpa gia' attive nel progetto sono: Piemonte, Veneto, Liguria, Calabria, Puglia, Abruzzo, Molise, Basilicata, Campania. Sono inoltre in fase di definizione convenzioni per la realizzazione di Carta della Natura con la Regione Sardegna, la Regione e l'Arpa della Valle d'Aosta, la Regione e l'Arpa dell' Umbria, la Regione e lArpa delle Marche e la Regione Lombardia. Oltre alla Carta della Natura, via libera ai Piani d'azione nazionali per la tutela di specie in pericolo e gli inventari nazionali della biodiversita'. I Piani di azione nazionali per la tutela di alcune specie a rischio come il camoscio appenninico, il lupo, il gabbiano corso, la lepre italica, il pollo sultano, il chiurlottello sono gia' stati redatti dall' Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, su commissione del Ministero dell'Ambiente. Alla loro stesura hanno partecipato i maggiori esperti per ogni specie, indicati dai principali enti di ricerca, dall'Unione Zoologica Italiana e dalle Associazioni non governative. Al fine di rendere operativi i piani di azione, garantendo che essi costituiscano in forma univoca i principi generali da applicare a livello nazionale per ogni specie, e' stata predisposta una bozza di decreto attuativo, per il quale e' stato avviato l'iter istruttorio. Uno dei primi piani d'azione ad essere elaborato e' stato quello per il camoscio appenninico, una specie endemica dell' Italia centro meridionale, che oggi si trova soltanto nel Parco nazionale d'Abruzzo con circa 700 esemplari e, in seguito ad immissioni negli anni '90, nei Parchi della Majella e del Gran Sasso-Monti della Laga, con popolazioni molto piu' piccole. Il Piano prevede in particolare per questo ungulato azioni specifiche per incrementare la popolazione, avviare monitoraggi standardizzati, compiere ricerche scientifiche ad hoc. Inoltre sta per essere pubblicata, sempre a cura del ministero dell' Ambiente, un inventario sullo stato della biodiversita' in Italia e sulle strategie da mettere in atto per conservarla.

Oliverio scrive a Pirillo “Rimuovere la massa legnosa a rischio incendio nell’altopiano silano”

15/06 Il presidente della provincia di Cosenza, Mario Oliverio, ha inviato una lettera all'assessore regionale all'Agricoltura, Mario Pirillo per chiedere la rimozione, in alcune zone dell'altopiano silano, di una ingente massa legnosa che potrebbe alimentare eventuale incendi. ''L' inverno scorso - scrive Oliverio nella lettera - e' stato caratterizzato da eccezionali condizioni climatiche che hanno generato pesanti disagi di varia natura. Uno fra questi, e' stato determinato dalle abbondanti nevicate che hanno causato lo sradicamento di numerosi alberi in varie zone dell'altopiano silano. Quale conseguenza, e' consistente la massa legnosa, ormai secca, che e' attualmente presente nelle foreste. Un reale pericolo per gli incendi che potrebbero divampare e trovare, se non rimossa, facile alimentazione in essa''. ''Ti chiedo, pertanto, di interessare - ha proseguito - le strutture dell'Afor al fine di provvedere alla necessaria pulitura dei boschi per eliminare questa potenziale fonte di incendi. Spero che tu accolga questo mio sollecito quale concreto ed utile contributo alla indispensabile campagna di prevenzione contro il devastante fenomeno che si verifica nella stagione estiva e che colpisce drammaticamente, oltre che purtroppo ormai sistematicamente, il patrimonio boschivo calabrese''

Veltri: “Il Comune di Campana eviti la vendita del querceto per far cassa”

15/06 ''E' di questi giorni la notizia che l' Amministrazione comunale di Campana intende vendere oltre 100 ettari di querceto, in localita' Varco della Chiata. Il tutto motivato dall' esigenza di far cassa, in barba, pero' ai danni immediati e di tipo paesaggistico e turistico, e futuri per quanto riguarda qualita' della vita ed effetti nocivi''. E' quanto sostiene in una nota Massimo Veltri, componente nazionale dell'area tematica Ambiente dei Democratici di Sinistra. ''Non so - ha aggiunto Veltri - se Varco della Chiata ricade nel perimetro del Parco della Sila, ma se anche non dovesse siamo in presenza di un patrimonio che non puo' e non deve essere immolato sull' altare delle esigenze finanziarie. E d' altronde poco importa se la pratica avviata dall' Amministrazione comunale di Campana ha avuto o no tutti i permessi e via liberi previsti per legge o se il tutto sia in itinere, quello che e' importante e' fermare questa operazione che stride con una moderna concezione della crescita che bada alla qualita', al rispetto degli ecosistemi, alla sottolineatura degli imprinting naturalistici, l' unica in grado di prospettare un futuro per la nostra regione''. ''Chiediamo - ha concluso - al sindaco e all' Amministrazione comunale tutta di Campana di soprassedere sull' operazione, di voler riconsiderare la scelta fatta, di aprirsi a un confronto con la cittadinanza e con quanti vorranno puntare l' attenzione su un modello di sviluppo compatibile, dichiarandoci fin da subito disponibili e invitando l' assessore provinciale all' ambiente Marrello e regionale Tommasi a partecipare''.

La Falck inaugura un grande parco eolico in Inghilterra. Previsti interventi in Calabria

15/06 Sara' inaugurato domani nel Galles il piu' grande parco eolico di tutto il Regno Unito. Lo ha annunciato il presidente del gruppo Falck, Federico Falck, a margine della cerimonia di inaugurazione della nuova sede del gruppo a Sesto San Giovanni. "Si tratta di un investimento – ha spiegato Falck - di 75 milioni di euro per realizzare il campo eolico Cefn Croes che sara' in grado di soddisfare il fabbisogno elettrico di ben 42 mila famiglie". La centrale, che copre il 20% della produzione eolica del Galles, consentira' un risparmio di 160 mila tonnellate di anidride carbonica all'anno, contribuendo cosi' a combattere i cambiamenti climatici e a raggiungere l'obiettivo del 10% di energia da fonti rinnovabili. Alla domanda se il futuro del gruppo Falck e' nell'energia eolica, il presidente e'possibilista: "e' il passato che si evolve nel futuro. L'energia rinnovabile e' interessante perche' permette di annullare emissioni di Co2 ed effetto serra". Nel futuro del gruppo anche la ricerca e l'energia da rifiuti. A questo proposito Falck ha detto "e' un altro filone che vorremmo affiancare a quello dell'energia rinnovabile". L'inaugurazione avviene proprio quando in Italia e' acceso il dibattito tra gli stessi ambientalisti sull'utilita' dell'energia eolica. "L'Italia e' un Paese difficile - ha detto Falck - noi contiamo di restarci e rendere proficua la nostra presenza. Gli amministratori pubblici hanno le loro problematiche. Se ci fosse piu' fiducia verso gli imprenditori industriali sarebbe tutto diverso". Per il prossimo futuro, Falck Renewwables sta sviluppando nuovi progetti per piu' di 500 mw di energia elettrica in Inghilterra, Scozia e Galles. In Italia il gruppo ha in fase di sviluppo progetti in gran parte localizzati in Calabria, Sicilia e Sardegna.

Calabria, e provincia di Cosenza, maglia nera per gli incendi. In provincia sono stati 507 su 1289

14/06 Calabria maglia nera per gli incendi boschivi in Italia nel 2004: sono 1.289 gli episodi verificatisi nella regione lo scorso anno, di cui 507 nella sola provincia di Cosenza, per un totale di 9.816 ettari di terreno andati 'in fumo'. Un trend negativo tanto da incidere sui valori nazionali con un buon 30%. Sono alcuni dei dati forniti dal Corpo Forestale dello Stato che oggi presenta a Roma la campagna antincendi boschivi in vista dell'estate in arrivo. Il divampare delle fiamme, soprattutto tra la primavera e l'autunno, spiega il Cfs, e' legato alle alte temperature, alla scarsa piovosita', all'aridita' dei terreni, ma soprattutto alla presenza di venti forti. Nel 2004 in Calabria gli incendi boschivi si sono sviluppati prevalentemente lungo le fasce costiere. Le zone montane (Aspromonte, Serre, Sila e Pollino) non sono stati intaccate dal fenomeno. L'area circostante la citta' di Reggio Calabria, il litorale tirrenico-cosentino, nella zona di Praia a mare-Tortora ed in quella di Amantea-Aiello Calabro, sono i nuclei territoriali dove i fuochi sono stati piu' numerosi. Questi in sintesi gli incendi nella Regione suddivisi per provincia: Reggio Calabria (458), Crotone (187), Catanzaro (95), Vibo Valentia (42). Gli interventi del Corpo Forestale dello Stato sono stati maggiormente richiesti nei mesi di agosto (1.866) e settembre (1.212), mentre a gennaio e' stato richiesto un solo intervento. L'origine degli incendi e' nota. Riconducibile prevalentemente all'azione di allevatori e agricoltori. Difficile, sino ad oggi, individuare gli autori in flagranza di reato. In futuro in programma di intensificare l'azione preventiva, perfezionare gli strumenti normativi e regolamentari, ma soprattutto tendere verso una migliore organizzazione dei presidi antincendio, perpoter fronteggiare efficacemente ogni possibile emergenza, minimizzando i danni. In Calabria lo scorso anno sono andati a fuoco 3.677 ettari di superficie boscata e 6.139 di superficie non boscata, per un totale di 9.816 ettari bruciati. I numeri sono superiori rispetto a quelli del 2003, quando furono percorsi dalle fiamme 9.049 ettari di superficie (3.193 boscata e 5.856 non boscata) e a quelli del 2002, quando ad andare a fuoco furono 7.985 ettari (4.929 di boscoe 3.056 di superficie non boscata). Andarono peggio' del 2004 invece il 2001, quando le fiamme invasero 13.675 ettari, di cui 6.087 di bosco e 7.588 di superficie non boscata, e il 2000 quando a finire in fumo furono 23.452 ettari, di cui ben 14.527 di superficie boscosa.

Incontro sul progetto “Itinerari Verdi” alla sezione del CAI di Cosenza

13/06 L’Assessore ai diritti del cittadino Vincenzo Gallo è stato invitato sabato scorso dalla sezione di Cosenza del Club Alpino Italiano, per relazionare sul tema “Itinerari verdi – alla riscoperta di antichi sentieri”. L’assessore, ringraziando per l’invito il Presidente della Sezione, Sig. Marco Noci, e l’organizzatore dell’incontro, prof. Roberto Mele, ha illustrato ai circa 50 soci presenti le finalità del progetto promosso dal Comune di Cosenza ed attuato con la collaborazione dei 15 giovani laureati e diplomati del Servizio Civile Nazionale, che hanno presentato il loro lavoro attraverso un cd. Sono state proiettate immagini sulle vie storiche individuate nell’area a sud della città, sottoposta a vincolo paesaggistico, che costituisce un territorio ricco di risorse naturali, storico-artistiche ed archeologiche.
I giovani hanno localizzato, infatti, tre mulini ad acqua, lungo i fiumi Iassa, Albicello e Cardone, un ponte di origine quasi certamente romana, sullo Iassa, forse appartenente all’antica via Popilia e due resti di antichi acquedotti. Il lavoro ha già trovato spazio su alcune tra le più qualificate riviste nazionali, specializzate in turismo naturalistico e culturale: Bell’Italia, Plein Air, Airone, Qui Toring.
L’amministrazione e i giovani hanno ricevuto apprezzamenti per il lavoro svolto e si è concordato di organizzare con il CAI anche una escursione nelle prossime settimane.
Il CAI, inoltre, ha dato la sua disponibilità a collaborare allo sviluppo del progetto e a segnalare i percorsi individuati con la simbologia internazionale del Club Alpino, per inserirli nel catasto dei sentieri del CAI.
Ciò favorirà anche una maggiore fruibilità degli itinerari e l’attrazione nel nostro territorio anche di altri soci nazionali ed internazionali del Club Alpino, visto che all’interno del Club è prassi “scambiarsi” settimane verdi.

Pappaterra (Sdi) sulla Centrale del Mercure: “Definire con l’Enel un quadro di Garanzie”

13/06 ''Ho raccolto l' invito dei lavoratori della Centrale del Mercure ad incontrarli, non solo per una doverosa solidarieta', ma anche per fare il punto della situazione alla luce delle diverse iniziative che si sono sviluppate intorno al sito di Laino Borgo''. A dirlo e' stato l' on. Domenico Pappaterra, dello Sdi, nel corso dell' incontro con i lavoratori cui hanno partecipato anche gli Amministratori del Comune di Laino Borgo. ''Preliminarmente - ha aggiunto Pappaterra - manifesto grande rispetto per le indagini in corso da parte della Procura della Repubblica che mi auguro possano concludersi in tempi ragionevoli anche al fine di conoscere su quali basi potra' eventualmente riprendere l' attivita' sul sito dopo la sua necessaria bonifica. Quanto al ruolo che devono svolgere la politica e le istituzioni ribadisco che il problema non puo' essere affrontato in termini di disputa farisaica tra sostenitori e contrari, ma partendo dal fatto che la riconversione dell' impianto del Mercure a Biomasse e' stata in questi anni sostenuta da tutte le istanze sociali, politiche istituzionali della zona. Si tratta di definire con l' Enel un 'quadro di garanzie' che vanno dalla tutela della salute dei cittadini alla realizzazione delle migliori condizioni di sicurezza, dal rilancio dell' economia locale all' utilizzazione di biomasse reperite nelle due regioni di riferimento per come da progetto approvato, dalla salvaguardia degli attuali posti di lavoro all'incremento di essi attraverso corsi di formazione professionale che coinvolgano i giovani del comprensorio calabro-lucano, ad un sistema di monitoraggio aperto che veda protagoniste le Arpa di Calabria e Lucania''. ''Inoltre - ha proseguito Pappaterra - vanno chiariti due aspetti che sono alla base delle preoccupazioni espresse dalle mobilitazioni dei giorni scorsi: quello relativo ad una utilizzazione appropriata dell' impianto che esclude l' eventuale bruciatura di Cdr e quello relativo al trasporto delle biomasse da altre zone con problemi enormi per la circolazione sul territorio dei comuni attraversati''. ''L' Enel - ha concluso Pappaterra - a mio giudizio non potra' sottrarsi a questi impegni che vanno definiti dentro una intesa che coinvolga le due Regioni Calabria e Basilicata e le due Province di Cosenza e Potenza oltre che i comuni della zona, e non a caso, il presidente Oliverio si e' gia' attivato per riconvocare, non appena si sara' conclusa l' indagine giudiziaria, un incontro con i vertici dell' Enel per verificare se e' possibile pervenire ad una intesa rinegoziata''.

Il Vescovo di Lagonegro incontra i lavoratori della Centrale del Mercure

12/06 Il vescovo della diocesi Tursi-Lagonegro, monsignor Francesco Nole', ha incontrato i lavoratori della centrale del Mercure che da alcuni giorni sono in presidio permanente davanti ai cancelli dell'impianto per chiedere il matenimento dei livelli occupazionali. Nel corso dell'incontro il vescovo ha espresso ai lavoratori la solidarieta' della Chiesa in questo ''momento - e' scritto in una nota - di difficolta' e di grandi incertezze per il futuro''. Dopo aver parlato a lungo con i lavoratori, anche sui temi della sicurezza e della tutela dell'ambiente, ed essersi reso conto che il nodo della questione e' di natura legale, il prelato ''si e' unito alle richieste dei lavoratori - prosegue la nota - auspicando che la Procura di Castrovillari si esprima al piu' presto sulla richiesta dell'Enel di ottenere il permesso a utilizzare alcuni locali della centrale indispensabili per il proseguimento dei lavori''.

Smentito il ritrovamento di una massa ferrosa durante le ricerche dei rifiuti radoattivi

11/06 In un comunicato emesso nel primo pomeriggio il comandante provinciale di Matera della Forestale, Giuseppe Giove, ''smentisce categoricamente le notizie oggi diffuse circa il ritrovamento di ingenti quantitativi di masse ferrose nel sottosuolo in localita' Cretagna in agro di Ferrandina''. ''Si ribadisce - aggiunge Giove - che gia' da tempo sono in corso accurate indagini, coperte da segreto istruttorio, coordinate e delegate dalla Procura Antimafia di Potenza sia al Corpo Forestale dello Stato che alla Sezione di P.G. dei Carabinieri della stessa Procura, su ipotesi di traffici nucleari e che si stanno riscontrando minuziosamente le dichiarazioni fornite da un collaborante di giustizia ad un settimanale nazionale, utilizzando le tecniche idonee a fare piena luce e chiarezza sui fatti''. Infatti in mattina ta si era diffusa la notizia che una grande massa ferrosa interrata era stata rilevata dai magnetometri dell' Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma nelle campagne tra Pisticci e Ferrandina (Matera), dove, secondo un pentito della 'ndrangheta citato da L' espresso, nel 1987 sarebbero stati sepolti cento fusti di rifiuti radioattivi. La notizia era stata resa nota dallo stesso Corpo Forestale dello Stato di Potenza, che e' stato incaricato dalla procura antimafia del capoluogo lucano di compiere accertamenti in zona, con l' ausilio dei tecnici dell' Istituto romano. La grande massa ferrosa, dichiaravano in mattinata, e' stata rilevata intorno a mezzogiorno di ieri sotto una striscia di terreno lunga 60 metri e larga 30, che e' stata delimitata con nastro. Gia' domani potrebbero iniziare gli scavi per scoprire di cosa si tratta. Non e' stato possibile rilevare a quale profondita' si trovi il materiale. L' area, in localita' Coste della Cretagna, si trova nel territorio di Ferrandina, al confine con Pisticci: e' pianeggiante e incolta, coperta di erba e di arbusti di liquirizia, ed e' facilmente raggiungibile con mezzi pesanti attraverso una strada coperta di ghiaia. Gli agenti della forestale pattugliano la localita' 24 ore su 24. Gli investigatori, che hanno iniziato gli accertamenti giovedi' scorso, 9 giugno, non escludono alcuna ipotesi: condotta abbandonata (che pero' non risulta dalle carte), discarica di materiali ferrosi, discarica di bidoni di materiali tossici o radioattivi. Solo lo scavo potra' dare una risposta agli interrogativi. ''Se avremo i mezzi disponibili - spiegano alla Forestale di di Potenza - potremo cominciare gia' domani. Altrimenti, cominceremo i primi giorni della settimana prossima. Contemporaneamente inizieremo le verifiche con i contatori geiger, per trovare eventuali fonti radioattive''. Anche la Regione Basilicata conduce da giorni in zona accertamenti simili a quelli della Forestale, attraverso l' agenzia regionale per l' ambiente (Arpab) e il Cnr.

La Forestale recupera sei esemplari di gheppio chiusi in gabbia a Spezzano Albanese

11/06 Sei giovani esemplari di gheppio, specie appartenente alla famiglia dei falconiformi, sono stati ritrovati da personale del Corpo forestale dello Stato a Spezzano Albanese. I piccoli esemplari, rinvenuti in una gabbia, sono stati prelevati dagli uomini del Coordinamento distrettuale di Castrovillari in collaborazione con l' associazione Lipambiente. Dopo il ritrovamento i rapaci sono stati trasportati al Cras, il Centro recupero animali selvatici di Rende con cui il Corpo forestale ha da tempo intrapreso una proficua collaborazione attraverso un protocollo d' intesa. I giovani Gheppi saranno in seguito rimessi in liberta'. Il gheppio e' tra i rapaci italiani il falco piu' comune ed uno dei piu' piccoli, appena 35 cm di lunghezza per 70-90 cm di apertura alare. Le ali appuntite e la coda stretta lo fanno riconoscere come vero falco; le piccole dimensioni e l' abitudine di fare lo 'spirito santo' permettono di identificarlo come Gheppio.

Secondo una ricerca del CNR di Rende aumenta il mercurio nei pesci del mediterraneo

10/06 E' allarme mercurio nel Mediterraneo: la quantita' di metallo presente nei pesci, soprattutto di grande taglia, dei nostri mari supera in modo significativo i quantitativi riscontrati nella fauna ittica dell' Atlantico. E' quanto emerge dalle ricerche condotte negli ultimi otto anni dall'Istituto sull'inquinamento atmosferico (Iia) del Cnr di Rende, in provincia di Cosenza, e presentate nel volume, di prossima uscita, del ricercatore Nicola Pirrone che sottolinea ''il trend delle emissioni di mercurio e' in crescita e, una volta in atmosfera, questo metallo si deposita sui corpi recettori terrestri e acquatici, determinando un notevole impatto sulla catena alimentare. Non bisogna creare pero' facili allarmismi perche' il pesce nella dieta e' importante. L'accorgimento pratico e' quello di mangiare pesci piccoli e, se proprio non si puo' fare a meno del sapore dei grossi tonni e dei pescispada, limitare tale scelta, per un adulto del peso medio di 70 chilogrammi, al massimo ad un paio di pasti la settimana''. ''Ad aggravare la situazione e i rischi di esposizione - evidenzia lo studio - sono anche i cambiamenti climatici che influenzano i tempi di permanenza del mercurio. Ma il rischio e' globale: sono circa 4.500 all'anno infatti le tonnellate di metallo rilasciate in atmosfera, di cui 2.250 da attivita' industriali e il resto da sorgenti naturali. E sono i Paesi asiatici, con 1.000 tonnellate annue, a contribuire per il 40% delle emissioni naturali. Nei Paesi dell'Est asiatico peraltro mancano misure di controllo ambientale''. L'impatto del metallo sugli ecosistemi acquatici e terrestri e' stato evidenziato come ''grave'' nel documento 'Position Paper sul Mercurio' preparato per la Commissione Europea, da cui sono derivate la 'Strategia Europea sul Mercurio' e la relativa 'Direttiva Europea sulla Qualita' dell'Aria'. Tra le cause dell'inquinamento nel sistema marino mediterraneo la ricerca individua la forte irradiazione solare, le elevate concentrazioni di ozono e di ''particolato'' atmosferico che creano una ''miscela che provoca la formazione di mercurio reattivo'', piu' facilmente trasferibile alle acque superficiali. ''E' vero pero' - continua Pirrone - che il quantitativo di mercurio in mare e' molto variabile ed ed piu' facile che ci sia in inverno, a causa delle frequenti piogge e l'alta umidita'. D'estate, infatti, il ciclo di permanenza del metallo nelle acque mediterranee si limita a poche settimane''. ''Per molto tempo - osserva il ricercatore del Cnr - l' inquinamento da mercurio e' stata un'emergenza ignorata, benche' nel corso degli ultimi 15 anni, la comunita' scientifica internazionale e gli enti preposti alla tutela e alla salvaguardia della salute pubblica abbiano mostrato una crescente attenzione agli effetti dannosi derivanti da tale contaminazione''. Il libro raccoglie, tra gli altri, i risultati delle ricerche condotte dall'Iia - Cnr sull'inquinamento da mercurio nel Mediterraneo, nell'Artico e in Antartide. Dalla comparazione dei dati risulta l'anomalia che ''mentre nel Mediterraneo la concentrazione nell'acqua risulta inferiore a quella dell'Atlantico - evidenzia Pirrone - nei pesci del mare nostrum la concentrazione e' superiore a quella della fauna ittica atlantica''. Un fenomeno - si legge nelle conclusioni - che necessita di ulteriori indagini per meglio comprendere il ciclo del metallo nel sistema marino. Storicamente i primi casi documentati di inquinamento da mercurio risalgono alla prima meta' dell'800, durante 'la febbre dell'oro' in Nord America e ancora diffusa in molti Paesi produttori d'oro come Laos, Vietnam, Brasile, Tanzania e Venezuela. Vanno ricordati i disastri di Minamata in Giappone (1953-1960), in Iraq (1956-1960) e, in anni recenti, nel triangolo industriale di Priolo-Agusta-Melilli, che hanno rivelato ''quanto terribili possano essere gli effetti della dispersione del mercurio. Questo metallo - ricorda il curatore del volume - e' impiegato massicciamente anche nei processi produttivi, ad esempio negli impianti di soda caustica, e come componente di base di una vasta gamma di beni di largo consumo, tra cui dispositivi elettronici, termometri, materiale ospedaliero''.

Continua la ricerca dei fusti radioattivi indicati dal pentito. Ancora nulla.

10/06 Un bidone di attrezzi agricoli e qualche residuo metallico. E' questo al momento quanto hanno trovato i tecnici di Regione Basilicata e Cnr nelle campagne fra Pisticci e Ferrandina (Matera), dove secondo un pentito dell' 'ndrangheta (citato da L' espresso) nell' 87 sarebbero stati interrati cento fusti di rifiuti radioattivi. Gli accertamenti dell' agenzia per l' ambiente della Regione (Arpab) e della struttura di Tito (Potenza) del Cnr sono cominciati martedi' scorso, il 7 giugno, su di un' area di dieci chilometri quadrati in localita' Coste della Cretagna. I controlli coinvolgono quattro tecnici, due per ogni ente, e dovrebbero durare una decina di giorni. Gli operatori dell' Arpab dispongono di due contatori geiger per rilevare tracce di radioattivita': uno 'qualitativo' per scoprire la fonte, uno 'quantitativo' per valutarne l' intensita'. Al momento non sono state rilevate fonti di radioattivita' anomale. I tecnici del Cnr utilizzano un magnetometro a terra: una specie di metal detector molto sofisticato, in grado di rilevare la presenza di metalli interrati (e quindi dei fusti). Con questo apparecchio sono stati rilevati il bidone di attrezzi agricoli e gli altri residui metallici. ''Sicuramente troveremo altri rifiuti come questi - spiegano i tecnici -. Nelle campagne viene abbandonato di tutto''. Secondo l' Arpab, se i fusti di rifiuti radioattivi ci sono e sono in buono stato, non dovrebbero emettere radiazioni. Solo in caso di rottura potrebbero diventare una fonte rilevabile. In ogni caso, se a Coste della Cretagna sono stati interrati cento bidoni metallici, il magnetometro li segnalera'. Secondo i tecnici, le rilevazioni fatte in zona da associazioni ambientaliste con contatori geiger rudimentali, che avrebbero rilevato un aumento di radiazioni nell' area, non sono significative. La radioattivita' naturale dei terreni e dei minerali (ad esempio quella del tufo) puo' variare sensibilmente nel giro di pochi metri. Solo apparecchiature sofisticate sono in grado di accertare se si tratta di una fonte anomala. Da ieri, 9 giugno, gli stessi accertamenti di Arpab e Cnr vengono svolti in zona dal Corpo Forestale dello Stato e dall' Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma, su delega della procura antimafia di Potenza. Quest' ultima ha un fascicolo aperto dal 2000 sulle rivelazioni del pentito citato da L' espresso. Gli inquirenti non nascondono un certo scetticismo sull' esistenza di questa discarica di rifiuti radioattivi a Coste della Cretagna. Nel caso venissero trovati i fusti, gli operatori informeranno procura antimafia e Regione Basilicata. Quest' ultima a sua volta fara' intervenite la Protezione civile nazionale, data la difficolta' di procedere ad una bonifica di materiale radioattivo. ''Comunque vada - spiegano all' Arpab - a Coste della Cretagna stiamo sperimentando un protocollo di controllo del territorio che potrebbe poi essere formalizzato ed utilizzato anche altrove''.

La Provincia di Cosenza vara un progetto di monitoraggio atmosferico

10/06 Un protocollo di intesa tra Provincia di Cosenza e Consorzio Valle Crati permetterà l’avvio di un progetto di monitoraggio atmosferico nelle zone a forte conurbazione della provincia. E’ una decisione della Giunta riunita nel pomeriggio di ieri sotto la presidenza dell’onorevole Mario Oliverio, che su proposta dell’Assessore all’Ambiente, Luigi Marrello, ha approvato lo schema della convenzione che consentirà all’Amministrazione di verificare i parametri più importanti dell’atmosfera in alcuni punti nevralgici del territorio, sì da avere a disposizione una propria banca-dati. La rilevazione- come informa l’Assessore Marrello- verrà effettuata mediante una apposita centralina mobile che sosterà nei diversi punti individuati per un periodo di quattro giorni nelle diverse successioni stagionali. Nella pratica, le zone di rilevazione saranno monitorate in inverno, primavera, estate ed autunno per complessive 384 ore. “L’indagine - spiega l’Assessore all’Ambiente- ci permetterà di mettere a fuoco la generale qualità dell’aria valutata in relazione alla tipologia del centro urbano, controllando l’eventuale presenza o assenza di potenziali contaminanti. La sofisticata attrezzatura analitica di cui sono dotate le centraline consentirà agli esperti di considerare dati relativi al monossido di carbonio, alle particelle sospese, agli ossidi di azoto, anidride solforosa, ozono, benzene ed altri idrocarburi”. “Gli importanti segni ambientali che saranno esiti della nostra valutazione- conclude Marrello- ci metteranno nella condizione di possedere informazioni preziose da utilizzare a vantaggio dei cittadini.”

Mari sempre più inquinati da metalli e DDT

10/06 Metalli pesanti, petrolio, pesticidi e pcb minacciano la salute dei nostri mari, e non ci sono aree marine protette che possano tenere alla larga gli inquinanti usciti dalle nostre industrie e dai reflui dei nostri fiumi. Mercurio e cromo appestano i fondali di Friuli Venezia Giulia e Veneto, nichel e ancora cromo quelle di Liguria e Toscana, il piombo avvelena di nuovo la Liguria e il Friuli, il ddt appesta il fondo dei mari laziali e liguri. Nelle sabbie sottomarine della Toscana e della Basilicata si trova il tributilstagno, in quelle del Friuli il benzoapirene, in quelle di Abruzzo e Friuli gli idrocarburi policiclici aromatici. A stupire sono le concentrazioni inquinanti che si ritrovano nei fondali dei parchi blu: cromo e nichel nel nell'area marina protetta dell'Arcipelago toscano, anche piombo in quella delle Cinque terre. A miramare, fiore all'occhiello delle zone di tutela costiera, si registrano alti tassi di piombo, mentre a Capo Rizzuto, in Calabria, e a Punta Licosa, in Campania, abbonda l'arsenico. A fornire la mappa dei fondali inquinati e dei mari piu' saturi di sostanze chimiche dannose sono Legambiente e Wwf in una fotografia di qualche mese fa e che rappresenta l'ultimo report disponibile sulla quantita' di inquinanti nei sedimenti del Mare Nostrum. La conclusione che se ne tira e' che nei fondali sottomarini si sono accumulati nel corso dei decenni (in qualche caso addirittura dei secoli) tutti gli inquinanti piu' dannosi: di fronte alla foce del fiume Lerone in Liguria, i sedimenti hanno registrato tutti gli scarichi al cromo della Stoppani di Cogoleto, vera e propria bomba chimica. Davanti a Priolo si registrano le altissime quantita' di mercurio buttate a mare senza trattamento dall'Enichem, mentre allo sbocco del Sarno si ritrovano puntualmente gli scarichi delle industrie conciarie che hanno ucciso il fiume campano. Fuori dalle aree protette marine, non mancano certo i "punti caldi", interessati da uno o piu' inquinanti. "Caldissima la situazione in Liguria, dove il quadro dei rilevamenti e' seriamente preoccupante. I sedimenti marini di quasi tutte le stazioni- spiegano i dati di Legambiente e Wwf- risultano fortemente contaminati da cromo, nichel, piombo e arsenico e non mancano mercurio, Pcb, cadmio, benzoapirene, Ddt e Ipa. La palma dell'inquinamento va alla stazione sulla foce del torrente Lerone, dove per molti anni ha scaricato veleni la Stoppani di Cogoleto: nei sedimenti analizzati si ritrovano il cromo totale (per una concentrazione massima di oltre 7.200 mg/Kg, pari a 145 volte il limite di legge), nichel (oltre 895 mg/Kg, e cioe' quasi 30 volte il limite di legge) piombo, arsenico e Pcb (fino a 10 volte in piu' del massimo consentito dal decreto ministeriale), ma anche mercurio, cadmio, Ipa, benzoapirene e Ddt. Ma non sono da meno Vado Ligure e Imperia, dove si segnalano sforamenti ai limiti praticamente su tutti gli inquinanti. Altrettanto seria la situazione in Veneto, dove i metalli pesanti contaminano praticamente tutti i sedimenti della costa. Qui il dato piu' impressionante e' quello del Porto di Lido nord di Cavallino (Ve), il piu' vicino alla Laguna di Venezia, dove si rileva la presenza elevata di tutti i metalli analizzati ma anche di arsenico (fino a 52.000 microg/Kg), Ipa e Pcb. I sedimenti analizzati in Friuli Venezia Giulia riportano elevatissime concentrazioni di cromo, mercurio, nichel e piombo in tutte e quattro le stazioni friulane A Punta Sottile, nelle vicinanze di Muggia (Ts) e' anche stata misurata la piu' alta concentrazione di Aldrin di tutto il programma di monitoraggio (0,4 microg/Kg), mentre a Porto Nogaro e' stata rilevata la maggior concentrazione di mercurio con 10 mg/Kg. Difficile il quadro della Campania, nelle cui acque si trova di tutto, dall'arsenico al cadmio, dal cromo al mercurio, dal nichel al piombo, senza dimenticare gli Ipa, il benzoapirene e i Pcb. La piu' critica e' la stazione della foce del Sarno con 4 superamenti dei limiti di legge del cromo totale su un totale di 5 campioni (con una punta di quasi 124mila microgrammi/Kg contro un limite di 50mila), mentre 3 sforamenti su 5 sono relativi al cadmio, piombo (con concentrazioni quasi tre volte superiori ai limiti) e Pcb (con un picco di 32 microgrammi/Kg rispetto al limite previsto di 4). Nel Lazio, si riscontra un diffuso inquinamento di arsenico, Ddt, piombo e tributilstagno in diverse stazioni. Una di quelle piu' colpite sembra essere quella di Ladispoli (Rm) che fa l'en plein (3 sforamenti su 3 campioni) su arsenico, Ddt (con concentrazione fino a 7 volte superiore al limite massimo consentito dalla legge) e piombo.- Come per il Lazio, in alcuni casi le contaminazioni di un particolare inquinante riguardano infatti le coste di intere regioni. E' il caso del mercurio e del cromo nei sedimenti marini del Friuli Venezia Giulia e del Veneto. Oppure del nichel e ancora del cromo presenti nei fondali della Liguria e della Toscana. Il piombo, invece, abbonda in Liguria e Friuli, mentre il tributilstagno contamina la gran parte dei sedimenti di Toscana e Basilicata. Il Ddt eccede sul fondo del mare del Lazio e della Liguria, mentre il benzoapirene minaccia i fondali del Friuli Venezia Giulia. Gli Idrocarburi policiclici aromatici infine sono onnipresenti in Abruzzo e Friuli.

Fortugno: “La riperimetrazione dei parchi è necessaria”

09/06 ''Condivido pienamente la posizione dell' assessore Pirillo sulla necessita' di procedere alla riperimetrazione del Parco nazionale d' Aspromonte e di riqualificare i lavoratori forestali. Due questioni da affrontare con la massima urgenza perche', per le molteplici ricadute socio-economiche che comportano, interessano tutta la regione''. E' quanto afferma, in una dichiarazione, il vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Fortugno. ''L' assessore all' Agricoltura - aggiunge Fortugno - ha riproposto le problematiche relative alla riperimetrazione del Parco nazionale d' Aspromonte ed al riassetto del comparto della forestazione che, nel recente passato, sono stati oggetto di una politica discriminatoria da parte del Governo e di scarsa attenzione da parte della Regione, che non hanno saputo valorizzare le risorse umane, razionalizzandone l' impiego, in modo da consentire, in particolare, al settore della forestazione di costituire un importante volano per lo sviluppo dell' intera regione. Il segnale forte e chiaro dato da Pirillo e' la testimonianza di un modo nuovo di concepire il governo della Regione, per superare i provincialismi che hanno impedito al precedente Governo di centrodestra una chiara visione d' insieme delle attivita' produttive e del territorio della Calabria. La necessita' della riperimetrazione del Parco, tenuto conto degli ormai consolidati effetti della sua istituzione e' stata espressa da piu' parti. In particolare, i Comuni di Cimina', San Luca, Careri, Samo, Antonimina, Varapodio e San Giorgio Morgeto hanno gia' formalizzato da tempo, con appositi atti deliberativi, una richiesta in tal senso''. Secondo Fortugno, ''il Parco, in linea di principio ed oltre i fini di tutela e salvaguardia del territorio e' una risorsa, ma e' indubbio che nella sua attuale estensione ha comportato, per le popolazioni residenti, notevoli penalizzazioni, che non trovano giustificazione nella cosiddetta tutela di un interesse superiore e diffuso. Non si chiede, infatti, di stravolgere le finalita' del Parco, ma semplicemente di rivedere la zonizzazione, per poi procedere ad una diversa perimetrazione che escluda le proprieta' private, le zone fortemente antropizzate e quelle di scarso valore naturalistico. Ritengo che non ci siano posizioni inconciliabili. Anzi, un confronto tra l' assessore Pirillo, l' Ente Parco ed i Comuni interessati sarebbe un primo passo importante per una soluzione complessiva e condivisa del problema''.

Approvata dalla Giunta di Cassano la gara per la discarica

09/06 La giunta comunale di Cassano, riunitasi sotto la presidenza del sindaco Gianluca Gallo, ha deliberato gli indirizzi per l' affidamento della gara d'appalto per la costruzione, la gestione e la post gestione della terza buca della discarica comunale di contrada ''la Silva'', per la raccolta, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. ''Tale decisione - e' scritto in una nota del comune - e' stata dettata sia dalle precarie condizioni finanziarie in cui versa il Comune, che impediscono di anticipare le somme necessarie alla realizzazione dell'opera, sia dal fatto che la mancata realizzazione della terza buca causerebbe all'ente gravi danni economici in quanto i rifiuti dovrebbero essere smaltiti in altre discariche, magari fuori provincia''. La giunta ha approvato anche ''la concessione a un' impresa di viaggi a poter istituire un servizio di trasporto turistico per agevolare i collegamenti per l' utenza estiva da e per il centro nautico dei Laghi di Sibari, il villaggio turistico di Marina di Sibari, il Museo archeologico nazionale della Sibaritide e il parco degli Scavi archeologici di Sibari''.

Veraldi (DL) “Sanato il vulnus Calabria, ora inserita nel decreto sui rifiuti”

09/06 ''Finalmente il Governo ha deciso di porre fine all' allarmante situazione calabrese''. E' quanto sostiene, in una dichiarazione, Donato Veraldi, senatore della Margherita, esprimendo soddisfazione per la decisione d' introdurre nel decreto concernente Disposizioni urgenti in materia di protezione civile' un articolo che prevede misure urgenti per l' emergenza rifiuti in Calabria. ''Dopo la soppressione del medesimo articolo inserito in un precedente decreto da parte della maggioranza - aggiunge Veraldi - avevamo chiesto fortemente al Governo ed alla maggioranza che lo sostiene, con un ordine del giorno presentato insieme ai colleghi Iovene, Filippelli e Marini, di provvedere a sanare la situazione rifiuti che, in Calabria, stava assumendo dimensioni preoccupanti. Seppure in ritardo e dopo forte sollecitazioni provenienti dal centrosinistra, e' stato finalmente sanato un vulnus che rischiava di diventare un problema davvero grave per la Calabria''.

Loiero scrive a Berlusconi: “Il Governo si occupi della depurazione”

08/06 Sul grave e allarmante problema della depurazione, il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, ha scritto al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sollecitando ''un intervento urgente del Governo, in termini finanziari, che impedisca l' ulteriore produzione di danni irreparabili, non solo alla salubrita' dell' ambiente, ma anche all' immagine di una Regione che, sulla vocazione turistica, punta per il suo riscatto''. La questione della depurazione delle acque in Calabria, infatti, ha spiegato Loiero, e' un ''problema annoso e di difficile soluzione, semmai aggravato da svariati anni di commissariamento da parte dello Stato'' ed e' stata portata alla ribalta nazionale da recenti fatti di cronaca giudiziaria anche per le forme di impiego delle somme stanziate ''oggetto di pesanti rilievi da parte della locale Sezione controllo della Corte dei Conti''. Ma quel che di piu' allarma in questo momento il presidente della Regione e' la pesante situazione debitoria esistente - oltre 100 milioni di euro in base a stime approssimative - ''senza considerare l' ulteriore accumulo dovuto alla gestione corrente, e cio' anche in ragione della produzione di atti, da parte dell' organo statale, in assenza della necessaria copertura finanziaria''. ''Gli interventi che da diverse settimane abbiamo messo in campo con l' assessore all' Ambiente Diego Tommasi - spiega Loiero in una dichiarazione - ci consentono di affrontare con fiducia la prossima stagione delle vacanze e possiamo per questo rassicurare i turisti. Ma abbiamo ereditato una situazione pesante, quasi ingovernabile nei suoi aspetti finanziari, e per cio' ci siamo mossi con interventi tampone. Con l' autunno, in mancanza di un intervento governativo la difficile situazione dell' economia locale, come ho spiegato nella lettera al presidente Berlusconi, rischia di aggravare ancora di piu' la gia' grave situazione''.

I lavoratori del Mercure ottimisti dopo l’incontro con Nicola Adamo

08/06 C'e' ottimismo tra i lavoratori della centrale del Mercure dopo l'incontro avuto tra i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, il vicepresidente della Regione, Nicola Adamo, ed il prefetto di Cosenza, Diego D'Amico. ''Pur non potendo - e' scritto in una nota - intervenire sull'iter della magistratura, che deve fare il suo corso, le due alte cariche regionali hanno compreso e fatto proprio il problema, impegnandosi sollecitare gli organi preposti affinche' sia data una risposta celere e che tenga conto delle preoccupazioni dei lavoratori. Intanto si attende l'esito dell'incontro tra la Procura generale di Catanzaro e l'Enel fissato nella mattinata di giovedi'''. I lavoratori hanno intanto deciso di proseguire la protesta in attesa degli siti dei prossimi incontri. I lavoratori Enel, inoltre, precisano che ''la sicurezza sul lavoro - prosegue la nota - e' una priorita', che all'interno della centrale c'e' un presidio sanitario che funziona ormai da tantissimi anni, che la salute dei dipendenti viene monitorata costantemente dall'azienda e il rappresentante dei lavoratori alla sicurezza ha l'accesso a tutti i dati relativi. La protesta in atto e' per la difesa della sede di lavoro perche' e' vero che nessuno sara' licenziato, ma e' vero anche che il futuro di questi lavoratori sara' lontano dalla valle del Mercure''. ''Accanto al problema - conclude la nota - degli individui e delle famiglie, le istituzioni e le cittadinanze non possano non intravedere il problema sociale, poiche' si andrebbe a innescare un nuovo flusso in uscita dalla valle che, in una realta' fatta di piccoli numeri, si tradurrebbe in un ulteriore impoverimento dei servizi e del tessuto economico''.

Continua la protesta dei lavoratori della Centrale del Mercure

08/06 Continua la protesta dei lavoratori della Centrale Enel del Mercure di Laino Borgo contro il provvedimento di sequestro della Procura di Castrovillari che ha, di fatto, sospeso le attivita' lavorative all' interno del sito produttivo. Il presidio dei lavoratori, iniziato due giorni fa prosegue nonostante i ripetuti appelli da parte di forze dell' ordine e dei sindacati a desistere. Oggi i dipendenti hanno diffuso un comunicato per denunciare ''le menzogne che si vanno ripetendo sulla centrale del Mercure. Prima fra tutte la questione amianto - prosegue la nota - dannoso per la salute solo se disperso nell' aria. Ma affinche' cio' si verifichi deve essere finemente frantumato in fibre di piccolissime dimensioni per passare nell' aria che respiriamo''. Secondo i lavoratori, l' amianto a Laino Borgo in centrale e' ''rimasto solo nel Gruppo 1 del sito, ma e' stato confinato e reso innocuo cosi' come stabilito dal Decreto Legislativo 277/91. La ditta Ait, specializzata nelle scoibentazioni e smaltimento amianto, e' stata incaricata di rimuovere l' amianto da questo gruppo, ma non puo' iniziare i lavori perche' il gruppo 1 e' stato posto sotto sequestro per accertamenti cautelativi''. ''L' amianto sul Gruppo 2, oggetto della riconversione a biomasse - proseguono i lavoratori - e' stato completamente rimosso e smaltito primo dell' inizio dei lavori di riconversione. Non e' vero che tutta la centrale e' stata posta sotto sequestro, perche' il gruppo 2 non e' mai stato toccato da azioni giudiziarie''. I lavoratori hanno manifestato l' intenzione di continuare il loro presidio fino quando i cancelli della centrale non saranno riaperti. Intanto, secondo quanto riferito da fonte sindacale, il vice presidente della Regione, Nicola Adamo, ha chiesto informazioni sulla situazione agli stessi sindacati. Un atteggiamento di attenzione e disponibilita' che e' stato gradito gradito dalle organizzazioni sindacali.

Centro Servizi del Parco del Pollino a Palazzo Gallo di Castrovillari

08/06 ''Grazie alla concertazione tra il Comune di Castrovillari, la Comunita' Montana e l' Ente Parco del Pollino presto il palazzo Gallo, ex sede dell' Istituto Statale d' Arte, oggi restaurato, sara' sede di Centro Servizi del Parco piu' grande d' Italia, accogliendo parte del suo personale e facendo di Castrovillari un 'capoluogo' con piu' servizi''. E' quanto sostiene in una nota l' assessore del Comune di Castrovillari e componente della giunta dell'Ente Parco, Biagio Schifino. Schifino ha incontrato l' assessore comunale ai Lavori pubblici, Mario Innocenzo Rummolo, il rappresentante della Comunita' Montana, Antonino Ambrogini. Nel corso dell'incontro e' stata analizzata la situazione relativa al recupero ed i tempi legati alla fruizione della struttura. ''Un impegno - ha aggiunto Schifino - che vuole ribadire ancora una volta il ruolo che si intende conferire a Castrovillari, lavorando su piu' fronti, consapevoli del ruolo che dovra' svolgere nel Parco e nella Calabria citeriore come citta' di confine tra territori e regioni nonche' incrocio di patrimoni, etnie e tradizioni. Una moltitudine di risorse che ha bisogno di tutti e che solo una forte sinergia tra soggetti puo' produrre per l' economia dei territori e delle comunita'''

La Provincia di Potenza chiede all’ENEL di fermare le attività alla centrale del Mercure

07/06 Il Consiglio Provinciale di Potenza ha votato all' unanimita' un ordine del giorno presentato dai consiglieri Carmine Rossi (Verdi) e Sandro Berardone (Ds) che impegna la Giunta provinciale ''a chiedere all' Enel la sospensione delle attivita' connesse alla messa in esercizio della centrale a biomasse del Mercure, e alle due regioni e alla Provincia di Cosenza di dar vita ad un tavolo permanente istituzionale e tecnico nel quale affrontare adeguatamente i temi legati allo sviluppo sostenibile''. ''La Provincia di Potenza - ha detto il presidente, Sabino Altobello - si e' resa protagonista anche all' esterno, in quanto e' stata l' unica Amministrazione a chiedere un tavolo di confronto con l' Enel, le due Regioni, Calabria e Basilicata, e le due Province di Cosenza e Potenza, per conoscere dettagliatamente il progetto che si intende porre in essere, al fine di valutarne la compatibilita' ambientale e le effettive ricadute sui territori interessati''.

Iniziati i controlli per rintracciare i rifiuti radioattivi

07/06 Sono cominciati stamani i controlli di Regione Basilicata e Cnr nelle campagne di Pisticci (Matera) per cercare i cento fusti di scorie radioattive dell' Enea di Rotondella (Matera) che, secondo un pentito della 'ndrangheta citato da L' espresso, sarebbero stati interrati li' dalla mafia calabrese nel 1987. Gli investigatori lucani e la procura antimafia di Potenza (che ha un fascicolo aperto dal 2000 sulle rivelazioni del pentito citate da L' espresso) non nascondono il loro scetticismo sulla vicenda. Pare che gli inquirenti gia' alcuni anni fa abbiano cercato a Pisticci la discarica segnalata dal collaboratore di giustizia, in localita' Coste della Cretagna, e non abbiano trovato niente. I controlli odierni, voluti dalla Regione Basilicata dopo le rivelazioni del settimanale, si estenderanno su di un' area di dieci chilometri quadrati, nella campagna sull' argine del torrente Vella. L' Arpab (l' ente regionale per la tutela dell' ambiente) misurera' la radioattivita', il Cnr cerchera' metalli nascosti in profondita'. Le verifiche richiederanno 10-15 giorni. La Regione si e' impegnata a comunicare tempestivamente i risultati alla magistratura e alla cittadinanza. Controlli con contatori geiger condotti da associazioni ambientaliste della zona hanno evidenziato un lieve aumento della radioattivita' a Costa della Cretagna, anche se entro i limiti di legge. Si tratta pero' di accertamenti fatti con apparecchiature rudimentali e da personale non specializzato

I lavoratori della Trisaia: inattendibili le rivelazioni del pentito sui rifiuti radioattivi

07/06 Trentadue lavoratori dell' impianto Itrec presso il Centro ex Enea (oggi Sogin) della Trisaia di Rotondella (Matera) hanno firmato un comunicato nel quale esprimono ''stima'' e ''sostegno incondizionato'' all' ex direttore Tommaso Candelieri e spiegano perche' ritengono inattendibili le rivelazioni di un pentito della 'ndrangheta, riportate da L' espresso, su di un presunto smaltimento illegale di scorie radioattive del Centro. L' impianto Itrec negli anni Ottanta riciclava barre di combustibile usate di centrali nucleari. Candelieri fu direttore dell' impianto dal 1980 al 1990: oggi ne cura la bonifica. Secondo il pentito della 'ndrangheta, nella notte fra il 10 e l' 11 gennaio 1987, Candelieri, su indicazione del governo nazionale, permise che una cosca calabrese portasse via 600 fusti di rifiuti radioattivi dal Centro. Cinquecento bidoni sarebbero stati portati a Livorno e da li' imbarcati per la Somalia, gli altri interrati nelle campagne del vicino comune di Pisticci (Matera). Nel '92, sempre secondo il pentito, Candelieri avrebbe fatto portar via dalla 'ndrangheta mille fusti di scorie radioattive dalla centrale del Garigliano. ''All' impianto Itrec - si legge nel comunicato dei dipendenti - si puo' accedere da un' unica via controllata da due guardianie perennemente presidiate da guardie del servizio di vigilanza, che avrebbero senz' altro notato il traffico di 40 camion in ingresso ed in uscita alle due di notte. La movimentazione di 600 fusti richiede il coinvolgimento di diverse persone e l' uso di gru e altri mezzi meccanici''. ''Inoltre - prosegue la nota - 600 fusti sono una montagna di materiale ed anche il dipendente piu' miope si sarebbe accorto della loro scomparsa dalla sera alla mattina. I dipendenti del centro Enea di Trisaia sono oltre 200 e non sono tutti agenti segreti deviati o affiliati alla 'ndrangheta. La loro testimonianza varra' pure qualcosa''. Secondo i dipendenti, il pregiudicato di Nova Siri (Matera) che avrebbe messo a disposizione i mezzi per interrare i fusti a Pisticci, Agostino Ferrara, ''e' proprietario solo di un furgoncino a tre ruote''. Quanto a Tommaso Candelieri, per i firmatari e' ''un uomo onesto, un manager di provata capacita', un tecnico competente''. I lavoratori ritengono che gli articoli che da tempo L' espresso scrive sul traffico di rifiuti radioattivi sono resi possibili ''dalla balbettante difesa dei vertici Enea, che non hanno saputo affrontare il problema con la dovuta determinazione, attivando azioni legali contro i denigratori che da tempo imperversanmo sulle attivita' di Enea Trisaia, diffamando e screditando le maestranze''. ''E' palese - conclude il comunicato - l' obiettivo di distruggere sul piano umano e professionale il dirigente Enea. Da parte di chi? Speriamo presto che gli autori vengano smascherati''. I firmatari ''intendo rinnovare a Tommaso Candelieri la propria stima, confermargli un sostegno incondizionato ed invitarlo a proseguire nella sua opera''.

Esposto di Fare Verde contro la discarica di Lungro

07/06 L' associazione ambientalista Fare Verde di Cosenza ha reso noto di avere presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Castrovillari per verificare eventuali ipotesi di reato sulla decisione del sindaco di Lungro di bloccare l' accesso agli automezzi per il conferimento dei rifiuti solidi urbani nella locale discarica. ''Tale decisione univoca - e' scritto in un comunicato - sta determinando una situazione di notevole disagio per i cittadini di Altomonte che da ben quattro giorni vedono i propri cassonetti straboccanti di rifiuti. La situazione rappresenta un biglietto da visita altamente negativo per il degrado ambientale che si presenta alla vista dei cittadini e dei turisti, oltre a rappresentare un potenziale focolaio di problemi igienico-sanitari. Davanti alla latitanza degli organismi competenti, Fare Verde non puo' non denunciare tale stato di degrado reso ancor piu' pesante dalla reiterata inadempienza nei confronti degli inviti ad istituire strumenti idonei alla riduzione della produzione dei rifiuti''. Fare Verde e' preoccupato per la mancata applicazione del Decreto Ronchi da parte degli Amministratori ''in merito all' attuazione di piani tendenti, innanzitutto, alla riduzione della produzione dei rifiuti incentivando ed istituendo il vuoto a rendere, il compostaggio domestico della frazione organica (ben oltre il 30% e' costituito da questa voce), l' utilizzo della carta riciclata per almeno il 30% del loro fabbisogno cartaceo annuale, il riciclaggio del legname derivante dalla potatura del verde pubblico. Il problema dei rifiuti - ha sostenuto l' associazione - non puo' essere affrontato in un' ottica di perenne e continua emergenza, e quando l' emergenza si presenta veramente non si sa come affrontare la situazione generando disagi per i cittadini. Se non si decide di affrontare il problema dei rifiuti in quest' ottica ci ritroveremo sempre piu' frequentemente costretti a subire i ricatti di questo o quel Sindaco nel cui ambito territoriale si venisse a trovare la discarica o l' eventuale impianto per lo smaltimento''.

Gli ambientalisti chiedono le dimissioni del Consiglio del Parco del Pollino

07/06 Un delegazione del CoSa Pollino presenziera' alla manifestazione il ''Giro dei Parchi'' che si terra' oggi a Piano Ruggio, nel parco del Pollino, per chiedere le dimissioni di tutti i componenti dell' organo amministrativo dell' Ente Parco per ''incompetenza amministrativa e per mancanza di una reale politica di tutela dell' ambiente''. Lo rende noto l' associazione ambientalista. Sulla vicenda del Parco e' intervenuto anche Antonio Bavusi, ex consigliere del Parco per conto del Wwf che ha inviato una lettera aperta allo stesso Wwf nella quale afferma che ''da tempo e in piu' sedi rilevo come il Parco Nazionale del Pollino sia oggi in balia di affarismi e devastazioni senza precedenti a cui il Wwf, pur stando all' interno, si e' reso direttamente o indirettamente complice. Non si comprende - ha proseguito Bavusi - come il Wwf non prenda le distanze dall' attuale gestione del Parco e continui ad essere rappresentato in questo Consiglio direttivo che ha permesso ed autorizzato negli ultimi anni un crescente degrado, a partire dal depauperamento delle risorse umane ed economiche, al punto che oggi vengono innescate battaglie tra i poveri, Centrale del Mercure e ex Lsu-Lpu. Quanto successo nel Consiglio direttivo del 5 giugno scorso e' la riprova di una deriva gestionale ed amministrativa che grava sul futuro stesso del parco nazionale e sul suo sviluppo. Qual' e' allora oggi il senso di pubblicare tardivamente un libro bianco del Wwf al capezzale del parco nazionale del Pollino agonizzante?''.

Tre operai della Centrale del Mercure salgono per protesta sulla ciminiera. L’Enel dice di non avere colpe.

06/06 Si e' conclusa in serata la protesta dei tre operai impegnati nei lavori di riconversione della centrale del Mercure di Laino Borgo che nel pomeriggio erano saliti su una ciminiera, alta piu' di cento metri. La decisione e' stata presa in seguito ad una mediazione raggiunta con sindacati, carabinieri e le parti interessate alla vicenda.Gli operai avevano deciso di intraprendere l' azione di protesta nel corso di una manifestazione promossa da Cgil, Cisl e Uil contro il provvedimento di sequestro adottato dalla Procura della Repubblica. I licenziamenti decisi dall' Enel riguardano gli operai impegnati nei lavori per la riconversione a biomasse della centrale. Il sindaco di Laino Borgo, Michele Mele, dopo l' azione di protesta avviata dai tre operai, ha scritto al prefetto di Cosenza, Diego D' Amico, per chiedere che vengano intraprese iniziative per trovare una soluzione ai problemi legati ai licenziamenti disposti dall' Enel. L’Enel dal canto suo dice in un comunicato di non avere alcuna responsabilità dichiarando che la protesta messa in atto da tre operai impegnati nei lavori di riconversione della centrale del Mercure, che si sono arrampicati su una criminiera alta cento metri, ''non e' diretta contro l' Enel, ma contro la decisione dell' autorita' giudiziaria di sequestrare l' impianto''. ''A causa del provvedimento dell' autorita' giudiziaria – continua la nota dell’Enel - si e' e' reso necessario chiudere l' impianto. Nessun lavoratore, pero', a tutt' oggi e' stato licenziato, ne' abbiamo intenzione di adottare in futuro alcun provvedimento in tal senso. Tutt' al piu', nel caso in cui l' attuale situazione dovesse perdurare, gli operai saranno destinate ad altre mansioni''. L' Enel contesta inoltre la tesi della Procura della Repubblica di Castrovillari secondo la quale nell' impianto di Laino Borgo sarebbe presente amianto. ''Nella centrale del Mercure - sostiene l' Enel - non c' e' alcun pericolo provocato dall' amianto, che viene stipato in appositi contenitori, senza alcun contatto con l' esterno. Siamo dunque sorpresi dalla decisione dell' autorita' giudiziaria perche' il nostro operato e' in linea con la tutela della salute. Siamo comunque fiduciosi nell' operato della magistratura e nell' esito dell' inchiesta perche' siamo sereni e sicuri del nostro operato''.

L’arch. Vallarola direttore del Parco Nazionale del Pollino per tre mesi

06/06 Per i prossimi tre mesi, l' architetto Fabio Vallarola sara' il direttore del Parco nazionale del Pollino, ente nel quale e' responsabile dell' Ufficio tecnico e urbanistico-territoriale. La designazione temporanea e' stata decisa dal consiglio direttivo ''in attesa - e' scritto in un comunicato - della indicazione della terna da comunicare al Ministero all' Ambiente per la nomina definitiva. ''Con tale nomina e con la recente operativita' del bilancio - ha commentato il presidente del Parco, Francesco Fino, che ha proposto la nomina di Vallarola - l' Ente si avvia verso la piena ripresa dell' attivita' e il rilancio delle principali iniziative programmatiche sulle quali l' Amministrazione e'
impegnata''.

Caruso (AN) chiede alla Regione una Commissione d’inchiesta sulle rivelazioni de L’Espresso sui rifiuti

06/06 ''Le pesanti rivelazioni fornite dall' inchiesta dell' Espresso non possono essere sottaciute: la Regione Calabria deve collaborare con le istituzioni preposte, ma deve accertare con trasparente verita' se il Tirreno nasconde residui radioattivi, nell' interesse della salute di tutti''. Lo afferma Roberto Caruso, deputato di An, secondo cui ''chi ha commesso questi crimini dovra' pagare''. ''Chiedo al presidente della Giunta calabrese, Agazio Loiero - aggiunge Caruso - di attivare una commissione d' inchiesta che sia composta non da politici, ma da tecnici, ed abbia lo scopo di verificare, sotto giuramento, con tutti i rilievi possibili, se nei nostri fondali ci sono scorie radioattive. Chiedo anche di effettuare una seria indagine epidemiologica che serva a verificare gli sbalzi possibili nell' incidenza dei tumori su tutta l' area del tirreno cosentino. Dobbiamo dare risposte politiche forti, rispettando chiaramente la magistratura e consentendole di verificare fino in fondo l' attendibilita' dei collaboratori di giustizia''.

La Provincia di Matera attiva la rete satellitare per scoprire discariche abusive

04/06 La Provincia di Matera usera' i satelliti per scoprire le discariche abusive. Lo prevede una convenzione che l'ente pubblico sta per firmare con la societa' Telespazio, che opera presso il Centro di geodesia spaziale 'Giuseppe Colombo' di Matera. Ad annunciare l'iniziativa e' stato il presidente della Provincia, Carmine Nigro, dopo le rivelazioni de L'Espresso su presunti interramenti di rifiuti radioattivi nel vicino comune di Pisticci (Matera) da parte della 'ndrangheta calabrese. ''Sono fortemente preoccupato e allarmato - ha detto Nigro - dalle notizie diffuse dalla stampa nazionale. Ho attivato gli uffici dell'ente perche' si facciano tutti gli approfondimenti necessari per fare chiarezza e per restituire tranquillita' e sicurezza alla comunita' locale''. ''L'apporto di Telespazio - ha aggiunto - ci consentira' un monitoraggio sul territorio. L'obiettivo principale e' l'individuazione e la prevenzione di qualsiasi rischio, a cominciare da quelli ambientali''.

Rifiuti: Sulle dichiarazioni dell’Espresso i Carabinieri aprono un inchiesta. Candelieri querela il settimanale

04/06 Il Ministero dell'Ambiente ha incaricato i carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) di Potenza di verificare l'eventuale presenza di fusti di materiale radioattivo interrati nel comune di Pisticci (Matera), secondo quanto affermato da un pentito della 'ndrangheta e riportato da L'Espresso. In Basilicata arrivera' a breve anche la commissione bicamerale sulle ecomafie, per indagare sulle rivelazioni del settimanale. L'inchiesta dei carabinieri si affianca a quella avviata dalla Regione Basilicata. L'ente ha formato un gruppo di tecnici dell'Arpab (l'agenzia regionale per l'ambiente) e del Cnr per compiere accertamenti in localita' Coste della Cretagna, lungo il torrente Vella. Qui (secondo il pentito) nella notte fra il 10 e l'11 gennaio del 1987 sarebbero stati sepolti cento fusti di rifiuti radioattivi provenienti dall'impianto Itrec (riprocessamento di combustibile nucleare) del Centro Enea della Trisaia di Rotondella (Matera). Altri 600 fusti (sempre secondo il pentito) sarebbero stati portati in Somalia su di una nave salpata da Livorno. Sulla presunta fuoriuscita di materiale radioattivo dalla Trisaia la procura antimafia di Potenza ha in corso un'indagine iniziata nel 2000, partendo dalle rivelazioni di un ingegnere del Centro e di alcuni collaboratori di giustizia, fra i quali quello citato da L'Espresso.
E intanto l’ex direttore dell'impianto Itrec del Centro Enea della Trisaia di Rotondella (Matera), Tommaso Candelieri annuncia querele. ''Le notizie relative alla mia persona e al mio operato riferite nell'articolo 'Parla un boss della 'ndrangheta: cosi' lo stato ci pagava per smaltire i rifiuti tossici' pubblicato dall'Espresso a firma di Riccardo Bocca sono false nella loro interezza. Ho pertanto affidato al mio legale di fiducia - ha proseguito Candelieri - l'incarico di procedere in sede civile e penale nei confronti dell'autore dell'articolo, del direttore responsabile e dell'editore della testata. In analogo modo chiedero' al mio legale di procedere nei confronti dei mezzi di informazione che dovessero riprendere e rilanciare in qualsiasi forma le le medesime notizie false''. Tommaso Candelieri ha diretto l'impianto Itrec dal 1980 al 1990, quando questo riciclava barre usate di combustibile nucleare. Oggi il tecnico e' dirigente della Sogin, la societa' che si occupa della dismissione delle centrali nucleari italiane e che ha rilevato dall'Enea il Centro della Trisaia, dove si trova ancora materiale radioattivo. Dal 2003, Candelieri si occupa della bonifica dell'impianto Itrec.

Allarme processionaria a Santa Sofia d’Epiro

04/06 E' allarme anche nella zona di Santa Sofia d' Epiro per il fenomeno processionaria. A sostenerlo e' Roberto Nigro, consigliere comunale di minoranza che sollecita interventi a protezione di boschi di castagne, querce e acacie. ''Dove sono i sindaci, i consiglieri e gli assessori che ci rappresentano alla Comunita' Montana Destra Crati - afferma Nigro - che ogni giorno percorrono questo tratto stradale, e le numerose associazioni ambientaliste, pronte a chiedere e ottenere finanziamenti? Come mai non si accorgono di quanto succede? Perche' non intervengono prima che sia troppo tardi?''

Da lunedì assemblea permanente dei lavoratori della Centrale del Mercure

04/06 Le segreterie regionali della Calabria di Fnle-Cgil, Flaei-Cisl e Uilcem-Uil hanno indetto per lunedi', 6 giugno, a Castrovillari un' assemblea dei lavoratori della Centrale del Mercure in concomitanza dell' incontro che l' Enel avra' con la Procura della citta' del Pollino. La manifestazione, e' spiegato in un comunicato, si protrarra' fino alla conclusione dell' incontro dagli esiti del quale dipendera' ogni ulteriore iniziativa dei lavoratori. In particolare le maestranze, riporta la nota di Cgil, Cisl e Uil, protestano contro la revoca all' accesso di alcune aree dell' impianto da parte della Procura della Repubblica di Castrovillari e la conseguente sospensione dei lavori di riconversione dell' impianto da parte dell' Enel, decisione che ha aperto pesanti incognite sul futuro di centinaia di famiglie. ''A seguito di questi fatti - e' scritto nel comunicato congiunto delle organizzazioni di categoria di Cgil Cisl e Uil - i dipendenti Enel sono al momento in ferie forzate fino a data da destinarsi mentre tutti i lavoratori delle imprese appaltatrici risultano sospesi. In questi giorni si sono susseguiti incontri con i soggetti coinvolti (amministrazioni locali, Procura, Enel) per sollecitare una rapida valutazione dei fatti al fine di accertare le condizioni di sicurezza e di tutela dell' ambiente e di consentire la ripresa delle attivita' senza penalizzare ulteriormente i lavoratori''.

Centrale del Mercure: Fare Verde solidali con la Procura di Castrovillari

04/06 ''Fare Verde esprime tutta la sua solidarieta' all' operato della Procura di Castrovillari in merito al sequestro, per l' accertata presenza di amianto nell' area perimetrale, dell'impianto Enel del Mercure, nel cuore del Parco del Pollino''. A sostenerlo e' stato il presidente di Fare Verde di Cosenza, Francesco Pacienza. ''Il principio di cautela in materia di salute pubblica, riconosciuto dalla Comunita' Europea come il centro di valutazione di ogni attivita' - ha aggiunto - a cui la Procura si ispira non puo' essere messo in discussione da motivazioni di altra natura. La perdita di un posto di lavoro, indubbiamente, assume una rilevanza notevole in modo particolare in un' area con una percentuale di disoccupazione tra le piu' alte d' Europa. Ma, i sindacati che oggi puntano il dito contro noi ambientalisti addossandoci colpe non nostre, prima di sottoscrivere accordi e patti per la creazione di pseudo posti di lavoro non avevano il dovere di informarsi e documentarsi sulla compatibilita' di tale impianto con un Parco Nazionale? O in nome del lavoro e dell' occupazione dobbiamo permettere ogni sorta di abusi e violenze sul territorio e sull' ambiente?''. ''Fare Verde - ha proseguito Pacienza - e' sempre stato attento alle problematiche sociali unitamente alle problematiche ambientali in quanto convinti assertori che non esiste un altro pianeta sul quale andare a vivere una volta distrutto questo. Perche' non si sono posti in essere strumenti per la creazione di posti di lavoro che fossero alternativi e compatibili con le caratteristiche del territorio alla presenza di una centrale a biomasse nel Parco del Pollino, nonostante le indagini della Procura e le risultanze delle analisi dell' Arpacal avessero messo in luce la presenza di materiali tossico-nocivo sepolti nell'area di perimetrazione dell'impianto stesso? Le indagini di una Procura non possono essere strumentalizzate secondo necessita'. La Legge deve essere applicata sempre ed in maniera uguale per tutti''. Fare Verde ha quindi invitato le Amministrazioni Regionali della Calabria e della Basilicata e Provinciali di Cosenza e Potenza ''ad attivarsi solertemente e senza tentennamenti verso un no deciso, come gia' espresso da parte della Regione Calabria e della Provincia di Cosenza verso la riconversione a carbone della centrale Enel di Rossano, alla messa in funzione di questo impianto ed alla sua presenza nel Parco oltre ad una immediata opera di bonifica del sito'' oltre a ''mettere in atto strumenti efficaci di rilancio da un punto di vista turistico e paesaggistico il Parco del Pollino, uno dei piu' suggestivi ambienti naturali d' Italia. Solo attraverso una corretta valorizzazione del territorio - ha concluso Pacienza - si riuscira' a creare turismo di qualita' e, quindi, occupazione''.

I Verdi denunciano: “Il decreto governativo non parla di depurazione”

04/06 Il decreto legge varato dal Governo e appena pubblicato sulla Gazzetta ufficiale sull' emergenza ambientale in Calabria ''non servira' a risolvere i problemi della depurazione'' che era il motivo per il quale era stato adottato. A sostenerlo e' Giuseppe D' Ippolito, presidente della Federazione provinciale dei Verdi di Catanzaro, secondo il quali ''tutte queste norme si occupano di rifiuti e non di depurazione e sono quindi inapplicabili al caso calabrese''. ''L' articolo del decreto che ci riguarda - afferma D' Ippolito - e' il n. 2 intitolato alla 'Emergenza ambientale in Calabria'. E' la norma alla quale hanno lavorato in molti in tempi diversi: dal presidente della Provincia di Catanzaro, Michele Traversa, ai consulenti ancora inutilmente a libro paga dell' Ufficio del Commissario delegato per l' emergenza ambientale. Da ultimo ci aveva messo mani il governo Berlusconi, assolutamente determinato a prelevare direttamente dalle tasche dei cittadini, attraverso l' imposizioni di mutui forzosi a carico dei comuni, i milioni di euro sperperati negli otto anni di gestione commissariale. Ma, incredibile a dirsi, il decreto che avrebbe dovuto risolvere la vicenda depurazione, della depurazione non parla affatto''. ''La norma - sostiene l' esponente Verde - prevede, infatti, l' applicabilita' anche in Calabria di una serie di ordinanze varie, tutte riferite all' emergenza ambientale nella Regione Campania, compreso il rinvio al recentissimo decreto 14/2005. Peccato pero' che tutte queste norme si occupino di rifiuti e non di depurazione e siano quindi inapplicabili al nostro caso. Come dire che il decreto Calabria sara' sicuramente utilizzabile per costituire coattivamente debiti in capo ai comuni per pagare lo smaltimento dei rifiuti, ma sara' assolutamente inutilizzabile per sanare i pregressi debiti derivanti dalla gestione della depurazione''. ''Ignoranza della materia? Improvvisazione? - si chiede D' Ippolito - O piuttosto tentativo di mettere rapidamente una pietra tombale su otto anni di gestione straordinaria sulla quale sta indagando la Procura di Catanzaro e magari commissariare l' attuale commissario delegato Bagnato forse reo di aver assunto sulla vicenda un atteggiamento troppo laico e con conforme all' ortodossia politica di chi lo ha preceduto? Comunque, anche grazie all' autogol degli avversari, con annessa pessima figura, un primo round e' vinto; adesso la partita si sposta in Parlamento dove il decreto dovra' essere convertito e dove il gruppo dei Verdi non potra' avere atteggiamento diverso da quello assunto quando si discusse del decreto Campania: una forte opposizione e un duro contrasto. Peraltro, da sempre - ha concluso D' Ippolito - la posizione dei Verdi e' per il superamento delle gestioni commissariali e per il ritorno alle gestioni affidate agli organi responsabili in via ordinaria. Figurarsi in questo caso dove si parla, addirittura, di un commissario del commissario''.

Incentivi fino a 2000 euro per rottamare le vecchie auto, ma ecotassa a chi non lo fa.

03/06 Incentivi fino a 2000 euro per 'rottamare' la vecchia auto inquinante ma anche un'ecotassa fino a 150 euro per chi si ostina a girare sulle 'carrette' della strada. Queste,in estrema sintesi, le proposte del ministro dell'Ambiente Matteoli per avvicinare l'Italia agli obiettivi di Kyoto ma anche per combattere lo smog. Il piano che prevede 'sconti' sull'Iva fino al 75% per mandare in soffitta un esercito di 16 milioni di mezzi con oltre 10 anni di vita, e' ora all'attenzione del dicastero dell'Economia per valutarne la fattibilita' finanziaria. Ma secondo gli esperti del dicastero ambientale alle casse dello stato gli eco-incentivi potrebbero fruttare 7 miliardi di euro in 5 anni. Un si' convinto all'eco-rottamazione e' venuto oggi dal ministro Lunardi e dal sottosegretario Valducci. Entrambi gli esponenti del governo hanno pero' sottolineato la necessita' di procedere ''compatibilmente con i conti pubblici''. ''La lotta all'inquinamento e la sostituzione delle vetture inquinanti con veicoli a minor impatto e' un obiettivo sacrosanto. Lo si sta facendo per i mezzi pesanti e sarebbe opportuno estenderlo anche alle autovetture private'' sostiene il ministro delle Infrastrutture. Lunardi riconosce che ''questo tipo di incentivi puo' alterare il mercato, ma se lo si fa per difendere l'ambiente, allora e' per una buona causa''. ''L'Italia -incalza il sottosegretario alle Attivita' produttive Mario Valducci - ha uno dei parchi auto piu' vecchi d'Europa e un ricambio sarebbe auspicabile anche per i mezzi destinati al trasporto pubblico locale''. ''Il problema -sottolinea pero' Valducci- resta quello della compatibilita' con la spesa pubblica''. Secondo il ministero dell'Ambiente, gli 'sconti' sull'Iva potrebbero avere un effetto benefico sulle casse dello Stato. In sostanza, spiegano gli esperti del dicastero guidato da Altero Matteoli, il maggior volume di vendite attraverso gli incentivi potrebbe controbilanciare il minor gettito dell'Iva. Gli ecoincentivi, accompagnati dall'ecotassa potrebebro ''generare entrate aggiuntive nel periodo 2005-2009 per oltre 7 miliardi di euro''. Inoltre, all'Ambiente si fa notare che il piano, illustrato pochi mesi fa dal ministro Matteoli in Parlamento, e' stato ripreso dal ministro dell'Economia Domenico Siniscalco nel corso di una recente audizione su Kyoto. ''Il problema del gettito e' reale ma -afferma Valducci- l'Europa potrebbe venirci incontro con un provvedimento che sostenga inziative di questo genere, a salvaguardia di obiettivi ambientali''. Il piano del dicastero dell'Ambiente si inserisce nelle misure per l'attuazione di Kyoto e punta all'''eliminazione progressiva nel periodo 2005-2009 delle auto circolanti immatricolate prima del '96 che hanno emissioni superiori a 160 grammi di Co2 per chilometro''.Il rinnovo del parco auto consentirebbe di annullare fino a 9 milioni di tonnellate di Co2 e di abbattere del 60% le emisisoni inquinanti. La misura, si legge nel documento, puo' essere sostenuta contestualmente dall'applicazione di un'ecotassa disincentivante sui veicoli circolanti immatricolati prima del '96. ''L'Ecotassa potrebbe essere di 150 euro per le auto immatricolate prima del '93 e di 80 euro per quelli immatricolati tra il 1993 e il 1995''. L'incentivo, invece, potrebbe essere applicato ''attraverso una riduzione del 75% sull'Iva sull'acquisto di un'auto nuova con emissioni inferiori a 145 grammi di Co2 e la rottamazione contestuale''. Ma per Ermete Realacci, dell'esecutivo della Margherita e presidente onorario di Legambiente, ''gli eco-incentivi hanno senso solo se sono legati a parametri seri, ad indicatori veritieri dell'inquinamento e dei consumi delle vetture. Altrimenti siriducono ad essere solo un favore alle case produttrici, come e' successo con gli incentivi per gli scooter''. ''Il ricambio deve essere condizionato alla rottamazione delle vetture piu' vecchie, e indirizzato verso veicoli moderni, dai consumie le emissioni ridotte''. Che senso, si chiede Realacci, scegliere il discrimine di 145 grammi al chilometro di CO2 quando la Ue ha gia' indicato una strategia per ridurre le emissioni delle autovetture nuove da 186g/km a 120g/km al piu' tardi entro il 2010? ''. Ma per il sottosegretario Valducci ''la strategia dell'Ambiente e' piu' che condivisibile'' e in linea con altre iniziative che si stanno gia' prendendo per incentivare la diffusione di auto a metano e a gpl oltre che i modeli euro 5. Da parte sua l'Ambiente sottolinea che l'obiettivo del Piano e' di arrivare a sostituire tre milioni di auto l'anno, assicurando all'Erario un gettito di 1830 milioni di euro nel 2005, 1380 nel 2006,930 milioni nel 2007, 480 milioni nel 2008, 240 milioni nel 2009. ''Considerando che il ricambio fisiologico del parco corrisponde a 600mila auto/anno, su un volume di tre milioni l'anno di veicoli incentivati, l'entrata aggiuntiva di Iva -al netto dello sconto e della mancata entrata attesa- corrisponde a 450 milioni di euro'' conclude il Piano.

Legambiente: “Il Governo accerti le accuse del pentito sui rifiuti tossici”

03/06 Sono accuse gravissime che devono spingere l'Italia a verificare immediatamente se Pisticci in Basilicata e altre localita' sia da noi che all'estero sono state trasformate in discariche illegali di rifiuti pericolosi.' Questo il commento di Legambiente, alle rivelazioni di un boss pentito della N'drangheta, pubblicate su "L'Espresso" e relative al traffico e allo smaltimento illegale di rifiuti tossici effettuate attraverso collusioni tra criminalita' organizzata, politica e apparati dello Stato. 'Le rivelazioni pubblicate da 'L'Espresso' – dichiara Legambiente in una nota - lasciano sgomenti e confermano che c'e' stata nel recente passato della nostra Repubblica una stretta collaborazione tra alcuni politici e pezzi deviati dei servizi con le organizzazioni criminali per lo smaltimento dei rifiuti tossici. Il pentito indica chiaramente alcune localita': c'e' Pisticci in Basilicata, c'e' Capo Spartivento in Calabria, c'e' Maratea ancora in Basilicata, ci sono precisi riferimenti ad alcune localita' situate in Somalia, ecc. Riteniamo percio' che non sia complicato verificare l'attendibilita' della sua deposizione. Se confermata - continua la nota dell'associazione ambientalista – darebbe pienamente ragione a quanto Legambiente sostiene da anni e cioe' che esistono nel nostro Paese, ma anche all'estero, vere e proprie discariche illegali di materiale altamente nocivo, coperte da poche decine di centimetri di terra o realizzate a qualche decina di metri di profondita' nei mari davanti alle nostre coste. Questi siti raccolgono materiale tossico di tutti i tipi: scorie radioattive, fanghi, rifiuti ospedalieri non trattati, e chissa' quante altre sostanze nocive. A questo punto - conclude la nota di Legambiente - e' urgente che i Ministeri dell'Ambiente, dell'Interno, degli Esteri e della Giustizia diano il via a tutti i procedimenti necessari all'accertamento delle responsabilita' del traffico illegale e, in tempi brevissimi, all'ispezione dei siti indicati nel memoriale e, quindi, ad avviare le operazioni per le bonifiche'.
La Giunta regionale della Basilicata dal canto suo ha deciso ''l' immediata attivazione di un gruppo tecnico di supporto - e' scritto in una nota - formato da rappresentanti dei competenti uffici regionali, dell' Arpab e del Cnr, che dovra' compiere ogni utile verifica nei territori''.

Caruso (AN) “Servono esami accurati”

03/06 ''Il dossier pubblicato dall' Espresso sui rifiuti nucleari ed i presunti rapporti fra 'ndrangheta e classe politica e' inquietante: chiaramente si tratta di rivelazioni che vanno accolte con prudenza, ma sorge il sospetto che sotto il mare calabrese si nascondano sostanze radioattive e nessuno di noi puo' dire di essere tranquillo''. A sostenerlo e' Roberto Caruso, deputato di An. ''Sono certo che queste dichiarazioni, gravissime - afferma Caruso - siano al vaglio delle autorita' competenti, ma come rappresentante di un partito che sin dai tempi del Msi-Dn ha fatto della questione morale un punto di forza, penso che sia il caso di chiedere interventi urgenti. Dobbiamo capire con esami accurati quali danni siano stati provocati da queste scorie e perseguire i criminali che hanno organizzato il tutto''. ''Spero - conclude il parlamentare di An - che su questa vicenda nasca una sollevazione di tutte le forze sane della politica, da destra a sinistra''.

Legambiente Calabria: “Traffico di rifiuti radioattivi: Il Governo apra un’unità di crisi”

02/06 ''La lettura del memoriale che l' ex boss della 'ndrangheta ha consegnato alla Dna, pubblicato questa mattina dall' Espresso, e' davvero sconvolgente. Al di la' delle eventuali responsabilita' dei singoli e delle societa' chiamate in causa, che dovranno essere verificate dalla magistratura, emerge la sostanziale conferma delle denunce fatte da Legambiente a partire dal 1994 sull' esistenza di vasti traffici, nazionali e internazionali, di rifiuti pericolosi e radioattivi''. Ad affermarlo sono Enrico Fontana, responsabile dell' Osservatorio Ambiente e Legalita' di Legambiente e Nuccio Barilla' del direttivo nazionale e di Legambiente Calabria. ''Non erano visionari - sostengono Fontana e Barilla' - i magistrati, gli ambientalisti e i cittadini che in questi anni si sono occupati di queste vicende. Le indicazioni puntuali circa i presunti luoghi di smaltimento illecito a terra, i siti di affondamento indicati per almeno tre navi, anche queste, secondo il memoriale dell' ex boss della 'ndrangheta, cariche di rifiuti tossici e radioattivi, lungo le coste calabresi e lucane impongono pertanto l' immediata attivazione di mezzi e strutture tecniche in grado di accertare la veridicita' delle gravi affermazioni dell' ex boss. E vanno immediatamente attivate le procedure di cooperazione internazionale per estendere le ricerche e gli accertamenti anche nei singoli siti indicati in Somalia''. Per Fontana e Barilla' ''alla luce del memoriale e delle notizie emerse nel corso di questi anni anche grazie alle denunce di Legambiente, non e' piu' pensabile lasciare senza risposte immediate e finalmente chiare queste vicende gravi''. A nome dell' associazione ambientalista i due esponenti sollecitano al Governo nazionale ''la costituzione di una vera e propria unita' di crisi interministeriale e di una commissione parlamentare d' inchiesta sulle navi di veleni che, da oggi alla fine della legislatura, segua il difficoltoso percorso per l' accertamento della verita'''. Fontana e Barilla' chiedono chiarimenti sulle vicende relative ''alla morte misteriosa del capitano di corvetta della Capitaneria di porto di Reggio Calabria, Natale De Grazia, che stava indagando proprio sulle navi dei veleni e al duplice assassinio della giornalista della Rai Ilaria Alpi e del suo operatore Miran Hovratin che stavano conducendo un' inchiesta sul traffico internazionale dei rifiuti in Somalia''.

Iniziative del comune di Rossano contro il deposito selvaggio dei rifiuti

02/06 L' Amministrazione comunale di Rossano ha adottato una serie di iniziative per combattere il deposito selvaggio di rifiuti ingombranti lungo il litorale costiero e le contrade di Seggio e Parco dei Principi. Il sindaco, Orazio Longo, in collaborazione con la societa' che ha in gestione il servizio della raccolta dei rifiuti solidi urbani (Ecoross), ha avviato una iniziativa denominata ''Chi collabora non ingombra'' che e' entrata in vigore da ieri e durera' fino a settembre. Il provvedimento prevede tre modalita' di deposito dei rifiuti ingombranti: la consegna gratuita presso la piattaforma ecologica Ecoross, situata in contrada Sant' Irene; il deposito in apposite stazioni mobili oppure telefonando e prenotando il ritiro alla societa' Ecoross. Il costo per il ritiro e' di 5 euro per due rifiuti ingombranti. ''Tale provvedimento - ha detto il sindaco Longo - nasce anche, ma non solo, dalla constatazione che ne' l' Unione europea, ne' i singoli Stati sono pervenuti ad accordi di programmi con le parti interessate per la disciplina del ritiro dei rifiuti in questione in modo da garantire il pieno rispetto delle finalita' delle direttive europee fondate sul recupero di tali rifiuti''. Purtroppo, ogni tentativo avviato per tale problematica - continua Longo - finalizzato alla razionalizzazione del servizio di raccolta e recupero o smaltimento di tali rifiuti e' stato vanificato dalla mancanza di normative specifiche, costringendo l' ente ad investire notevoli risorse economiche allo scopo di evitare danni ambientali''.

I sindacati contrari alla chiusura della Centrale del Mercure

02/06 ''E' gravissima e' la situazione che si e' determinata nella centrale del Mercure a seguito della revoca dell' accesso ad alcune aree dell' impianto da parte della Procura della Repubblica di Castrovillari''. A sostenerlo, in una nota, sono le segreterie regionali dei sindacati confederali del comparto energia (Fnle-Cgil, Flaei-Cisl e Uilcem-Uil). ''Tale revoca, di fatto - sostengono ancora i sindacati - ha determinato l' impossibilita' di proseguire con le attivita' legate alla riconversione dell' impianto ed all' avvio delle prove di esercizio ed ha indotto l' Enel a sospendere tutti i lavori, interni ed in appalto, lasciando a casa i propri dipendenti e di conseguenza tutti i lavoratori delle imprese appaltatrici. Si puo' facilmente immaginare lo sconforto che in questi giorni alberga nelle centinaia di famiglie che vivono di questa realta' e le grandi incognite sul loro futuro sottoposto ai tanti attacchi dei mesi passati. A rischio e' anche tutto l' indotto che si stava costruendo attorno a questo sito produttivo, a partire dalla movimentazione del legno e dalla fornitura dello stesso, che aveva visto recentemente un accordo per l' utilizzo di altri 70 lavoratori forestali. Resta assurdo che si ostacoli un progetto di produzione di energia da fonti rinnovabili che tutte le forze sane dell' ambientalismo ritengono rappresenti una delle strade da seguire per rendere sostenibile la produzione di energia dal punto di vista ambientale e di salvaguardia delle fonti, riducendo il consumo di combustibili fossili. Mentre nel resto del Paese e nel mondo l' obiettivo, a partire dal protocollo di Kyoto, e' quello del rilancio delle fonti rinnovabili, nella realta' del Mercure si e' scatenata e si rischia di alimentare una crociata contro un impianto che potra' offrire tutte le garanzie di tutela dal punto di vista ambientale e della salvaguardia della salute per i cittadini. Come sindacati siamo da sempre attenti ed impegnati perche' si realizzino le condizioni affinche' l' ambiente e la sicurezza dei lavoratori siano salvaguardati. Nello stesso tempo riteniamo che le istituzioni che hanno certamente a cuore la sorte di questi lavoratori e l' impatto negativo sulla gia' povera economia dell' intera zona, debbano produrre ogni sforzo per conciliare tutela dell' ambiente e della salute, controllo democratico del territorio, valore del lavoro e delle ricadute economiche di tale investimento. Vi sono tutte le condizioni perche' gli organi preposti valutino rapidamente le condizioni di sicurezza perche' possano riprendere le attivita' e perche' la Provincia di Cosenza e gli amministratori locali esercitino il loro ruolo di controllo, senza penalizzare i lavoratori che oggi stanno pagando in prima persona, rischiando conseguenze ben piu' pesanti sul loro futuro lavorativo''. I sindacati riferiscono anche di avere deciso, a conclusione di un' assemblea con tutti i lavoratori dell' impianto e delle imprese appaltatrici, di chiedere al Prefetto di Cosenza un incontro, programmanto nello stesso tempo per i prossimi giorni una mobilitazione.

Centrale del Mercure gli ambientalisti chiedono all’Enel la verità

02/06 ''La centrale Enel di Laino Borgo e' bloccata dopo l' ennesimo sequestro disposto dalla magistratura. Da parte di tutti, popolazione, sindaci, associazioni e comitati, c' e' viva attesa per le risultanze delle indagini e soprattutto per gli eventuali rischi per la salute connessi a tali sequestri''. E' quanto affermano, in una nota, il Comitato salute ambiente del Pollino, l' associazione ambientalista “Il riccio” e “ReteAmbiente Calabria”. ''Grande, in particolare - si sostiene ancora nella nota - e' l' attesa per le risultanze della perizia tecnica commissionata dalle istituzioni locali e dai comitati ambientalisti. L' unanime richiesta, che dovrebbe essere nell' interesse di tutti, e' quella di conoscere finalmente la verita'. E alla ricerca della verita' l' Enel ha concorso poco e male, assumendo atteggiamenti che hanno solo esasperato gli animi e che rischiano ora di far esplodere l' ennesima guerra tra poveri. Cosi come evidenti appaiano le responsabilita' di quelle istituzioni, calabresi e lucane, che tanto hanno parlato e promesso e cosi poco e male hanno fin qui concluso. Agli addetti, a vario titolo, della centrale del Mercure, sottoposti alla pressione del ricatto occupazionale, va la nostra piena solidarieta'. In una realta' economica come la nostra e' chiaro che anche una briciola sembra un banchetto. Ma e' in primo luogo proprio a loro tutela che l' accertamento della verita' deve andare avanti. La battaglia in corso e' soprattutto battaglia di legalita' e di salvaguardia della salute, dei lavoratori, cosi' come delle popolazioni dell' intero comprensorio''.

Stupore dell’Enel per il blocco della centrale del Mercure

01/06 E' di ''stupore'' la reazione dell' Enel al provvedimento con il quale la Procura della Repubblica di Castrovillari ha disposto il sequestro di alcune aree nella centrale del Mercure, fra Basilicata e Calabria, determinando il blocco dell' avviamento a biomasse dell' impianto e la collocazione in liberta' di 50 dipendenti e l' interruzione del lavoro di altri 75, dipendenti di ditte esterne. Il sequestro e' scattato il 30 maggio scorso. In una nota, l' Enel, esprimendo ''fiducia nell' operato della magistratura'', ha precisato che nella centrale ''non esistono aree contaminate da amianto e pertanto non vi e' alcun pericolo per le maestranze ne' per la popolazione. L' amianto ancora presente nella sezione uno dell' impianto e' perfettamente incapsulato e privo di pericolosita' ''. La societa', infine, ha reso noto di aver gia' appaltato ''le attivita' per la rimozione di tutto l' amianto ancora presente nella sezione uno, nonostante l' assoluta mancanza di pericolo''. L' impresa che lo rimuovera' comincera' ad operare dopo aver ricocevuto l' autorizzazione dall' azienda sanitari competente.

La Provincia di Cosenza dice no alla riconversione a carbone della centrale di Rossano

01/06 ''Il no della Provincia di Cosenza alla conversione a carbone delle centrale termoelettrica di Rossano e' netto''. E' quanto si afferma in un comunicato dell' Ente. ''L' Amministrazione - prosegue la nota - ha sempre espresso la sua contrarieta' al progetto avanzato dall' Enel al Ministero della attivita' Produttive ed inviato anche alla Provincia stessa e ad altri enti istituzionali, anche attraverso atti precisi, in particolare, tramite una delibera di Giunta del 20 maggio. La determinazione dell' esecutivo motiva chiaramente, anche con l' ausilio di valutazioni tecniche, la contrarieta' all' ipotesi di riconversione''. ''Il sito destinato alla ubicazione dell' impianto - rileva la Giunta provinciale di Cosenza - e' inserito in un ambito territoriale posto a cerniera fra il bacino del Pollino Meridionale, quello del fiume Crati e quello della Piana di Sibari, che sotto l' aspetto socio-economico e' caratterizzato in modo marcato da una vocazione agricola, con le sue produzioni di eccellenza di valenza nazionale, e da prospettive di sviluppo turistico dalle enormi potenzialita' innovative. Nella zona si coniuga il turismo da diporto a quello proposto dai siti archeologici, senza trascurare il Parco del Pollino e della Sila i quali, per la proprie peculiarita', rappresentano realta' di rilievo Europeo e Mediterraneo. E' per questo che l' area nella quale dovrebbe essere attiva la centrale riconvertita a carbone rappresenta, sia sotto l' aspetto urbanistico che sotto quello storico-culturale una realta' di elevato valore e quindi da tutelare, riqualificare e valorizzare anche ai fini di uno sviluppo compatibile con il territorio''. La Provincia ritiene anche che l' ipotesi avanzata dall' Enel attraverso il progetto di riconversione a carbone della centrale ''contrasti nettamente con l' istituzione del distretto agro-alimentare di qualita' stabilito con apposita legge regionale''. La Giunta, motivando il no al progetto, richiama anche ''il piano energetico regionale di recente approvato dal Consiglio regionale che esclude la possibilita', in Calabria, di utilizzare il carbone quale fonte per la produzione di energia elettrica''. L' esecutivo provinciale, infine, fa riferimento ''ai pronunciamenti negativi dei consigli comunali della Piana di Sibari e della costa jonica, a partire da quello di Rossano, citta' nel cui territorio e' insediato l' impianto termoelettrico e che ha ritrovato una convergenza unitaria proprio sul no al carbone''. I contenuti della delibera sono stati anticipati ai Ministeri per le Attivita' Produttive e per l' Ambiente attraverso un telegramma a firma del presidente Mario Oliverio. ''La Giunta provinciale - conclude la nota - ha deliberato in tal senso in coerenza con gli orientamenti emersi dall' ultima seduta del Consiglio Provinciale alla cui attenzione sara' portata lo stesso atto deliberativo per l' approvazione nella prima sessione utile''.

Sono solo 10 le province con la bandiera blu. Catanzaro e Cosenza tra le 10 peggiori.

Provincia

Km di costa

Km non balneabili

% non balneabile

Caserta

45

31,9

70,9

Roma

141,5

27,5

19,4

Napoli

221,5

42,8

19,3

Palermo

185,6

27,7

14,9

Pisa

29,5

4,4

14,9

Bari

147,4

21,9

14,9

Catanzaro

102,6

13,8

13,4

Viterbo

35,9

4,3

11,9

Catania

62,8

7,4

11,8

Cosenza

227,9

26,2

11,5

Macerata

22,1

2,5

11,3

Chieti

67,5

7

10,4

Caltanissetta

32,7

3,3

10,1

Pescara

13,1

1,2

9,1

Salerno

203,2

18,3

9

Ascoli P.

47,7

4,1

8,6

Reggio C.

202,9

14,8

7,3

Venezia

103,1

6,6

6,4

M. Carrara

13

0,8

6,4

Latina

184,1

11,4

6,2

Lecce

260,9

13,4

5,1

Oristano

111,9

5,7

5,1

Sassari

857,7

41,1

4,8

Messina

379,7

16,7

4,4

Ancona

58,6

2,5

4,3

Matera

37,9

1,6

4,2

Ravenna

48,4

2

4,1

Vibo Valentia

68,4

2,7

4

Foggia

222,9

8,7

3,9

Brindisi

115,8

4,3

3,7

Siracusa

201

7,2

3,6

Genova

109,2

3,7

3,4

Savona

80,5

2,6

3,2

Potenza

24,3

0,8

3,2

Imperia

62,7

1,9

3

Teramo

45,2

1,4

3

Pesaro

44,6

1,3

2,9

Cagliari

526,2

12,9

2,4

Forli'

9,1

0,2

2,2

Trapani

332,4

7,2

2,2

Nuoro

235,3

5

2,1

Rimini

33,7

0,7

2,1

Campobasso

35,4

0,7

2

Agrigento

195,4

3,8

1,9

Crotone

113,9

2

1,8

Trieste

48,1

0,5

1

Rovigo

55,8

0,4

0,7

Grosseto

200,5

1,4

0,7

Taranto

118

0,8

0,7

Ragusa

94,3

0,6

0,6

La Spezia

96,9

0,5

0,5

Livorno

337,6

1,3

0,4

Lucca

20,5

0

0

Ferrara

39,8

0

0

Udine

16

0

0

Gorizia

47,6

0

0

01/06 Se si trattasse di un campionato di calcio i giochi sarebbero fatti: Caserta condannata matematicamente in B e Roma, Napoli, Palermo, Pisa e Bari in lotta per non retrocedere. Dall'altra parte Lucca, Ferrara, Udine e Gorizia a giocarsi lo scudetto. Si tratta invece dei dati sulla qualita' delle acque di balneazione del Ministero della Salute che û gia' anticipati nella parte generale da Dire due settimane faû consentono oggi un dettagliato approfondimento della situazione di tutte le province con vista mare. Cinquantasei realta' territoriali che, numeri alla mano, si dividono in tre tronconi distinti. Le province col mare davvero blu (sono solo 10), quelle che comunque se la cavano bene o benino (un gruppone di 30), quelle con livelli di inquinamento superiori (e talvolta decisamente superiori) alla media nazionale che nega ai tuffi 6 chilometri di litorale ogni 100 chilometri di spiagge. Tra queste 20 la peggiore di tutte e' Caserta: qui addirittura il 70,9% della costa (31,9 chilometri su 45) e' interdetto alla balneazione a causa di coliformi fecali o altre sostanze incompatibili con i bagnanti. Ma pur se a distanza notevole pessime sono anche le performance di Roma, Napoli, Palermo, Pisa, Bari, Catanzaro. La capitale infatti col 19,4% di costa off-limit (27,5 Km su 141,5) sopravanza di poco il capoluogo partenopeo (19,3% e 42,8 Km sporchi sui 221,5 complessivi). Palermo e Pisa hanno invece colibatteri e sostanza chimiche oltre il consentito nel 14,9% dei lidi, Catanzaro nel 13,4%, Viterbo nell'11,9%, Catania nell'11,8%, Cosenza nell'11,5%, Macerata nell'11,3%, Chieti nel 10,4%, Caltanissetta nel 10,1%. Sopravanzano la media nazionale del 6% anche Pescara, Salerno, Ascoli, Reggio Calabria, Venezia, Massa Carrara, Latina. Le 30 province con onde non proprio limpide ma con valori migliori rispetto a quelli della media italiana spaziano dal 5,1% di sporcizia riscontrata dalle analisi a Lecce e Oristano all'1% di Trieste. L'estate piu' blu e' invece quella dell'ultima comitiva che vede insieme Rovigo, Grosseto e Taranto (0,7% di litorale non balneabile), Ragusa (0,6%), La Spezia (0,5%), Livorno (0,4%). E c'e' in questa compagnia anche chi fa l'en plein: Gorizia, Udine, Ferrara e Lucca (in quattro fanno circa 124 chilometri) non hanno nemmeno un metro di mare inquinato. Vale anche la pena fare un passo indietro e ricapitolare i dati riassuntivi nazionali del Rapporto del Ministero della Salute: la lunghezza totale della costa italiana e' di 7.375,3 chilometri, la costa non controllata e' pari a 1.060,5 chilometri (il 14,3%, come l'estate passata), quella dove i campionamenti sono stati insufficienti e' di 7,3 Km (lo 0,1%), quella limpida e' di 4.999,4 chilometri (il 67,8%). C'e' poi la costa permanentemente vietata per motivi indipendenti dall'inquinamento (874,6 chilometri, l'11,8%) e quella vietata per inquinamento (433,6 chilometri, il 5,9%). Ecco, comunque, la classifica della balneazione di tutte e 56 le province italiane bagnate dal mare. Fonte, il Rapporto 2005 sulla qualita' delle acque di balneazione del Ministero della Salute.

Presentato da Legambiente il rapporto sulle Ecomafie. Un ‘azienda’ che ‘fattura’ 27 miliardi di euro. Al sud il 49% degli illeciti, in aumento al nord.

31/05 - Le 'Ecomafie', 'azienda' sempre piu'florida nel nostro paese, in grado di inserirsi in testa alle classifiche delle maggiori imprese italiane, collocandosi subito alle spalle di colossi come Eni, Fiat, Enel e davanti a Finmeccanica, Pirelli o Erg. In un contesto che ha visto la nostra produzione industriale aumentare soltanto dello 0,9% in un quinquiennio e ha fatto registrare una crescita contenuta dell'intero Paese tra 2003 e 2004 (+1,3%) gli affari della criminalita' organizzata in campo ambientale recitano il ruolo della tigre. E' quanto viene fuori dall'annuale rapporto sull'Ecomafia 2005 di Legambiente, presentato oggi a Roma. I tradizionali business dell'ecomafia scoperti da Legambiente (cemento, abusivismo edilizio, appalti illegali, traffico di rifiuti, commercio clandestino di opere d'arte, racket degli animali?) hanno generato, nell'anno appena trascorso, 24 miliardi e 600 milioni di fatturato. Tra le industrie italiane un bilancio cosi', a dieci zeri, ce l'hanno solo l'Eni (58,383 miliardi di fatturato), la Fiat (46,703 miliardi), l'Enel (36,489 miliardi), la Telecom (31,231 miliardi), le ecomafie appunto e la Tim (12,900 miliardi). Piu' dei numeri assoluti, denuncia Legambiente, impressionano pero' quelli percentuali. Il fatturato Fiat ad esempio e' calato di piu' di un punto; quello di Telecom e' salito di un punto; quello delle ecomafie ha fatto un balzo in avanti da un anno all'altro: +30 punti percentuali, performance che non ha eguali in Italia. E chissa' che cedola che avra' distribuito ai suoi azionisti di riferimento che si spartiscono il gruppo: la mafia siciliana, la camorra, la 'ndrangheta, la sacra corona unita. L'ecomafia, rileva l'associazione ambientalista, si e' fatta impresa, impresa criminale naturalmente, lucra su tutto, si insinua negli appalti pubblici, sfrutta le debolezze del Paese in alcuni settori (la gestione dei rifiuti al Sud e' un ottimo volano per chi vuole guadagnarci illegalmente), puo' reinvestire gli utili senza alcuna pressione fiscale. Il decimo Rapporto Ecomafia di Legambiente, realizzato con la consueta collaborazione delle forze dell'ordine, e' stato presentato nel corso di un incontro che ha visto la partecipazione di Roberto Della Seta, presidente di Legambiente, Altero Matteoli, ministro dell'Ambiente, Paolo Russo, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, Piero Luigi Vigna, procuratore nazionale Antimafia, Enrico Fontana, responsabile settore ambiente e legalita' di Legambiente, dei rappresentanti delle forze dell'ordine. Il dossier realizzato da Legambiente e' un viaggio nell'Italia aggredita e sfregiata dai fenomeni di criminalita' ambientale: i reati sono 25.469 (tre ogni ora), le persone denunciate crescono del 10,4%. Il 49,1% degli illeciti si concentra nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Non solo. Secondo il rapporto cresce anche il numero dei clan dell'ecomafia: sono oggi 194, ovvero 25 in piu' rispetto al 2003. Un aumento di ''famiglie'' quasi tutte interessate ai guadagni che ruotano intorno al mattone grazie anche alla ripresa di questo fenomeno stimolata dall'ultimo condono edilizio: l'abusivismo e' infatti cresciuto ancora (+ 3,6% nel 2004). Le nuove case abusive (al netto delle cosiddette trasformazioni d'uso rilevanti su costruzioni gia' esistenti) sono state 32.000 nello scorso anno, ovvero 3.000 in piu' rispetto al 2003, l'anno dell'impennata. Le stime, prudenziali, relative al 2005 indicano un ulteriore diluvio di cemento illegale: altre 32.000 nuove costruzioni abusive, accompagnate dalla sensazione di una ''marea che continua a crescere''. ''Le 93mila costruzioni abusive tirate su dal 2003 alla fine dell'anno in corso - dichiara Roberto Della Seta, presidente di Legambiente - sono un fardello insopportabile per la qualita' dell'ambiente nel nostro Paese, la tutela della legalita', i legittimi interessi delle imprese costruttrici che operano nel rispetto delle regole''. ''Ma non solo -aggiunge- dopo il terzo condono edilizio in meno di vent'anni, questi numeri mettono in discussione, presso comunita' sempre piu' ampie di cittadini, la credibilita' stessa delle istituzioni. Serve una risposta immediata e convincente, magari attraverso la definizione di un vero e proprio programma nazionale di lotta all'abusivismo edilizio''. Per quanto riguarda il ciclo illegale dei rifiuti, le infrazioni accertate nel 2004 sono state 4.073 e 1.702 i sequestri; il 38,3% di questi illeciti si registra nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, tutte commissariate da diversi anni per quanto riguarda i rifiuti. La Campania guida purtroppo anche questa particolare classifica dell'illegalita' ambientale, seguita dalla Puglia e dalla Toscana (un confronto con il 2003 non e' possibile, perche' quest'anno, per la prima volta, sono stati inseriti in questa voce specifica, anche i risultati delle indagini condotte dal Comando carabinieri per la Tutela dell'ambiente relative all'inquinamento del suolo provocato da smaltimenti illegali di rifiuti). Un'attivita' sempre piu' vivace come dimostrano anche le operazioni delle forze dell'ordine che fino a oggi hanno portato avanti 37 inchieste grazie all'art. 53 bis del decreto Ronchi: dal febbraio 2002 sono state arrestate ben 221 persone e denunciate 739, con un numero di aziende coinvolte senza precedenti, 213 fino a maggio 2005. E' da notare il graduale spostamento dei traffici illeciti verso il Centro-Nord del Paese, la cosiddetta ''ecomafia devolution'', che ha avuto con i recenti sequestri di cave trasformate in discariche abusive in provincia di Viterbo un'ulteriore conferma. Ma continua a crescere anche quella sorta di ''catena montuosa'' di rifiuti speciali prodotti e finiti nel nulla che viene denunciata ogni anno da Legambiente, dopo una faticosa analisi degli ultimi dati ufficiali disponibili: nel 2002 si e' raggiunto il massimo storico di 14,6 milioni di tonnellate di rifiuti di cui viene stimata la produzione ma non se ne conosce il destino, equivalenti a una montagna alta 1.460 metri con una base di tre ettari. Altro mercato sempre florido e' la cosiddetta archeomafia, ovvero i furti di opere d'arte e di reperti archeologici: un giro d'affari attivo soprattutto nel Nord Italia come in Piemonte, nel Lazio e in Lombardia. Le opere trafugate nel 2004 sono arrivate a 19.000 pezzi, il 4,7% in piu' rispetto al 2003. Un vero e proprio museo che si arricchisce sempre piu' nonostante la diminuzione dei furti scesi del 7,9% (1.190 nel 2003). ''Ma gli spunti di riflessione che offre questo Rapporto Ecomafia - ha detto Enrico Fontana, responsabile ambiente e legalita' di Legambiente - sono davvero tanti: dalle situazioni di vera e propria emergenza ambientale che si riscontrano nei Comuni sciolti per mafia alla denuncia, ricca di numeri e di casi concreti, del fenomeno del bracconaggio; dalla dimensione globale delle ecomafie, dai traffici internazionali di rifiuti a quelli di specie protette e di reperti archeologici''. Proprio per questi motivi anche quest'anno Legambiente non rinuncia a lanciare la sua proposta: inserire nel nostro Codice penale i delitti contro l'ambiente. Il Consiglio d'Europa ha approvato, da tempo, un importante atto d'indirizzo che impegna i Paesi membri a introdurre, nella propria legislazione, adeguati strumenti di tutela penale dell'ambiente; la Commissione per la riforma del Codice penale, presieduta dal giudice Carlo Nordio, ha previsto l'introduzione dei delitti contro l'ambiente subito dopo quelli contro la persona; la Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, presieduta da Paolo Russo, ha approvato, nel dicembre del 2004, una relazione che sollecita il Parlamento a varare questa indispensabile riforma. ''Cosi' come - aggiunge Fontana - sono diversi i disegni di legge, sottoscritti da rappresentanti della maggioranza e dell'opposizione, a cominciare da quello presentato dal presidente onorario di Legambiente, Ermete Realacci, che prevedono, in maniera sostanzialmente simile, l'introduzione di nuovi delitti attraverso i quali tutelare meglio il nostro patrimonio ambientale dai tanti fenomeni di aggressione criminale che denunciamo ogni anno''. E' la Campania, con 3.462 infrazioni accertate, 2.789 persone denunciate o arrestate e 1.340 sequestri effettuati a detenere il primato nella classifica dell'illegalita' ambientale. Seguono la Sicilia con 3.279 infrazioni, 2.277 persone denunciate o arrestate e 753 sequestri; la Calabria con 3.142 infazioni, 1.802 persone denunciate o arrestate e 834 sequestri; la Puglia con 2.612 infrazioni, 2.578 persone denunciate o arrestate e 1.378 sequestri; il Lazio con 1.891 infrazioni, 1.518 persone denuciate o arrestate e 662 sequestri. Seguono quindi la Sardegna, la Liguria, la Lombardia, Il Veneto, l'Emilia Romagna, il Piamonte, la Basilicata, le Marche, l'Abruzzo, l'Umbria, il Friuli Venezia Giulia, il Trentino Alto Adige, il Molise e, infine la valle d'Aosa con 85 infrazioni, 86 persone denunciate o arrestate e 48 sequestri.

Infrazioni

Denunce e arresti

Sequestri effettuati

1

Campania

3.462

2.789

1.340

2

Sicilia

3.279

2.277

753

3

Calabria

3.142

1.802

834

4

Puglia

2.612

2.578

1.378

5

Lazio

1.891

1.518

662

6

Toscana

1.774

1.829

537

7

Sardegna

1.748

1.458

496

8

Liguria

1.191

1.159

297

9

Lombardia

979

1.175

407

10

Veneto

792

864

369

11

Emilia Romagna

697

736

277

12

Piemonte

610

693

195

13

Basilicata

605

356

114

14

Marche

589

780

250

15

Abruzzo

533

478

192

16

Umbria

514

379

112

17

Friuli V.G.

388

457

216

 

Ancora una volta sotto sequestro la centrale Enel del Mercure

La procura di Castrovillari ha disposto un nuovo provvedimento di sequestro- il terzo da inizio anno- della centrale Enel della valle del Mercure, al confine tra la Calabria e la Basilicata, di recente riconvertita a biomasse. Il sequestro, ancora una volta a causa della presenza di amianto e nichel nel sito, ha costretto l'Enel a interrompere le prove di funzionamento iniziate qualche giorno fa. Clima di tensione, all'esterno della centrale, fra i 50 lavoratori che sono stati messi in ferie forzate dall'azienda fino a data da decidersi. La produzione delle biomasse (ricavate da legno e detriti) sarebbe dovuta partire fra due giorni. L'Enel non è entrata nel merito del provvedimento di sequestro, sospeso tutte le attività nell'impianto e si è detta "pronta a offrire tutta la collaborazione necessaria per chiarire i contorni di questa vicenda", e a mettere in sicurezza il sito. La centrale del Mercure fu costruita 40 anni fa, per sfruttare le miniere di lignite della valle. Fu riconvertita a gasolio alla fine degli anni '70 ma venne chiusa a metà anni '90 perché la produzione (75 megawatt giornalieri) non riusciva a coprire i costi di gestione. La riconversione della centrale è stata avversata dalle associazioni ambientaliste: secondo queste, c'è il rischio di disastro ambientale in quanto il sito si trova all'interno dell'area protetta del parco interregionale del Pollino. Inoltre, temono che le biomasse che verranno importate dall'estero siano inquinanti. Negli ultimi tre mesi, il sito è stato sequestrato per tre volte dalla magistratura, sempre per la stessa ragione: presenza di amianto e nichel.

Ristabilita la legalità. Si va verso la riapertura del canale dello Stombi

30/05 ''La questione dello Stombi era una questione di legalita'. La nostra azione e' stata dettata dal solo fatto di ristabilire la legalita'. Con la buona volonta' di tutte le parti ci siamo quasi riusciti. I lavori di disinsabbiamento sono iniziati e presto si dovrebbe tornare a navigare, anche se resta da risolvere ancora un piccolo problema che e' quello di sapere chi dovra' gestire e provvedere alla manutenzione e al perfetto funzionamento delle porte vinciane e delle pompe idrovore''. A sostenerlo e' stato il procuratore della Repubblica di Castrovillari, Agostino Rizzo, incontrando i giornalisti sulla questione del canale degli Stombi. ''Questo - ha aggiunto - non e' un problema insuperabile. Sicuramente nei prossimi giorni anche questa questione si superera' positivamente e il canale dello Stombi potra' essere navigato''. All' incontro con i giornalisti hanno partecipato anche il sostituto procuratore, Baldo Pisani, il sindaco di Cassano, Gianluca Gallo, e il responsabile dell' ufficio locale marittimo di Trebisacce, capo Vincenzo Figoli. Il sindaco di Cassano ha ringraziato i soggetti protagonisti della vicenda, in particolare la Procura castrovillarese, che ''ha consentito, con la sua azione, di dare dei profili di legittimita' all'attivita' che si svolge nel sito del canale degli Stombi''. Gallo ha anche illustrato il Piano-programma predisposto dall' Aministrazione comunale. ''Il Comune - ha detto - dovra' eseguire i lavori di disinsabbiamento con i finanziamenti della Regione, i privati gestiranno la sicurezza del canale degli Stombi attraverso i segnalamenti marittimi e attraverso una polizza assicurativa e il consorzio di bonifica gestira' la concessione per i pennelli a mare''. Pisani, dopo aver ripercorso le varie fasi della vicenda, ha evidenziato come sia stato necessario piu' di un anno per venirne a capo. Il magistrato, nel dirsi soddisfatto del risultato raggiunto e per aver riportato la legalita' sul canale dello Stombi, ha ribadito, pero', che ''la questione ancora non e' definitivamente risolta. Ancora non si sa chi gestira' e avra' il compito della manutenzione delle porte vinciane e delle pompe idrovore''.

La Procura di Castrovillari blocca l’accesso alla Centrale del Mercure

30/05 ''Le operazioni di avviamento'' della centrale Enel della valle del Mercure - fra Basilicata e Calabria - sono stati ''interrotte'' oggi dopo che il Procuratore della Repubblica di Castrovillari (Cosenza) ha vietato ''l' accesso delle maestranze ad alcune aree di esercizio dell' impianto''. Lo ha annunciato l' Enel. La centrale del Mercure sta subendo un processo di riconversione, per essere alimentata a biomasse: si tratta di una vicenda che ha provocato polemiche fra chi vuole la continuazione dell' attivita' della centrale e chi ne chiede la chiusura. L' Enel ha precisato che, ''una volta messo in sicurezza l' impianto, tutte le attivita' verranno sospese e le ditte esterne messe in liberta' ''. Nella centrale lavorano oltre 50 dipendenti dell' Enel e 75 dipendenti di ditte esterne.

Fino: “Inesattezze sul Parco del Pollino nel libro bianco del WWF”

30/05 Il presidente del Parco nazionale del Pollino, Francesco Fino, in un' intervista a ''La nuova ecologia'', il quotidiano di Legambiente, parla di ''informazioni distorte'' a proposito delle affermazioni contenute nel libro bianco del Wwf sulle aree protette italiane a proposito dello stesso Parco del Pollino. ''La protezione della natura - afferma Fino - non e' in contraddizione con lo sviluppo dell' economia locale''. Riguardo il capitolo delle infrastrutture nel Parco del Pollino, Fino sostiene che ''molte infrastrutture sono state autorizzate dalle precedenti amministrazioni e, laddove e' stato possibile, si e' intervenuti per limitare l' impatto, come nel caso dell' elettrodotto Laino-Rizziconi. L' opera di mediazione avviata sotto la mia presidenza - ha aggiunto Fino - ha ottenuto degli spostamenti di percorso. L' opera, inoltre, consentira' di eliminare svariati chilometri di cavi dal territorio''. Riguardo la questione legata al progetto dei parcheggi in alta quota, elencata tra le criticita' nel rapporto del Wwf, Fino ha ricordato che ''si tratta di un progetto approvato dalle altri amministrazioni e finanziato dalla Regione Basilicata''.Anche in questo caso Fino ha comunque sostenuto la validita' dell'opera ''che consentira' di superare - ha detto - il 'parcheggio selvaggio' al quale si assiste oggi giorno a beneficio della natura, oggetto, soprattutto nei periodi di massima frequentazione della montagna, di attacchi indiscriminati''.

Tra 10 anni l’8% del fabbisogno italiano di energia verrà dal vento

Regione

producibilita'

totale installato

(oltre 1750 h/anno)

(al 2004-2005)

MW

MW

Val D'Aosta

76,0

0

Piemonte

108,5

0

Liguria

54,0

4

Lombardia

28,5

0

Veneto

28,5

0

T.A.Adige

67,5

1

F.V.Giulia

10,0

0

E.Romagna

537,5

4

Toscana

336,0

2

Marche

115,0

0

Umbria

108,0

2

Lazio

277,5

15

Abruzzo

1553,5

151

Molise

1023,5

35

Campania

2399,5

384

Puglia

5163,0

371

Basilicata

4003,0

151

Calabria

2970,0

0

Sicilia

6792,5

377

Sardegna

5411,0

325

-------------

--------------

--------------

TOTALE

31063,0

1.822

30/05 Energia dal vento: l'Italia, secondo uno studio dei Ds, deve prenotarsi per la sfida che in 10 anni prevede l' installazione di 12.000 megawatt pari all'8% del fabbisogno energetico nazionale con una produzione di 24 miliardi di chilowattora. Oggi pero' occorre mettere il piede sull' acceleratore perche', nonostante le potenzialita', nel Belpaese risultano installati 1.800 Mw contro i 16 mila della Germania che ne prevede pero' 30mila. A fare il punto sulla situazione il Dipartimento Politiche di Sostenibilita' dei Ds nel convegno ''Italia rinnovabile: lo sviluppo dell'eolico''. ''In Europa - ha riferito il presidente del Dipartimento, Edo Ronchi - c'e' stato un aumento di 8.000 megawatt nel 2003 e altrettanti nel 2004. Nel mondo i megawatt installati sono 47.000 ma erano 4.300 nel '96, vale a dire un aumento di 10 volte in meno di 10 anni. In Italia l'energia eolica e' ferma a piccoli numeri. In realta' il nostro Paese dispone di importanti possibilita'''. Potenziale, ha sottolineato Ronchi, concentrato soprattutto nel sud. In sole 8 Regioni (Puglia, Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata, Campania, Abruzzo e Molise), secondo le mappe presentate al convegno, si concentra la superficie con una producibilita' oltre le 2000 ore all'anno: 33.722 chilometri quadrati su un totale di superficie idonea di 35.053 kmq. Una fetta di sviluppo enorme se si considera, ha riferito Ronchi, che 31.000 Mw installabili corrispondono ''ad appena un cinquantesimo del nostro potenziale eolico''. In tal senso ''l' Italia potrebbe specializzarsi nel settore e aprire un nuovo mercato di export oltre a dare al mezzogiorno una fascia imponente di sviluppo''. Notevoli anche i risparmi in termini di emissione di anidride carbonica (il principale dei gas serra) grazie ai mulini a vento. ''Prendendo come obiettivo 12.000 Mw installabili in 10 anni - ha spiegato Ronchi - ridurremmo le emissioni da carbone di 16 milioni di tonnellate equivalenti di Co2, da olio combustibile di 14 milioni e da gas 7 milioni''. Sul contributo energetico, secondo Paolo Degli Espinosa del Dipartimento politiche sostenibilita' dei Ds, per farsi un'idea basta considerare l'impianto in costruzione a San Chirico, non lontano da Cerignola in Puglia, con 34 generatori da 2 Mw ciascuno che daranno 136 milioni di kWh l'anno pari al consumo domestico di tutti i 146.000 abitanti di Foggia sostituendo una petroliera da 34mila tonnellate e un risparmio di bilancia commerciale pari a 10 milioni di euro. Altro capitolo e' l' impatto ambientale: ''Non si puo' bloccare l'eolico. Occorre scegliere zone idonee - ha detto Ronchi - e per questo vogliamo coinvolgere le Regioni perche' nel loro piano paesaggistico inseriscano le zone destinate ai parchi eolici che rappresentano anche il futuro delle zone piu' interne e ora abbandonate''.
Questa la mappa regione per regione, del potenziale dei parchi eolici in Italia. I dati sono stati resi noti dal Dipartimento Ds politiche della sostenibilita' nel convegno 'Italia rinnovabile: lo sviluppo dell'eolico'. Il potenziale finale e' di 31.063 megawatt (MW) per gli impianti al di sopra delle 1750 ore/anno. Per producibilita' e' intesa la potenza attuabile. Nella seconda colonna c'e' la situazione del totale attualmente installato e di quello autorizzato al 2005:

Raccolte 50 tonnellate di spazzatura nell’operazione spiagge pulite di Legambiente

29/05 E' stato un week- end di impegno per l'ambiente e di confronto con il mondo dei parchi e delle aree protette. Un successo tanto per Park life, il salone dei parchi e del vivere naturale che si conclude oggi alla Fiera di Roma, quanto per Spiagge e fondali puliti, di Legambiente, organizzata in collaborazione con COREPLA, il Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclaggio e il Recupero dei Rifiuti di Imballaggi in Plastica, CIAL, il Consorzio Imballaggi in Alluminio, VIROSAC, azienda produttrice di materiali in mater-bi che ha fornito i sacchi per la raccolta dei rifiuti e FIBA (Assobalneari). A Park life, tra operatori del settore, scolaresche e cittadini sono intervenute circa 30 mila persone. Mentre il bilancio di Spiagge e fondali puliti conta decine di migliaia di volontari fra bagnanti, pescatori, sub e intere famiglie, oltre 300 localita' costiere italiane battute al setaccio e un cumulo di rifiuti di circa 50 tonnellate. Italiani ancora troppo sporcaccioni, lesti ad abbandonare spazzatura di varia natura in pineta, sugli scogli o in fondo al mare, ma anche tantissimi cittadini disposti a dedicare un week-end a ripristinare la qualita' di spiagge e fondali. Dopo tre giorni di pulizia straordinaria di coste, arenili, fondali e grotte ma anche argini di laghi e fiumi le notizie sono, in sintesi, una buona e una meno buona. La prima e' l'aumento della partecipazione all'iniziativa di Legambiente: sia per il numero delle localita' coinvolte in tutta Italia, sia per il numero dei volontari. Per questa sedicesima edizione, sono state infatti piu' di 140 mila le persone che si sono impegnate a tirare a lucido le spiagge, nonostante il grande caldo. La notizia meno buona e' la quantita' di spazzatura raccolta, che non accenna a diminuire rispetto allo scorso anno e continua ad attestarsi sulle 50 tonnellate. Ma il dato e' bilanciato proprio dal grande numero di cittadini che si sono rimboccati le maniche. "Il grande successo di partecipazione a questa iniziativa, sempre crescente negli anni, - dice il Presidente nazionale di Legambiente Roberto Della Seta - dimostra come stia aumentando la sensibilita' dei cittadini verso la salvaguardia dell'ambiente. Ci ricorda anche, pero', quanto ci sia ancora da fare per risolvere la difficile questione dello smaltimento dei rifiuti. Ogni oggetto smaltito a caso - continua Della Seta - si ripresenta sempre e inevitabilmente altrove. Il senso di Spiagge e fondali puliti, allora, sta proprio nel ribadire la necessita' di impegnarci tutti in un'operazione che deve diventare quotidiana e sistematica: raccogliere e smaltire tutti i rifiuti in maniera differenziata'. Gli obiettivi del 15 0.000000issati dall'ormai famoso decreto Ronchi per la raccolta differenziata sono infatti ancora molto lontani nella maggior parte dei Comuni italiani, tuttavia qualche passo avanti per alcuni materiali fa ben sperare, in particolare per l'alluminio e la plastica. Secondo le stime di COREPLA, il recupero della plastica e' ormai avviato in oltre 6.500 comuni, pari al 90% del totale, e vede 56 milioni di italiani coinvolti. Mentre secondo il CIAL grazie alla partecipazione di 4.400 Comuni e di 42 milioni di cittadini attivi nella raccolta differenziata dell'alluminio oltre il 51% dell'alluminio circolante e' riciclato. Legambiente ha rilanciato l'appello al popolo dei bagnanti perche' segnalino su quali spiagge e' rimasto il cartello di divieto di balneazione, considerata anche quest'anno la poca chiarezza e puntualita' del rapporto del ministero della Salute sulle acque di balneazione. Tra le tante iniziative distribuite su tutto il territorio nazionale in Sicilia appuntamento principale a Mondello, dove gia' da venerdi' 27 sono state organizzate operazioni di pulizia della costa ma anche dei fondali grazie alla preziosa collaborazione dei sub, che hanno ripulito anche le acque di Milazzo. In Liguria, i volontari hanno passato al setaccio le spiagge di Priaruggia, Murcarolo, Nervi, Lerici Tellaro, Finale Ligure, San Lorenzo a Mare, Sarzana e Bordighera mentre i subacquei hanno lavorato sui fondali davanti al parco regionale di Portovenere. In Abruzzo, la pulizia e' cominciata venerdi' sulla spiaggia di San Vito Marina insieme ai ragazzi della locale squadra di calcio. In Lombardia sono state ripulite le spiagge che costeggiano il lago maggiore, ad Angera, e quelle del Garda a Gardone Riviera; in Veneto, i volontari si sono rimboccati le maniche per ripulire gli argini del delta del Po. In Toscana sono state numerose le attivita' svolte nel parco della maremma. Ma, dove con l'aiuto delle scolaresche, dove con l'aiuto di subacquei professionisti impegnati con i gommoni nel liberare i fondali da piccole e grandi discariche a mare, l'ottima riuscita delle 'grandi pulizie' si e' estesa un po' ovunque: nelle Marche, in Emilia Romagna, in Friuli, in Calabria, in Sicilia, in Sardegna, in Basilicata, in Puglia e in Campania. Come ogni anno in contemporanea a 'Spiagge e Fondali Puliti' Legambiente ha organizzato CLEAN - UP THE MED: la piu' grande campagna di pulizia costiera nel bacino Mediterraneo che ha coinvolto quest'anno 22 Paesi: Albania, Algeria, Cipro, Croazia, Francia (e isole), Grecia (e isole), Giordania, Egitto, Israele, Libano, Italia, Libia, Macedonia, Malta, Marocco, Palestina, Portogallo, Siria, Slovenia, Spagna (e isole), Tunisia (e isole), Turchia.

Sindaco Speranza: “La discarica di Lamezia è colma, non vogliamo i rifiuti di altre città”

28/05 ''La discarica che doveva servire per un certo numero di anni e' gia colma''. E' quanto sostiene il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, che si dice fortemente preoccupato per la situazione ambientale anche in virtu' del fatto che ''dal primo giugno a Lamezia verranno scaricati i rifiuti che finora sono stati scaricati a Fiumara, in provincia di Reggio Calabria''. ''L'amministrazione da me guidata - ha proseguito Speranza - in questi giorni ha avuto cognizione che almeno da un anno e mezzo, se non da due anni, nella nostra discarica, che e' controllata, si scaricano i rifiuti, non solo di Lamezia Terme e del circondario, ma di una zona piu' vasta nella quale c'e' sicuramente buona parte della provincia di Vibo Valentia, della zona tirrenica e del Savuto''. ''La citta' in tutto questo - ha concluso - ci ha guadagnato niente, specialmente rispetto ai costi. Perche' i sindaci di citta' piu' grosse di Lamezia non vogliono i loro rifiuti e Lamezia lo deve fare?''.

Volontari dell’ecologia all’opera: E’ partito “Spiagge e fondali puliti” di Legambiente

27/05 Prendono il via oggi i lavori di "Spiagge e fondali puliti", il lungo week-end dedicato al mare da Legambiente. Da sedici anni, la campagna coinvolge migliaia di volontari armati di sacchi, guanti e rastrelli in tutta Italia. Quest'anno, tra oggi e domenica, si incontreranno in oltre 300 localita' balneari. Spiagge e fondali puliti e' organizzata in collaborazione con Corepla (Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero dei rifiuti di imballaggi in plastica), Cial (Consorzio imballaggi in alluminio) e Virosac, azienda produttrice di materiali in mater-bi, che fornira' i sacchi per la raccolta dei rifiuti e Fiba (Assobalneari). L'appuntamento nazionale per la stampa e' previsto domani, sabato 28 maggio, dalle ore 10 in poi a Capocotta (Ostia), presso lo stabilimento Mediterranea all'ottavo chilometro della via Litoranea. Insieme ai volontari di Legambiente, sara' presente Eurovix, azienda leader nella produzione di macchinari per la pulizia delle spiagge, per una dimostrazione di rimozione della posidonia spiaggiata. Con l'avvio del lungo week-end, Legambiente rilancia l'appello al popolo dei bagnanti perche' segnalino su quali spiagge e' rimasto il cartello di divieto di balneazione, "considerata la poca chiarezza e puntualita' del rapporto del ministero della Salute sulle acque di balneazione anche quest'anno". E a fianco di Legambiente, come paladini delle coste, si sono schierati anche i surfisti di Quiksilver, che segnaleranno le situazioni anomale, dalle mini discariche abusive agli sversamenti delle navi in mare. Le attivita' come ogni anno fervono anche oltre i confini della nostra penisola. Con "Clean up the Med", l'iniziativa organizzata da Legambiente insieme alle associazioni ambientaliste di 22 paesi che si affacciano nel bacino del mediterraneo, ha coinvolto ben 850 organizzazioni che negli stessi giorni puliranno spiagge e fondali in nome della pace, della tolleranza, dell'amicizia e del dialogo tra i popoli. Partecipano: Albania, Algeria, Cipro, Croazia, Francia (e isole), Grecia (e isole), Giordania, Egitto, Israele, Libano, Italia, Libia, Macedonia, Malta, Marocco, Palestina, Portogallo, Siria, Slovenia, Spagna (e isole), Tunisia (e isole), Turchia. Tutti gli appuntamenti di Spiagge e fondali sono consultabili sul sito www.legambiente.com. Eccone alcuni. Si inizia venerdi' 27 maggio, in Abruzzo con la pulizia della spiaggia di San Vito Marina insieme ai ragazzi della locale squadra di calcio e altri volontari. Pulizia dei fondali in collaborazione con l'associazione subacquea "progetto mare". In Campania, a Procida, pulizia della spiaggia di Chiaia e di Marina Chiaiolella. In Basilicata, pulizia del litorale e della pineta di Policoro. In Molise, appuntamento a Guglionesi (Cb) per la pulizia della spiaggia e la presentazione del progetto Salviamo le dune. In Toscana, i volontari si incontrano oggi a Donoratico (Li), in Calabria a Corigliano (Cs) per la pulizia del lido S.Angelo. Continua la lista dei principali appuntamenti previsti per il lungo week-end di pulizie dei litorali italiani. -Sabato 28. I volontari di Roma e dintorni potranno ripulire sabato la spiaggia di Capocotta a Ostia. In Sicilia, a Mondello le scolaresche si incontreranno sul litorale palermitano per una grande opera di pulizia della spiaggia. Contemporaneamente i sub si occuperanno di ripulire i fondali marini. Per la sera invece grande festa con degustazione di prodotti tipici siciliani. In Liguria, i volontari passeranno al setaccio le spiagge di Priaruggia, Murcarolo, Nervi, Lerici Tellaro, Finale Ligure, San Lorenzo a Mare, Sarzana e Bordighera. Sia sabato 28 che domenica 29 un gommone di sub pulira' i fondali davanti nel parco regionale di Portovenere. In Friuli, ci si incontrera' a Trieste (localita' Bellariva) presso il porticciolo di S.Croce. In Calabria , l'appuntamento e' a Ricadi, dove verra' ripulita la spiaggia di San Domenica insieme alle scuole, e presso il lungomare di Soverato. Nelle Marche i volontari si incontreranno a San Benedetto del Tronto la pulizia dell'arenile organizzata dal circolo di Legambiente insieme alle scuole elementari. In Toscana sono numerose le attivita' previste nel parco della Maremma (Grosseto) previste. In Lombardia, appuntamento sul Garda a Gardone Riviera (Bs). In Basilicata la pulizia del litorale e della pineta e' prevista a Policoro, in Campania a Vico Equense. -Domenica 29. In Sicilia, a Cefalu' sulla spiaggia e sulla scogliera e a Milazzo dove e' prevista anche la pulizia dei fondali. In Abruzzo, a Rocca S.Giovanni (Ch) per i piu' piccoli ci sara' un'interessante lezione di biologia marina e di geologia. In Campania l'appuntamento e' fissato il 29 a Amalfi, a Ischia e a Paestum. Nelle Marche, appuntamento presso la spiaggia di Marzocca di Senigallia. In Lombardia, due gli appuntamenti previsti sul lago Maggiore, ad Angera(Va) e a Ranco(Va). In Veneto, appuntamento sul delta del Po per la pulizia degli argini. In Puglia, a Porto Cesareo, saranno coinvolte le scuole per la pulizia del litorale e delle isole. Altro appuntamento, sempre domenica a Gallipoli presso la "Spiaggia della purita'". In Emilia Romagna, i volontari potranno incontrarsi a Volano (Ferrara).

Centrale del Mercure: I presidenti delle Regioni Calabria e Basilicata e delle province di Cosenza e Potenza chiedono un incontro con l’Enel

26/05 Un incontro urgente richiesto all’Enel in maniera congiunta per discutere delle problematiche relative alla Centrale del Mercure. Quale linea comune, a salvaguardia delle popolazioni e dei territori interessati, Agazio Loiero, Presidente della Regione Calabria, Vito De Filippo, Presidente della Regione Basilicata, Mario Oliverio, Presidente della Provincia di Cosenza e Sabino Altobello, Presidente della Provincia di Potenza hanno convenuto di richiedere all’Enel un nuovo tavolo che ponga ancora attenzione sulle problematiche relative alla Centrale di Laino Borgo.Di seguito il testo del telegramma inviato all’Enel S.p.A.
“Riferimento problematiche relative centrale Mercure in Laino Borgo, chiedesi voler concordare e fissare urgente incontro per discutere a livello istituzionale. In attesa riscontro, onorevoli Agazio Loiero, Vito De Filippo, Mario Oliverio, Sabino Altobello.”

Cresce il numero degli italiani denunciati per reati contro l’ambiente. Calabria al terzo posto

26/05 Sono 21.707 gli italiani denunciati nel corso del 2004 dalle forze dell'ordine per reati contro il patrimonio ambientale e naturale, 2.042 in piu' rispetto alla situazione registrata nel corso del 2003 con un incremento del 10,4%. E' questo il dato principale che emerge dal rapporto annuale di Legambiente sull'ecomafia e la criminalita' ambientale, in uscita in anteprima sul settimanale "Panorama". Il rapporto e' elaborato sui dati statistici forniti dalle forze dell'ordine e tutti i parametri che misurano l'illegalita' ambientale continuano a rimanere sui livelli elevati registrati nel corso del 2003: cioe' quasi 3 reati ogni ora. Le infrazioni accertate dalle forze dell'ordine nel corso del 2004, infatti, sono state 25.469. Il dato e' in leggerissima flessione rispetto all'anno scorso (in cui le infrazioni accertate erano 25.798) e risente in particolare della significativa diminuzione degli incendi boschivi passati da 7.920 del 2003 a 4.677 del 2004, con una diminuzione del 41%. Il numero dei sequestri operati dalle forze dell'ordine non subisce sostanziale modifiche nel corso del 2004 attestandosi a 8.656 rispetto agli 8.650. Le persone arrestate sono state complessivamente 158 rispetto alle 160 del 2003. Sono le quattro regione a tradizionale presenza mafiosa, Campania, Sicilia, Calabria e Puglia a occupare le prime quattro posizioni della speciale classifica sull'illegalita' ambientale in Italia. In questi territori, si sono consumati quasi il 50% delle violazioni accertate dalle forze dell'ordine nel corso del 2004. E' ancora la Campania la prima regione d'Italia per quanto riguarda i fenomeni d'illegalita' ambientale, con 3.462 infrazioni accertate dalle forze dell'ordine, 2.789 persone denunciate e 1.340 sequestri, seguita quest'anno dalla Sicilia, che ha scalato due posizioni, passando dalla quarta alla seconda, con 3.279 notizie di reato, oltre mille in piu' rispetto alla situazione riscontrata nel corso del 2003, le persone denunciate sono ben 2.277 e i sequestri 753. Al terzo posto, in discesa di una posizione, troviamo la Calabria (3.142 infrazioni accertate, 1.802 persone segnalate all'autorita' giudiziaria e 834 sequestri). Al quarto posto per numero di infrazioni accertate si colloca la Puglia (2.612 notizie di reato), questa regione, invece, e' la prima in Italia per numero di provvedimenti di sequestri emessi, con 1.378. Il Lazio scende, invece, al quinto posto perdendo due posizioni in classifica. Una novita' significativa riguarda la Liguria, che si colloca al primo posto tra le regioni del Nord per numero di infrazioni accertate dalle
forze dell'ordine. Legambiente parlera' di Ecomafia 2005 in convegno il 31 maggio. Saranno presentati dati inediti sull'abusivismo edilizio e un quadro esaustivo dei legami tra criminalita' e ambiente. Ecco, il numero delle infrazioni accertate regione per regione: Campania (3.462); Sicilia (3.279); Calabria (3.142); Puglia (2.612); Lazio (1.891); Toscana (1.774); Sardegna (1.748); Liguria (1.191); Lombardia (979); Veneto (792); Emilia Romagna (697); Piemonte (610); Basilicata (605); Marche (589); Abruzzo (533); Umbria (514); Friuli Venezia Giulia (388); Trentino Alto Adige (309); Molise (269); Valle d'Aosta (85).

Commodari: “Sul ponte dubbi sulla fattibilità del progetto”

26/05 ''Una gara tutta italiana, alla quale non ha partecipato alcuna delle grandi imprese straniere, perche' evidentemente poco garantite sulla fattibilita' del progetto, che presenta non poche incognite sul piano della fattibilita' e della certezza dei costi''. E' quanto sostiene Giuseppe Commodari del coordinamento delle iniziative sul Ponte. ''Il Ministro Lunardi - ha aggiunto - sprizza felicita' da tutti i pori del proprio corpo, Pietro Ciucci, l' Amministratore delegato della Societa' Stretto di Messina e' soddisfatto perche' sono pervenute due offerte (Astaldi S.p.a. ed Impregilo S.p.a.) per la partecipazione alla gara di affidamento della progettazione definitiva, esecutiva e la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Noi non siamo ne' allegri, ne' tanto meno soddisfatti, perche' conosciamo la verita' che sta dietro l' operazione. Essa rappresenta il tentativo di dimostrare che gli impegni assunti dal governo Berlusconi vengono mantenuti, come dichiara lo stesso Lunardi, e poco importa se per tentare di dimostrare cio' si sprecano enormi risorse pubbliche per la sola progettazione''. ''Gli italiani - ha concluso Commodari - se lo possono tranquillamente permettere anche in questa fase di recessione dell' economia, nonostante la certezza che si tratta di un'opera inutile, dannosa ed irrealizzabile. Mobilitiamoci tutti, associazioni, movimenti, partiti e istituzioni per bloccare le procedure di affidamento della progettazione e della costruzione dell' opera''.

Per il WWF il Parco Nazionale del Pollino vive alcune criticità

25/05 Il Parco nazionale del Pollino vive ''una serie di criticità''. E' quanto afferma il Wwf nel Libro Bianco sulle aree protette presentato dall' associazione in occasione della Giornata Europea dei Parchi. Tra queste, la prima e' considerata la riperimetrazione con l' esclusione di circa 9.000 ettari rispetto al precedente perimetro. Ma oltre alla superficie naturale ricadente in area protetta il Wwf evidenzia anche una ''mancanza di capacita' di gestione e di amministrazione del Parco e dell' Ente''. Vale a dire, sempre secondo il rapporto del Wwf Italia, ''ampia disponibilita' di risorse non spese; mancata relazione tra gli organi dell' Ente; non realizzazione degli strumenti di piano''. Al Parco del Pollino mancherebbe, secondo l' associazione, anche una solida rete di rapporti istituzionali (Stato, Regioni, Comuni, Province, Ente Parco) e verso gli altri enti locali per la necessaria ricerca del consenso degli enti e delle popolazioni locali che il Wwf definisce ''estremamente complessi, anche per l' estensione territoriale del Parco e per il numero di enti coinvolti''. Servirebbero inoltre strumenti di pianificazione e regolamentazione ''in redazione da tempi lunghissimi''. Riguardo poi alle ''pesante infrastrutturazione del Parco'' il Wwf cita la realizzazione e trasformazione della Centrale elettrica ''Valle del Mercure'', la realizzazione di rifugi, punti informativi e parcheggi in aree di elevato interesse ambientale, la realizzazione ''Strada di arroccamento Frascineto - Parco del Pollino'' e la realizzazione dell'Elettrodotto. Viene anche aggiunta una ''sensazione di abbandono e di mancanza di tutela e sorveglianza dei territori del Parco (ad esclusione dell'opera del Cfs)'', oltre a far presente il ''bracconaggio diffuso, incendi diffusi, abbattimenti boschi, impatti gravi''. L' indagine del Wwf parla anche di un mancato lavoro sul territorio in riferimento alla ''valorizzazione delle peculiarita' naturalistiche, ambientali e antropologiche e di politiche di conservazione'' e del ''mancato avvio di politiche organiche di politiche di sostegno all'economia locale''. Tra queste viene citato il rischio di continuita' lavorativa dei 331 ex lavoratori socialmente utili, la cui vertenza e' ancora aperta. Il Wwf parla anche degli aspetti positivi. Tra questi vengono indicati la ''maggiore attenzione e disponibilita' delle popolazioni locali a considerare il Parco come strumento capace di promuovere sviluppo locale, un aumento della conoscenza delle peculiarita' naturalistiche, ambientali, storico-culturali del Pollino presso il vasto pubblico ed un aumento del turismo''.

Solo due offerte per il Ponte sullo stretto. Lunardi: a giungno 2006 inizio lavori. Critiche degli ambientalisti. Soddisfazione di Castagna (UIL)

 

L’ass. Tommasi incontra le associazioni ambientaliste su rifiuti, inquinamento e Ponte

24/05 Emergenza rifiuti, pulizia delle spiagge, inquinamento marino e aree protette. E poi ancora le grandi battaglie ambientaliste, prima fra tutti il No al ponte ma anche la costruzione del Sistema parchi , l’istituzione della Consulta ambientale. Sono stati questi i temi principali affrontati nel corso dell’incontro che l’Assessore all’Ambiente ha tenuto con i rappresentanti delle associazioni ambientaliste calabresi (Legambiente, Wwf, Italia Nostra, Amici della Terra, Cai, Altura).
“Ripartiamo dagli importanti provvedimenti – ha detto Tommasi – che abbiamo fatto approvare nella scorsa legislatura e dei quali siamo stati promotori. Oggi abbiamo la possibilità di tradurli in pratica ambientale, spetta a noi riempire di contenuti, strumenti fondamentali per la difesa dell’ambiente quali la Legge quadro sulle aree protette, la Consulta dell’Ambiente, il Piano energetico nei suoi innovativi dispositivi che prevedono l’impiego di fonti energetiche ecologiche”.
Una riunione interlocutoria quella con il mondo ambientalista “per riallacciare un rapporto già consolidatosi – ha detto Tommasi – nel corso della passata legislatura regionale , ma che oggi ha tutti gli elementi per potersi sviluppare al meglio e strutturarsi operativamente. Penso – ha proseguito l’Assessore all’Ambiente - alla possibilità di creare una sorta di Tavolo permanente con le Associazioni e di articolare la Consulta in Forum tematici, proprio per consentire un livello di approfondimento più adeguato e opportuno anche per l’individuazione delle soluzioni più appropriate alle problematiche ambientali”.
Soddisfazione è stata espressa dai rappresentanti delle associazioni che hanno sottolineato nei loro interventi le grandi aspettative che nutrono nei confronti di questo esecutivo regionale “il migliore – è stato detto – che l’Ambiente in Calabria potesse attendere”. I rappresentanti ambientalisti che hanno mostrato di condividere appieno le prime indicazioni operative fornite da Tommasi e la volontà di inaugurare un percorso di collaborazione e condivisione, sono stati concordi nell’indicare alcune prioritarie azioni di intervento, fra cui la fine del Commissariamento per l’emergenza rifiuti, l’apertura del calendario venatorio la terza domenica di settembre e il divieto di installazione degli impianti eolici nei Siti di interesse comunitario.
L’assessore Tommasi dal canto suo ha invitato le associazioni ha farsi promotrici di idee e progetti e ha dato ampie assicurazioni sulla prosecuzione di un proficuo e reale rapporto di interscambio e di collaborazione.

Granata (CGIL) “La vicenda della centrale del Mercure si tinge di demagogia e irresponsabilità”

23/05 ''La vicenda della riconversione a biomasse della centrale Enel di Laino Borgo si tinge sempre piu' di demagogia e irresponsabilita'. Deve essere chiaro che la Cgil, al contrario di quanto affermano i nuovi profeti dell' estremismo ambientalista, e' sempre stata ed e' attenta ai problemi della sostenibilita' ambientale, ma, anche, a quella sociale ed economica''. A dirlo e' stato il segretario generale della Cgil del comprensorio Pollino-Sibari-Tirreno, Antonio Granata. Secondo Granata ''quando non si hanno motivazioni fondate si pratica il dileggio delle posizioni e degli atti altrui, e si mette in essere una sorta di guerra psicologica. Chissa' - ha aggiunto - cosa brucera' la centrale, che e' come chiedersi cosa mangiamo, cosa beviamo e altre amenita' di questa natura''. L' esponente della Cgil ha poi ricordato che la centrale ''e' antecedente alla costituzione del parco, e che la sua riconversione e' prevista dal Piano energetico ambientale della Calabria e che la suddetta riconversione a biomasse fa parte di quella cultura ambientalista-responsabile che da sempre favorisce le riconversioni delle centrali a fonti rinnovabili''. ''Il non voler separare eventuali bonifiche di siti adiacenti il plesso industriale - ha proseguito Granata - e' una colpevole leggerezza che ha colpito anche il Presidente della Provincia al quale chiediamo meno ambiguita', piu' senso del governo e piu' ascolto a tutte le posizioni in campo. Cosi' come chiediamo all' assessore regionale all' Ambiente e a quello alle Attivita' produttive di intervenire per evitare che si consumi un' altra Rossano che, seppur con problematiche ben piu' gravi e complicate, rischia la chiusura di una sito produttivo''. Secondo Granata le problematiche energetiche, ambientali e sociali ''vanno affrontate con maggiore responsabilita' da parte di tutti. La Cgil - ha proseguito - e' disponibile al dialogo e a confrontarsi con posizioni non pregiudiziali o addirittura precostituite, ma non possiamo non sottolineare che la 'cultura dei no' sta producendo un ulteriore impoverimento del territorio, sia per quanto riguarda le politiche energetiche, sia per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti; problematiche che hanno bisogno di trovare le giuste soluzioni attraverso la cultura dell' ascolto reciproco e non dei monologhi, attraverso la costituzione di momenti di confronto istituzionale-politico-sociale nel quale praticare la 'cultura dei si' consapevoli e verificabili''.

Pantaleone Sergi: “Grati a Loiero per il decreto del Governo per i depuratori”

21/05 ''Bisogna essere grati al presidente della Regione Agazio Loiero. Senza il suo intervento pressante il governo avrebbe fatto sicuramente orecchie da mercante e il decreto che consente anche ai Comuni calabresi di accendere mutui a tasso zero e fare fronte cosi' alle spese pregresse per il funzionamento dei depuratori, onerose e indebitamente a carico di cittadini gia' tartassati da imposte diverse, non sarebbe mai stato varato''. A sostenerlo, in una nota, e' il sindaco di Limbadi, Pantaleone Sergi, secondo il quale ''adesso bisogna, pero', fare un passo avanti affinche' il collasso dei bilanci comunali messi in crisi dall' emergenza depuratori e rifiuti non si ripresenti da qui a breve''. Per Sergi, adesso, ''e' necessario non solo quantificare la spesa nei suoi termini reali, sulla base della quale si potranno accendere i mutui; ma bisogna mettere i comuni in condizione finanziaria tale da potere adempiere alle necessita' future con tranquillita'. Perche' altrimenti, finita questa emergenza, visti i costi esagerati e insopportabili, dovuti anche a irrazionali e sospette progettazioni ed esecuzioni tecniche, - prosegue ancora il sindaco di Limbadi - i piccoli comuni tra qualche mese si ritroverebbero nelle stesse identiche situazioni''.

Esteso alla Calabria il decreto rifiuti previsto per la Campania. I comuni potranno accendere mutui per i depuratori. Soddisfazione di Loiero, Tommasi, Oliverio e Ambrogio

Continua la rassegna Verde Sud 2005

20/05 Continua con successo la Terza Edizione Verde Sud 2005, la Rassegna dei Parchi e dell’Ambiente, al Palagarden di Rende, che ha visto l’avvio ieri giovedì 19 e si concluderà domenica 22 maggio. Gli appuntamenti culturali che hanno caratterizzato, sia di mattina che di pomeriggio, l’iniziativa, sono stati intervallati da spettacoli che hanno riscosso e riscuoteranno ancora nel prosieguo, sabato e domenica, l’alto gradimento dei visitatori. Sabato mattina, alle ore 10.00, è in programma un convegno dibattito su depurazione e rifiuti con il tema specifico “La necessità di costruire sistemi ecosostenibili ed efficienti”. A coordinarne i lavori sarà il giornalista Francesco Straticò, mentre sono previsti gli interventi dell’Assessore Provinciale all’Ambiente Luigi Marrello, di Piero Piersante dell’ARPACAL, del Commissario Regionale all’Emergenza Rifiuti e Depurazione Domenico Bagnato, del Dirigente del Settore Ambiente alla Provincia Francesco Toscano, del Presidente del Consorzio Vallecrati Mario De Rose, del Direttore del Dipartimento di Ecologia dell’UNICAL Maria Beatrice Bisonti, del Comandante Provinciale del Corpo Forestale dello Stato Giuseppe Graziano, del Capogruppo dei Verdi alla Provincia Mario Bria e del Vice Presidente Salvatore Perugini.
La serie di interventi sarà conclusa dal Presidente della Provincia On. Gerardo Mario Oliverio.
Alle ore 11.30, è prevista la cerimonia di consegna della bandiera verde nell’ambito del Progetto Ecoschool.
Con inizio alle ore 12.00, seguirà un convegno sull’Enogastronomia “Il patrimonio Enogastronomico Calabrese: Saperi e sapori di un Territorio”, coordinato dal giornalista Enzo Pianelli, al quale interverranno il Presidente della Provincia Mario Oliverio, l’Enogastronomo, Giuseppe Antelmi, il Fiduciario di Slow Food Raffaele Riga, la Presidente de “Les Hénokiens di Parigi” Pina Amarilli, il docente Unical e Magna Grecia Giuseppe Romeo, la docente Unical Sonia Ferrari, il Direttore dell’Assindustria Sarino Branda, l’Assessore Provinciale alle Attività Economiche e Produttive Luciano Manfrinato, il Direttore del CSA Francesco Monaco, la cultrice enogastronomia Filomena Oliverio. A conclusione dei lavori ci sarà uno spettacolo di Andrea Atteritano
Di seguito una degustazione a cura di ASSAPORI.
I lavori riprenderanno nel pomeriggio con il convegno, alle ore 16.00, “Una politica partecipata per una Provincia solidale, ecologica e meridiana”, coordinato dall’Assessore Provinciale all’Ambiente Luigi Marrello, e con gli interventi della Presidente Regionale di Italia Nostra Teresa Liguori, l’artista Beppe Barra, la Presidente regionale della Lega Ambiente Lidia Lotta, l’Architetto e docente di Estetica Urbana e Territoriale dell’Università di Reggio Calabria Fernando Maglietta, il componente dell’Esecutivo Nazionale di Agenda 21 Claudio Pedone ed, infine, il Presidente della Provincia Mario Oliverio.
La terza giornata di Verde Sud si chiuderà con lo spettacolo, alle ore 21.00, al Cinema Garden, di Beppe Barra in concerto.
La giornata conclusiva di domenica 22 maggio ha come appuntamento, alle ore 10.00, il convegno dal tema “Verso l‘applicazione della Convenzione Europea del Paesaggio: Ateliers nel Paesaggio e Sperimentazione”, coordinata dal socio economista Felice Spingola, con gli interventi del Presidente dell’Assindustria Raffaele De Rango, il Bioarchitetto Donatella Rodriguez, il capogruppo dei Verdi alla Provincia Mario Bria, il Presidente della Commissione Provinciale Ambiente Angelo Forte, il Direttore del Laboratorio Paesaggio Unical Franco Rossi, l’Assessore Provinciale alle Politiche del Lavoro Donatella Laudadio.
La parte riservata allo spettacolo sarà affidata agli Sbandieratori di Bisognano.
Alle ore 12.00 si continua con Ecoteatro - S.o.s. Pianeta Terra di Mario Mandarino, mentre alle ore 16.00 ci sarà la cerimonia di premiazione “Diario Ambientale”, a cura dell’Associazione Amici della Terra del Pollino.
L’Associazione Banda Musicale Città di Lattarico si esibirà alle ore 17.00 prima della chiusura della rassegna che è prevista per le ore 18.00.
Sarà lo spettacolo “Bastimenti” di Cataldo Perri, alle ore 21.00, al Teatro Rendano di Cosenza, ad allietare la serata conclusiva della Terza Rassegna Verde Sud sui Parchi e l’Ambiente.
L’edizione di Verde Sud di quest’anno è stata dedicata all’Assessore Provinciale, recentemente scomparso, Pietro Petrozza.

Rifondazione e IDV di castrovillari contro la riconversione della centrale del Mercure

20/05 ''La manifestazione dello scorso 14 maggio ha dimostrato, ancora una volta, il rifiuto da parte delle popolazioni locali, di mega progetti calati dall' alto''. A sostenerlo e' Rifondazione comunista di Castrovillari in merito alla riconversione della centrale del Mercure di Laino Borgo. Secondo il Prc la popolazione ha ribadito ''il no definitivo alla scelta di un progetto avulso dalla realta' e che, contro gli interessi locali dei cittadini, obbedisce a interessi di poteri forti. Ai cittadini calabresi e lucani - e' scritto in un comunicato - si sta togliendo il diritto di vivere in ambienti sani e respirare aria pulita''. Rifondazione fa riferimento anche agli altri due presidi Enel presenti nei comuni di Rotonda e Laino Borgo e all' elettrodotto Laino-Rizziconi. ''Autorevoli studi epidemiologici - e' scritto nella nota - hanno dimostrato l' alta incidenza di malattie tumorali per le popolazioni che vivono in prossimita' di queste fonti di inquinamento''. Rifondazione chiede quindi chiede all' Enel e alle Istituzione competenti ''di abbandonare realmente questo progetto''. Sulla stessa linea Italia dei Valori. ''E' possibile - si chiede il responsabile provinciale ambiente e territorio Franco Donadio - che nella provincia di Cosenza debbano passare progetti da collocare in aree protette, che nulla hanno a che vedere con l'armonia e la difesa del territorio? E' normale che in nome della occupazione ci venga imposto un qualsiasi progetto, senza chiedersi quali danni collaterali possa generare? Credo che lo sviluppo della Calabria passi attraverso la valorizzazione delle sue risorse ambientali e paesaggistiche''.

Progetto pilota della Provincia di Cosenza per debellare la processionaria

19/05 Un progetto pilota sulle strategie di difesa dalla processionaria del pino a impatto ambientale nullo: l’Assessore Provinciale all’Ambiente, Luigi Marrello, annuncia che è iniziato il percorso per individuare e razionalizzare le tecniche fito-sanitarie per la lotta all’autentico flagello delle pinete calabresi e in particolar modo di quelle presilane e silane. Nella vicenda ha giocato un ruolo fondamentale il Consigliere Provinciale, Pietro Lecce, il quale ha recepito le continue segnalazioni allarmanti provenienti dai Sindaci e dai cittadini del comprensorio presilano, e ha sollecitato l’Amministrazione Provinciale affinché si adoperasse per individuare le possibilità di applicazione di interventi che prevedano importanti ricadute nella gestione e valorizzazione del patrimonio boschivo. Il gruppo di tecnici preposto allo studio, coordinato dall’Agronomo Roberto Castiglione, ha intrapreso un piano di lavoro in cui verranno predisposte e realizzate diverse fasi progettuali che saranno dettagliatamente presentate nel Convegno sulla processionaria del pino, che si terrà Venerdì 27 Maggio 2005 alle ore 18.00 a Spezzano Sila.
L’attivazione di questo progetto di lotta a impatto ambientale nullo mira a conseguire una migliore salvaguardia della fisiologia naturale degli ecosistemi forestali, a partire da una maggiore partecipazione e collaborazione nella tutela del patrimonio boschivo da parte delle comunità locali, con ricadute economiche (salvaguardia delle colture di essenze forestali, fruibilità turistica), sanitarie e culturali, nel senso di un riordino dei termini del rapporto tra ambiente naturale e ambiente umano ispirato ai principi della sostenibilità. In tal modo si coniuga l’esigenza di un coinvolgimento della popolazione locale ad una mirata sensibilizzazione dell’opinione pubblica circa le problematiche sulla Thaumatopoea pityocampa, che costituisce una seria minaccia per la straordinaria ricchezza naturalistica, oltre che per l’eventuale esposizione a rischio della salute di quanti abitano quelle zone interessate dal fenomeno.

La delibera del Comune di Rossano contro la centrale, inviata ai Ministeri competenti

19/03 Il presidente del Consiglio comunale di Rossano, Luigi Fraia, ha reso noto di aver trasmesso a tutti i ministeri competenti, all' Enel, alla Regione ed alla Provincia di Cosenza, copia della delibera del Consiglio del 17 maggio 2005, relativa alla determinazione negativa, assunta all' unanimita' in merito al progetto di riconversione a carbone della centrale Enel di S. Irene. Fraia ha incontrato il presidente del Consiglio comunale di Corigliano, Polino, per confrontarsi sulle motivazioni poste a base della determinazione assunta dall' Assemblea di Rossano in merito ai progetti dell' Enel. Fraia ha giudicato costruttivo l' incontro dal quale e' emersa la comune volonta' di riprendere, a breve termine, il dialogo, tra le due assemblee cittadine sull' ipotesi strategica di Area Urbana Rossano - Corigliano. Dal colloquio tra i due presidenti e' scaturito l' impegno concorde e reciproco di convocare, a breve, una conferenza congiunta dei capigruppo consiliari delle due citta' per riprendere, adeguatamente e con maggiore slancio, un iter di collaborazione e di progettualita' comune che puo' gia' vantare risultati concreti ed importanti, dai quali ripartire, oggi, con maggiore ambizione.

L’UNC denuncia: “Le istituzioni non danno notizie dullo stato del mare”

19/05 L' Unione nazionale consumatori ha denunciato ''l' assoluta e puntuale mancanza di informazioni rese alla popolazione, da parte delle istituzioni preposte ed in particolar modo la sottovalutazione delle Asl e' grave, mancando sia un programma di prevenzione, sia di monitoraggio dei fenomeni patologici legati alla balneazione''. ''L' inizio della stagione estiva - ha sostenuto il presidente regionale della Calabria, Saverio Cuoco - ripropone gli allarmi sullo stato di salute del mare, dove l' attivita' di controllo e prevenzione di istituzioni e ambiente non riesce ancora a ottenere i risultati sperati, contribuendo al continuo ed inesorabile degrado delle coste calabresi, tranne alcune 'isole felici'''. ''Questo fenomeno - ha concluso Cuoco - raramente o quasi mai assume lo status di problema da seguire con assiduita' ed in maniera continua e le istituzioni preposte non danno quasi mai una informazione completa e attendibile, con inevitabili ripercussioni sul turismo, fonte di reddito privilegiata per la nostra Regione, mentre secondo l' associazione scrivente bisognerebbe garantire ai calabresi ed a quanti scelgono la Calabria per le vacanze, la migliore qualita' possibile di ogni servizio in particolar modo quello di poter usufruire di un mare sicuro anche sotto l' aspetto della balneazione''.

On. Banti: “Nessun rifiuto radioattivo sulla Jolly Rosso. La Procura bonifica due siti a terra”

19/05 ''A bordo della motonave Jolly Rosso, partita da Spezia e spiaggiatasi sulle coste calabresi nel dicembre 1990, non c'erano rifiuti radioattivi'': lo ha detto l'on. ligure Egidio Banti, capogruppo della Margherita nella commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, che riferisce alcune conclusioni della Procura della Repubblica di Paola, titolare dell'inchiesta, dopo la conclusione delle operazioni di bonifica nel tratto di mare dove ci fu lo spiaggiamento. Ma ''cio' non significa questo giallo del mare sia risolto - ha proseguito Banti - la Procura di Paola intende infatti bonificare due siti a terra, a Serra d'Aiello e Grassullo, dove sembra possano essere interrati rifiuti non autorizzati. La nave infatti - ha osservato Banti - potrebbe avere avuto a bordo rifiuti di quel tipo''. ''L'ipotesi radioattiva - ha spiegato il parlamentare della Margherita - era una di quelle che prendemmo in considerazione nella nostra indagine in commissione, cosi' come ha fatto la Magistratura. Bisognava trovare una spiegazione per l'eventuale spiaggiamento doloso. Ora i tecnici che hanno scandagliato il fondo marino interessato, effettuando dettagliate analisi di campo, hanno escluso la presenza di residui radioattivi''. Secondo il capogruppo della commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti si tratta di ''un passo avanti in direzione della versione data dall'armatore Messina sin dall'inizio, e del resto che ci fossero rifiuti radioattivi non era comunque provato da nient'altro: era solo un sospetto''. ''Noi dobbiamo essere obiettivi, e registrare i fatti - ha concluso Banti -. Lo spiaggiamento della Jolly Rosso fu solo l'ultimo di una serie di naufragi e spiaggiamenti di navi sospette dal punto di vista del traffico dei rifiuti. Se pero' il sospetto non risultera' fondato, ne saremo lieti''.

Da una ricerca della UIL emerge che a Vibo e a Reggio vigono le tariffe dei rifiuti più basse. Cosenza nella media

18/05 Le famiglie Italiane hanno pagato nel 2004, mediamente, 160.70€ annui ai Comuni e alle Provincie per lo smaltimento dei rifiuti solidi e che corrisponde a circa 2€ al mq.
E' quanto emerge da una ricerca della UIL che ha analizzato le tariffe delle 102 Citta' Capoluogo di provincia. La ricerca ha preso come campione un nucleo familiare di 4 persone con una casa di 80 mq. . Gli importi sono comprensivi delle addizionali comunali(10%) o dell'IVA (10%) per chi applica la tariffa, e il tributo provinciale (facoltativo fino ad un massimo del 5%), e tengono conto anche della composizione del "nucleo" per le famiglie che vivono in una citta' che applica la tariffa.
Dalla ricerca emerge che le citta' piu' care sono Rovigo, con un prelievo, di 267.10 € (3.34 € al mq.), seguono Lucca, Asti,Siracusa, Ferrara, Treviso, Caserta, Venezia, Napoli e Brindisi che chiude con 223.60 € (2.97 € al mq.).
Per quanto riguarda le citta' meno care e' in testa Isernia, con un gettito di 73.30 € (0.92 € al mq.), Reggio Calabria con 76.40 € (0.95 € al mq.), Vibo Valentia con 85.60 € (1.09 € al mq.), seguono Pescara, Pordenone, Terni, Viterbo, Verona e Cremona che chiude con 97.50 € (1.22 € al mq.).
Relativamente alle altre citta' calabresi, Catanzaro con 140.80 €, Cosenza con 142.50 € e Crotone con 159.20 € sono nella media nazionale.
Per il Segretario Generale della UIL Calabria, Roberto Castagna, sulla questione delle tariffe locali va fatta chiarezza fino in fondo.
Spesso, all'eccessivo onere per i cittadini, non sempre corrisponde qualita'. efficienza ed efficacia del servizio.
Nel caso calabrese, fa riflettere l'eccessiva disparita' tra Reggio C. e Vibo Valentia da una parte e Catanzaro, Cosenza e Crotone dall'altra.
In questa materia, cosi' delicata, e' necessario sviluppare una vera e propria Politica di tutti i redditi nel territorio.
Senza tale politica e quindi senza concertazione con il Sindacato, il rischio e' quello di aprire un forte conflitto sociale, in un momento in cui le retribuzioni e le pensioni sono duramente aggredite dal caro prezzi, una delle emergenze piu' gravi di questi ultimi anni.

Parte al Palagarden “Verde Sud 2005”, su iniziativa della Provincia

18/05 Si terrà, a partire da giovedì 19 maggio, la Terza Rassegna dei Parchi e dell’Ambiente Verde Sud, che, per quattro giorni, fino a domenica 22, al Palagarden di Rende, ospiterà seminari e dibattiti su tematiche ambientali e culturali, cui seguiranno momenti di spettacolo. La manifestazione, che l’Assessore all’Ambiente Luigi Marrello ha voluto dedicare quest’anno al compianto Assessore Provinciale al Personale Piero Petrozza, prematuramente scomparso nell’aprile scorso, aprirà i battenti con l’inaugurazione, alle ore 11.00, alla quale interverranno, oltre all’Assessore all’Ambiente Luigi Marrello, il Vice Presidente della Provincia di Cosenza, Salvatore Perugini, l’Assessore allo Sport Turismo e Spettacolo, Rosetta Console, il Presidente del Consiglio Provinciale, On. Francesco Principe, il Sindaco di Cosenza, Eva Catizone, il Presidente della Giunta Regionale Agazio Loiero, il Presidente della Provincia On. Mario Oliverio, l’Assessore Regionale all’Ambiente, Diego Tommasi, il rappresentante dell’Ufficio Scolastico Regionale Scolastico, Antonio Santagada, il Direttore della sede RAI Regionale, Basilio Bianchini, il Prefetto di Cosenza, Diego D’Amico.
Una rassegna che andrà avanti per quattro giorni con un ricco programma di convegni che toccheranno problematiche legate al settore ambiente ma anche di intermezzi culturali, il cui obiettivo non si limita a cercare nuove strategie per lo sviluppo e la valorizzazione delle nostre straordinarie bellezze naturali e risorse ambientali, ma si propone di sensibilizzare i cittadini e le istituzioni verso la tutela di questo ingente patrimonio naturale che il nostro territorio possiede.
La prima attività di spettacolo sarà proposta, nella stessa mattinata dell’inaugurazione della rassegna, con l’esibizione degli Sbandieratori di Bisignano..
Nel pomeriggio, alle ore 17.00, si proseguirà con il convegno: Pensiero Meridiano, L’infinito del mare…il confine che unisce i pensieri del Sud che cambia, a cui prenderanno parte Mario Alcaro, Direttore Responsabile del Dipartimento di Filosofia Unical, Franca Pinto Minerva, Preside Facoltà Lettere e Filosofia Università di Foggia, la Sociologa Maria Francesca Lucanto e il meridionalista Antonio Rizzuti.
Un tema che si preannuncia affascinante e che tenta di sondare i cambiamenti e le trasformazioni del nostro territorio attraverso contenuti filosofi e letterari, dimostrando come il mare sia stato da sempre uno dei più significativi e frequenti topos letterari che invita alla riflessione, ma soprattutto stabilisce un forte legame intellettuale tra popolazioni diverse e a volte materialmente lontane.
La seconda giornata, venerdì 20 maggio, inizierà, invece, alle ore 10.30 con un convegno incentrato sui Parchi e Riserve naturali: Nuove frontiere per uno sviluppo sostenibile. A prendere la parola dopo il Presidente della Provincia, On. Mario Oliverio e il
Sindaco di San Giovanni in Fiore, Antonio Nicoletti, saranno, tra gli altri, i Presidenti dei Parchi Nazionali del Pollino, della Sila e D’Aspromonte, i Direttori Generali di AFOR e ARPACAL, Antonio Murrone, Dirigente Settore Forestale ed Ambientale ARSSA, Sandro Tripepi del Dipartimento Ecologia Unical, e Simona Scalise dell’Area Marina Protetta Capo Rizzuto.
Nel pomeriggio, alle ore 16.30, la compagnia del Parco Letterario Tommaso Campanella porterà in scena “Federico II e gli ultimi cavalieri dell’Apocalisse”, un viaggio sentimentale, una rappresentazione teatrale in costume ambientata in epoca medioevale.
Di seguito, alle ore 17.30, ci sarà la presentazione del libro Gli ultimi cavalieri dell’Apocalisse, di Stanislao Nievo, Presidente della Fondazione Ippolito Nievo e del giornalista Enzo Pennetta. Oltre ai due autori, parteciperanno il Vice Presidente della Provincia di Cosenza, Salvatore Perugini e il docente Unical Giuseppe Roma.
Architettura in Terra cruda, “Abitare La terra”, sarà l’argomento del seminario programmato per le 17.30, con l’Assessore all’Ambiente, Luigi Marrello, il Coordinatore Nazionale all’Educazione Ambientale Italia Nostra e gli Architetti di Italia Nostra, Carlo De Giacomo, di ICOMOS, Eugenio Galdieri, di Scienza della Terra all’Unical, Caterina Gattuso.
La conclusione della seconda giornata all’insegna della musica, sarà animata dal gruppo musicale Enzo Ruffolo Quartetto, che si esibirà alle ore 21.00 al Palagarden di Rende.
Alla manifestazione partecipa anche l’Arpacal
Con uno stand istituzionale in cui saranno illustrate le competenze tecnico-scientifiche ed i recenti progetti realizzati, l' Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell' ambiente della Calabria) partecipera' a Verde Sud, rassegna dei Parchi e dell'Ambiente organizzata dalla Provincia di Cosenza, giunta alla sua terza edizione, che si svolgera' a Rende dal 19 al 22 maggio. Nel corso della manifestazione fieristica, e' scritto in una nota, gli esperti del dipartimento provinciale di Cosenza e tecnici della sede centrale dell' agenzia ambientale, illustreranno al pubblico e alle scolaresche, anche con l' ausilio di strumenti e tecnologie quotidianamente adoperati in laboratorio o in campo, le diverse competenze dell' Arpacal nonche' alcuni progetti che vedono l' agenzia impegnata nello scenario nazionale e internazionale nonche' nei progetti realizzati al fianco delle altre agenzie regionali del Centro-Sud. Nello stand dell' Arpacal si terranno incontri in cui gli esperti del dipartimento provinciale di Cosenza approfondiranno alcune tematiche di particolare interesse, come, ad esempio, il biomonitoraggio dell' aria, le radiazioni ionizzanti, il controllo dei campi elettromagnetici, la balneazione, la depurazione, il monitoraggio marino. L' Arpacal, infine, tra i diversi dibattiti previsti in programma, relazionera' nelle sessioni su ''Parchi e Riserve Naturali'' e ''Depurazione e Rifiuti''.

E’ in arrivo il viagra antinquinamento per i batteri che devono combattere i fondali marini malati

18/05 Un viagra dei batteri per combattere l'inquinamento marino. Questa la nuova frontiera messa a punto dall'Icram per ripulire i fondali malati. Si tratta di attivatori enzimatici in grado di sviluppare l'attivita' batterica per la naturale depurazione. La notizia e' stata resa nota durante la giornata conclusiva del convegno organizzato dall'Istituto la ricerca marina del Ministero dell'Ambiente (Icram), 'Mare e qualita' ambientale' alla quale ha preso parte anche il ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli, che ha fatto il punto sull'operazione di bonifica di alcune aree a rischio. ''Sono 24 le aree marine e salmastre coinvolte e incluse nell' elenco dei siti di interesse nazionale - ha detto Matteoli - in tal senso l'Icram e' impegnato nel delicato compito di definire modalita', criteri, elementi progettuali e operativi delle attivita' di caratterizzazione ambientale, ai fini della bonifica di queste aree''. Aree che sono distribuite sull'intero territorio nazionale. Tra queste, ha ricordato il ministro, Livorno in Toscana, Porto Marghera in Veneto, Pitelli e il Golfo di La Spezia in Liguria, Priolo in Sicilia. ''Sulla base dell' esame dei risultati delle attivita' di caratterizzazione eseguite, l'Icram - ha riferito Matteoli - ha individuato alcune prime soluzioni progettuali per l'esecuzione di interventi mirati alla messa in sicurezza e bonifica delle aree marine investigate''. Secondo il piano Icram, oltre 85mila gli ettari di mare gia' perimetrati nelle 24 aree sotto esame e tre i siti dove sono state individuate anche le quantita' coinvolte: a Venezia 2 milioni di metri cubi di sedimenti mentre a Pitelli, nel Golfo di La Spezia, 6 milioni di metri cubi totali di cui 1 milione ad alto impatto. Portare in discarica il volume di sedimenti marini contaminati costa troppo. A Venezia 116 euro a metro cubo. Allora via alle tecniche alternative. Viagra per batteri in primis. Gli attivatori enzimatici per la depurazione naturale ''o vengono sversati direttamente in acqua - ha spiegato Luciano De Propris dell'Icram - oppure fissati su supporti inerti microporosi, come le ceneri vulcaniche, e posizionati sui fondali''. Progetti pilota esistono anche per il lavaggio dei sedimenti in modo che il materiale possa essere riutilizzato per esempio nell'edilizia o per costruzione di opere stradali. Si tratta, hanno spiegato ricercatori dell' Icram, di 'sparare' i sedimenti su una parete. Con la forza d' urto si riesce a separare la parte contaminata dal materiale e per ottenere risultati migliori a volte vengono utilizzati additivi chimici. Dopo la contaminazione intervengono tecnologie di riutilizzo. Metalli pesanti, diossine, contaminanti organici i maggiori nemici da combattere per i quali la scala di pericolosita' va dal rosso al verde passando per l'arancione e il giallo. ''Attivita' di definizione dello stato qualitativo dei sedimenti volte al ripristino ambientale e dei piu' opportuni sistemi di gestione integrata dei sedimenti contaminati - ha detto il ministro dell'Ambiente, Matteoli - nei quali l'Icram e' direttamente coinvolto con specifici approfondimenti nel campo della ricerca applicata riguardo le tecnologie innovative di decontaminazione degli stessi''. E' dal 2001 che l'Istituto per la ricerca sul mare si occupa della questione bonifiche su indicazioni di un decreto ministeriale. ''L'Icram - ha detto il direttore dell'Istituto, Anna Maria Cicero - si e' affermato a livello istituzionale supportando il ministero dell'Ambiente nella definizione dei criteri per la caratterizzazione delle aree marine e nell' elaborazione di oltre 40 piani di caratterizzazione''. Oltre alla caratterizzazione, l'Icram, ha riferito ancora Cicero, e' anche impegnato ''negli interventi di messa in sicurezza di emergenza e di bonifica e, in generale, in tutte le situazioni relative ad aree di particolare criticita' ed emergenza ambientale''.
Questi i siti di bonifica di interesse nazionale con perimetrazione a mare (Fonte: Icram):
Nell’elenco appare la regione e il sito, tra parentesi gli ettari a mare
Abruzzo Fiumi Saline e Aliento (778)
Calabria Crotone-Cassano-Cerchiaria (1.469)
Campania Lit.Domizio Flegreo e Agro Aversano (22.504); Napoli Orientale 1.447; Napoli Bagnoli-Coroglio 1.493; Aree litorale vesuviano 6.698
Friuli V.G. Laguna di Grado e Marano (6.674) ; Trieste 1.196
Liguria Cogoleto-Stoppani (166) ; Pitelli (La Spezia) 1.564
Marche Basso bacino fiume Chienti 1.191; Falconara Marittima 1.167
Puglia Taranto 7.069; Brindisi 5.662; Manfredonia 860
Sardegna Sulcis-Iglesiente-Guspinese in definizione; Aree industriali Porto Torres 2.741;
Sicilia Gela 4.562; Priolo 10.084
Toscana Massa e Carrara 1.894; Piombino 2.014; Livorno 1.418; Orbetello area ex Sitoco 271;
Veneto Venezia (Porto Marghera) 2.311.

Pratesi (WWF) “Sequestro spadare, continua la confusione con gli ultimi decreti”

18/05 ''Il maxi sequestro di reti spadare avvenuto in Calabria dimostra ancora una volta che, alla base di fenomeni di pesca illegale come quello con l'uso di reti derivanti sopra i 2,5 km. vi sono anche le incertezze e le confusioni generate dai decreti ministeriali degli ultimi anni. La legge italiana ha bandito l'uso delle spadare dal gennaio 2002: lo Stato per la loro definitiva dismissione ha stanziato nell'anno 2002 ben 5 milioni di euro''. E' quanto denuncia in una nota il Wwf. ''Il problema e nel susseguirsi di decreti Ministeriali che ognianno modificano e come quest'anno violano le regole comunitarie, causando anche negli stessi pescatori confusione e la sensazione che le 'maglie della legge' non siano poi cosi strette - sottolinea il Presidente del Wwf Fulco Pratesi - . Con il decreto del 19 aprile scorso, infatti, il Ministero ha autorizzato l'uso, nelle isole minori, di reti di lunghezza non superiore ai 5 kilometri e di profondita non superiore ai 20 metri e ne prevede l'ancoraggio in fondali talmente profondi da renderlo praticamente impossibile. Per questo il Wwf, assieme a Legambiente, Lav e Lac ha impugnato al Tar del Lazio questo provvedimento, che fa si che uno strumento legittimo come le reti da posta di dimensioni contenute si trasformi in un attrezzo di dimensioni incalcolabili di cui e vietato l'uso''. L'Unione europea, infatti fissa per le reti un massimo di lunghezza di 2,5 Km e un'altezza massima di 4 metri, per evitare proprio l'effetto ''muro'' delle spadare, reti cosi profonde da causare la morte di migliaia di cetacei e altre specie protette come le tartarughe marine, che vi finiscono impigliate.

Centrale del Mercure: Appello del Presidente delle Provincia di Potenza a Loiero e Oliverio

18/05 Il Presidente della Provincia di Potenza, Sabino Altobello, ha inviato stamani un telegramma al Presidente della Provincia di Cosenza, Gerardo Mario Oliverio, ed ai presidenti delle Regioni Calabria e Basilicata, Agazio Loiero e Vito De Filippo, per sollecitare un intervento congiunto sulla vicenda della Centrale del Mercure. ''Investito formalmente dai sindaci del Lagonegrese-Mercure - e' il testo del telegramma - e da diversi consiglieri e amministratori provinciali, ritengo indispensabile ed indifferibile affrontare in maniera unitaria e coordinata la situazione della Centrale del Mercure''. ''Per questa ragione - ha aggiunto Altobello - chiedo che il Presidente della Provincia di Cosenza voglia convocare in tempi rapidissimi un tavolo istituzionale per concordare le iniziative da intraprendere e le eventuali richieste da sottoporre all' Enel, nell' interesse delle comunita' locali, della salute pubblica e nel rispetto delle condizioni di compatibilita' e sostenibilita' ambientale''.

La Provincia precisa “Abbiamo chiesto noi la sospensione della Centrale del Mercure”

18/05 Intorno alla riconversione della Centrale del Mercure ormai sempre più singole voci si sommano, si accavallano, variano di tono, rendendo i suoi contorni incerti a scapito della realtà dei fatti e delle posizioni. E’ quanto ritiene la Provincia di Cosenza che in una nota definisce, una volta in più, la propria chiara posizione in ordine alle ultime vicende che riguardano l’impianto. Nell’attuale situazione, è bene infatti ricordare che proprio alla Provincia di Cosenza si deve la richiesta di sospensione dei lavori, inoltrata ad Enel quale atto formale sottoscritto dal Presidente, onorevole Mario Oliverio, al fine di valutare, attraverso una Commissione Tecnico-Scientifica, le problematiche relative all’impatto ambientale ed all’eventuale ricontrattazione delle relazioni con gli Enti Locali dei territori interessati e dei vicoli a garanzia del rispetto dei territori stessi e delle popolazioni. La Provincia di Cosenza, guidata dal Presidente Oliverio e dalla maggioranza che lo sostiene da meno di un anno, è interessata su queste problematiche in modo attivo, malgrado l’impianto di cui si tratta sia stato già realizzato e le relative autorizzazioni da parte delle diverse amministrazioni competenti si presume risalgano ad anni addietro. Ciò, naturalmente, non è stato in alcun caso motivo di condizionamento per l’Amministrazione Provinciale presieduta dall’onorevole Oliverio che non ha avuto, in nessun momento, alcuna esitazione ad esprimere una posizione netta anche quando altri soggetti non si pronunciavano e preferivano il ruolo di spettatori. Su questa linea di garanzia la Provincia di Cosenza è impegnata senza riserve, con equilibrio e ponendo al centro l’interesse della popolazioni. Per questa ragione il Presidente Oliverio si è reso personalmente promotore di un incontro tra le istituzioni locali lucane e quelle calabresi allo scopo di definire una linea comune sulla quale realizzare il confronto necessario per ricondurre la vicenda nell’alveo giusto. La Provincia di Cosenza ricorda infine che sulla linea della tutela ambientale e delle garanzie per la salute dei cittadini è impegnata su più fronti ed anche nei confronti dell’Enel che, come noto, ha dovuto dichiarare la rinunzia all’ipotesi di utilizzazione del carbone per l’impianto di Rossano anche in seguito alla netta, determinata e preventiva posizione espressa dal suo Presidente, che non ha esitato a schierarsi in prima linea anche in questa battaglia.

Fino “Il Parco del Pollino deve promuovere le sue risorse”

18/05 ''Un' azione fondamentale per l'Ente Parco del Pollino e' la promozione delle sue principali risorse''. Lo ha detto il Presidente del Parco Nazionale del Pollino, Francesco Fino, circa la partecipazione dell'Ente alle manifestazioni di Verdesud e di Park Life. Verdesud e' la 3a rassegna dei Parchi e dell' Ambiente organizzata dalla Provincia di Cosenza, Assessorato Ambiente, a Rende, al Palagarden, dal 19 al 22 maggio, mentre Park Life e' il Salone dei Parchi e del Vivere Naturale ideato da Federparchi, Legambiente, Compagnia dei parchi e Fiera di Roma, dove si svolgera' dal 26 al 29 maggio. ''Sono due occasioni di grande rilevanza - ha aggiunto Fino - per sostenere il ruolo strategico nel sud Italia, in Europa e nel bacino del Mediterraneo del Parco Nazionale del Pollino. L' area protetta non a caso e' la prima per estensione in Italia. E cio' non deve essere inteso come un mero primato numerico, bensi' come la sottolineatura di un patrimonio tanto ampio quanto vario, composto oltre che di eccezionali paesaggi, di un ventaglio di biodiversita' e di elementi culturali, storici e antropici davvero unici''. ''La loro valorizzazione - ha concluso - passa anche attraverso momenti di incontro e confronto con gli operatori delle altre aree protette, con le Istituzioni e soprattutto con i visitatori delle manifestazioni, sempre piu' desiderosi di conoscere nuovi ambienti ben conservati e testimoni del miracolo della natura''.

Chiarella. “Allarme rosso per Lamezia nei rifiuti. In arrivo anche quelli del reggino”

18/05 ''All' orizzonte allarme rosso per Lamezia nel campo dei rifiuti solidi urbani. C' e' nell' aria infatti la prospettiva che dal primo giugno arrivino a Lamezia tonnellate di rifiuti anche dalla provincia di Reggio Calabria, per effetto di un' ordinanza firmata alcuni mesi fa dal commissario dell' emergenza rifiuti''. E' quanto sostiene in una nota il consigliere regionale del gruppo misto, Egidio Chiarella. ''Questo nuovo carico di rifiuti - ha aggiunto - si andrebbe ad aggiungere a quello che proviene gia' dalle provincia di Cosenza e di Vibo Valentia e, giustamente, da tutto il comprensorio di Lamezia Terme. Ho chiesto gia' all' assessore all' ambiente Tommasi di verificare la reale necessita' di questo scellerato trasferimento, pagato tra l' altro sempre e comunque dai contribuenti. Il costo del trasporto per trasferire i rifiuti da Reggio a Lamezia, si aggiunge purtroppo al danno ambientale e di immagine, per una regione che manda 'a spasso' i propri rifiuti lungo le sue strade, tra l' altro molto trafficate''. ''Ho chiesto - ha proseguito Chiarella - anche all' assessore, che e' persona sensibile e politicamente preparata nel settore, a verificare altresi' il reale esaurimento della stessa discarica di Fiumara di Reggio Calabria, che fino ad oggi ha smaltito normalmente i rifiuti in questione''. ''Sono convinto - ha concluso - che bloccheremo questa operazione che va contro gli interessi della piana di Lamezia Terme e se dovesse essere necessario, chiedero' al sindaco e all' assessore al ramo del comune di Lamezia di discutere della questione in una seduta straordinaria del consiglio comunale della citta'''.

Archivio dal 28/1 al 17/5/05 | Archivio dal 15/9 al 26/1/05 | fino al 14 settembre

 

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