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      Cosenza, ok della proprietà al mercato degli svincolati

       

       

      Cosenza, ok della proprietà al mercato degli svincolati

      06 nov 22 Qualcosa si muove. Forse più di quanto non si possa pensare. Hanno sortito effetti la riflessione fatta dalla stampa ma soprattutto dal tecnico Viali nel dopo partita. Se è vero che in campo è andato chi aveva già minutaggio, cioè chi aveva giocato sempre fino ad oggi, senza rompere gli equilibri attuali, è anche vero che qualcosa manca a questa squadra. In settimana, dice il tecnico, ci saranno scelte importanti su tutti i ruoli. Ma la notizia non è questa.

      Ok a Gemmi per gli svincolati

      La notizia è che la proprietà del Cosenza Calcio ha dato il via al DS Gemmi ad operare sul mercato degli svincolati. Prima del calciomercato di gennaio ci sono bel 21 punti in palio e con il risicato bottino in carniere c’è da preoccuparsi seriamente del futuro. Così messi a nudo i problemi si lavora su di un portiere, sul taccuino Marchetti o Linner. Non esenti da colpe la linea dei centrali difensivi, apparsi a volte in ritardo e un pizzico distratti, c’è ad esempio Iacoponi ex Parma, libero, così come Ariaudo ex Alessandria e Frosinone. Ma dove c’è un buco da colmare è sull’esterno difensivo di sinistra. Bocciati Panico e Gozzi il tecnico ieri ha schierato un destro, Martino, che ha fatto molto bene. Ma non si può lasciare il carico di tutta una stagione al pur bravo Rispoli a destra. Qui, sulla sinistra, bisogna essere davvero bravi a trovarne uno. Anche se ad esempio, Bittante è ancora libero. A centrocampo nonostante l’abbondanza non si capisce il perchè si sia preferito il giovane Vallocchia a Kongolo. Quest’ultimo davvero non ha alcuna chance di rientrare? E' in avanti che le cose si fanno più complicate. Sul mercato degli svincolati, giusto per fare due nomi, svettano il polacco Teodorczyk, 1.88 mt d’altezza, la scorsa stagione a Vicenza, e quel Sau ex Cagliari e Benevento. Nomi, ovviamente che spuntano dalla lista ma che bisognerà verificare in che condizioni si trovino.

      La fase offensiva scomparsa

      Tornando ad analizzare la fase offensiva nel finale della gara di ieri il Cosenza ha creato quattro palle gol nitide, una sola delle quali è stata messa dentro. Le altre tre, soli davanti la porta, sono state sprecate malamente o hanno trovato una fortuita deviazione. Manca uno stoccatore d’area. Possibile che non si guardi ai cambi per dare alternative. Se si fosse stati più lucidi, leggi meno minuti nelle gambe, invece di una improbabile rovesciata si sarebbe optato per un tiro da buona posizione. Col senno del poi, è vero, si possono costruire palazzi di carta ma il dato di fatto è che il Cosenza costruisce ma non realizza. Così come è anche vero che è l’atteggiamento della squadra che deve cambiare. Se ti guardi la mano, se difendi è normale che prima o poi la prendi. Ieri l’esempio chiaro. Nella ripresa quando finalmente si è deciso di spingere hai tenuto lontano l’avversario costringendolo solo a contropiede. Così il portiere ha più libertà di decisione e lavora meglio rischiando, a volte, anche meno. Ma per fare questo hai bisogno anche di saper costruire. Non è un caso che Calò sia stato artefice di tre o quattro aperture che hanno portato in avanti la squadra oltre ad aver ripreso a spingere sugli esterni.

      Avvio di gara sempre in affanno

      Un difetto, quello del partire lenti, che i rossoblù si portano dietro da quattro/cinque partite a questa parte. Ma quale è stata la molla che ha portato la squadra a dimenticarsi della pressione in avanti rispetto alle prime tre/quattro gare dove si assisteva a un continuo attacco con pressing su posizioni e portatore che vedeva arrivare quattro cinque giocatori in area avversaria? La condizione e la poca lucidità o gli stimoli? Compiti che dovrà risolvere il neo tecnico chiamato a lavorare molto per ricostruire e riportare in carreggiata soprattutto la condizione psichica che sembra essere scesa sotto i tacchetti. Per fare questo c’è anche da dare un segnale ma soprattuto c’è da intervenire in quei ruoli chiave che al momento non garantiscono sicurezza: portiere e terzino sinistro su tutti. Poi le qualità dei vari D’Urso, Larrivey, Calò, Rispoli non si discutono. Il primo lo ha subito dimostrato che, quando ha un buon pallone da giocare, c’è sempre. Per il resto, cioè per i giovani, va bene inserirli in squadra ma assegnargli responsabilità in situazioni complicate è pericoloso assai. Vedi ieri quando la pressione di un risultato negativo ti annebbia le idee e non ti permette di ragionare. Saranno pure dei bravissimi ragazzi con ottime aspettative e tanta buona stoffa ma bisognerà farli crescere gradualmente. E soprattutto bisognerà insegnargli che le partite si vincono di squadra e non singolarmente. Per fare questo bisogna trovare quel gioco “efficace” così come il neo tecnico ha sottolineato più volte.

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